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Polizia Postale, il Dakweb non è più impenetrabile!

Tempo di lettura: 2 minuti. Sventato un omicidio commissionato sul lato oscuro del Web

Tempo di lettura: 2 minuti.

Una complessa indagine ha permesso di identificare un utente che, approfittando dell’anonimato garantito dal Darkweb, aveva commissionato un omicidio, tramite un pagamento effettuato in criptovalute su di un sito specializzato in tale attività criminale. 

Il movente

Il movente che avrebbe scatenato nel mandante la volontà di commissionare un killer sarebbe stata secondo gli inquirenti l’impossibilità di poter essere corrisposto sentimentalmente dalla fidanzata della potenziale vittima. Da qui il piano criminale che stava per concretizzarsi tramite il lato oscuro del WEB.

Il mandante

Gli approfondimenti, tracciando i relativi pagamenti effettuati, hanno permesso di risalire al mandante dell’omicidio.

Infine le successive attività di polizia giudiziaria hanno consentito di ottenere ulteriori riscontri sulle transazioni di criptovalute dal wallet del mandante verso quello dell’amministratore del sito sul Darkweb.

La potenziale vittima

Altri accertamenti effettuati dalla Polizia Postale hanno permesso di individuare anche la potenziale vittima del servizio a pagamento. Per tale motivo il soggetto, tramite un’attività di controllo, è stato messo sotto sorveglianza per garantirne l’incolumità.

Il Dakweb non è più impenetrabile!

La vicenda deve far riflettere su un aspetto che merita di essere sottolineato e che si spera possa limitare la fruizione di beni e servizi illeciti sul Darkweb.

“L’avvenuta identificazione di un utente operante sul DARKWEB testimonia che la parte non indicizzata della Rete, ove vengono liberamente offerti beni e servizi illeciti, finora ritenuta impenetrabile dalle Forze di Polizia, non è più tale. Le moderne tecniche investigative utilizzate dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in particolare quelle per il tracciamento di pagamenti in criptovalute permettono infatti, come in questo caso, di risalire ai titolari dei wallet di criptovalute.Questo il commento della Polizia Postale.   

La cooperazione internazionale

L’indagine ha avuto inizio da un’attività di cooperazione internazionale di polizia con l’FBI (Federal Bureau of Investigation) e grazie alla collaborazione del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, Venezia, Treviso, del Commissariato di Polizia di Conegliano e al coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Treviso.

Di Salvatore Lombardo

Ingegnere elettronico e socio Clusit, da qualche tempo, sposando il principio dell’educazione consapevole, scrive online per diversi magazine sull’Information Security. È inoltre autore del libro “La Gestione della Cyber Security nella Pubblica Amministrazione”. "Education improves Awareness" è il suo motto.

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