Categorie
Economia

Big Tech sotto pressione: Apple, Epic Games e Google affrontano battaglie legali globali

Apple sanzionata dall’UE per il Digital Markets Act, Epic Games vince in Brasile su Fortnite e il DOJ valuta la vendita di Chrome per violazioni antitrust.

Le grandi aziende tecnologiche si trovano nuovamente al centro di importanti controversie legali e regolamentari in diverse parti del mondo. Apple, Epic Games e Google sono coinvolte in una serie di indagini e battaglie legali che potrebbero ridefinire le dinamiche di mercato nei prossimi anni.

Da un lato, l’Unione Europea ha deciso di imporre una multa ad Apple per presunte violazioni del Digital Markets Act (DMA), sebbene l’importo della sanzione sia inferiore alle aspettative. L’obiettivo delle autorità europee è quello di spingere Apple ad allentare il controllo sul proprio ecosistema, soprattutto per quanto riguarda l’accesso agli store di terze parti e i metodi di pagamento alternativi. Anche se la multa non è particolarmente elevata, segna un precedente importante per l’applicazione del DMA e potrebbe costringere Apple a ulteriori modifiche nei prossimi anni.

Parallelamente, Epic Games ha ottenuto una vittoria legale in Brasile, dove le autorità hanno autorizzato il ritorno di Fortnite sui dispositivi mobili, rimuovendo le restrizioni imposte da Apple e Google. Questo rappresenta un successo significativo per Epic, che da anni combatte per offrire ai giocatori un sistema di pagamento indipendente e ridurre la dipendenza dagli store ufficiali. La decisione brasiliana potrebbe avere ripercussioni globali, influenzando le future battaglie legali di Epic Games in altri mercati.

Negli Stati Uniti, invece, il Dipartimento di Giustizia (DOJ) sta valutando un’azione senza precedenti contro Google, ipotizzando addirittura la vendita forzata di Google Chrome per contrastare il presunto monopolio pubblicitario dell’azienda. Gli investigatori sostengono che la combinazione tra Google Search, Google Ads e Google Chrome crei una situazione di monopolio che soffoca la concorrenza. Se questa misura dovesse concretizzarsi, segnerebbe un punto di svolta per l’industria tecnologica, con ripercussioni su tutto il settore dell’advertising digitale.

Queste tre vicende confermano una crescente pressione sui giganti della tecnologia, con governi e regolatori sempre più decisi a imporre limiti al loro potere di mercato. Le decisioni prese in Europa, Brasile e Stati Uniti potrebbero ridefinire il futuro delle big tech, spingendo verso un’epoca di maggiore concorrenza e regolamentazione.

L’Unione Europea sanziona Apple per il Digital Markets Act

Apple si trova nuovamente sotto la lente dell’Unione Europea, questa volta a causa di presunte violazioni del Digital Markets Act (DMA). Secondo le fonti, la Commissione Europea avrebbe imposto una multa relativamente contenuta rispetto alle aspettative iniziali, segnalando però che l’indagine potrebbe avere sviluppi futuri.

Il DMA, entrato in vigore per regolamentare il comportamento delle grandi piattaforme digitali considerate gatekeeper, impone vincoli stringenti su pratiche anticoncorrenziali. L’indagine su Apple si concentra principalmente sulle restrizioni imposte agli sviluppatori, in particolare riguardo all’accesso alternativo agli store di terze parti e alle modalità di pagamento imposte agli utenti dell’ecosistema iOS.

La multa, pur non essendo significativa in termini economici, rappresenta un primo segnale di come l’UE intenda far rispettare il DMA. Gli analisti ritengono che Apple potrebbe essere costretta a modificare ulteriormente le sue politiche, aprendo ancora di più il suo ecosistema per evitare sanzioni più severe in futuro. Tuttavia, la società di Cupertino ha sempre difeso le proprie posizioni, sostenendo che i suoi vincoli siano necessari per garantire la sicurezza e la privacy degli utenti.

L’attenzione della Commissione Europea su Apple si inserisce in un quadro più ampio di regolamentazione del settore tecnologico, con numerosi giganti del digitale sotto esame per pratiche ritenute anticoncorrenziali. L’esito di questa indagine potrebbe quindi stabilire un precedente importante, influenzando anche le future decisioni nei confronti di altre big tech.

Epic Games rilancia la battaglia su Fortnite e ottiene un successo in Brasile

Mentre Apple deve affrontare la pressione dell’Unione Europea, Epic Games segna una vittoria importante in un altro scenario di battaglia. Il Brasile ha deciso di autorizzare il ritorno di Fortnite su dispositivi mobili, ponendo fine a una disputa legale che durava da diversi anni.

Il conflitto tra Epic Games e le piattaforme di distribuzione come Apple e Google nasce dalla volontà dello sviluppatore di offrire metodi di pagamento alternativi, aggirando le commissioni imposte dagli store ufficiali. Dopo il blocco del gioco su dispositivi iOS e Android, Epic ha avviato una serie di azioni legali in più paesi per cercare di forzare la riapertura del mercato mobile ai suoi titoli senza le restrizioni imposte dai giganti del settore.

Annunci

La decisione del Brasile potrebbe rappresentare un punto di svolta per Epic Games, che ora può contare su una giurisprudenza favorevole per spingere richieste simili anche in altre nazioni. La società ha accolto con entusiasmo la notizia, affermando che si tratta di una vittoria per la libertà degli sviluppatori e per i giocatori.

La questione rimane aperta in mercati chiave come l’Unione Europea e gli Stati Uniti, dove i regolatori stanno ancora esaminando le dinamiche del mercato delle app e l’impatto delle pratiche di Apple e Google sulla concorrenza. Epic Games continuerà probabilmente a sfruttare il precedente brasiliano per sostenere la propria posizione nelle dispute ancora in corso.

Gli Stati Uniti valutano la vendita di Google Chrome per violazioni antitrust

Nel contesto delle regolamentazioni sempre più stringenti sulle grandi aziende tecnologiche, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta prendendo in considerazione un’azione senza precedenti: costringere Google a vendere Chrome o a separarlo dalle sue operazioni pubblicitarie.

L’indagine in corso riguarda il presunto abuso di posizione dominante da parte di Google nel settore della pubblicità digitale. Gli investigatori sostengono che la combinazione tra Google Search, Google Ads e Google Chrome crei una situazione di monopolio che soffoca la concorrenza.

Se il DOJ dovesse procedere con questa azione, si tratterebbe di uno dei più grandi interventi antitrust nella storia della tecnologia. La separazione di Chrome dalle altre divisioni di Google potrebbe ridurre significativamente il potere di mercato dell’azienda, aprendo nuove opportunità per i competitor nel settore della pubblicità online.

Google, dal canto suo, nega di aver violato le normative antitrust e afferma che i suoi strumenti pubblicitari offrono valore agli utenti e agli inserzionisti, migliorando l’efficienza del mercato digitale. Tuttavia, il crescente controllo da parte delle autorità statunitensi segnala una tendenza a ridurre il potere delle big tech, in linea con quanto già osservato in Europa.

Di Maria Silvano

Pedagogista appassionata di tecnologia, società e cultura digitale. Mi occupo di orientamento e mentoring soprattutto per quanto riguarda il mondo adolescenziale e le sue problematiche. Ho un occhio attento sempre ai social network per comprendere l'evoluzione delle abitudini sociali delle nuove generazioni e dei comportamenti della massa in generale.

Exit mobile version