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Interpol, frode criptovalute: arrestato latitante turco in Albania

Tempo di lettura: 2 minuti. La polizia ha indicato il sospetto solo con le iniziali F.O. e ha detto che il 28enne è stato arrestato nella zona turistica meridionale di Himare insieme a due aiutanti albanesi in un’operazione denominata in codice “Brain”.

Tempo di lettura: 2 minuti.

La polizia albanese ha arrestato martedì il latitante turco fondatore del crypto-exchange Thodex, ricercato dall’Interpol per sospetta frode alle criptovalute e latitante da un anno, hanno dichiarato polizia e media. I media albanesi e turchi hanno identificato il sospetto come Faruk Fatih Ozer. Il ministero degli Interni turco ha dichiarato che le autorità hanno avviato le procedure di estradizione.

“Dopo molte ricerche in diverse regioni del Paese, sulla base delle informazioni ricevute sul percorso operativo circa la posizione di una persona altamente ricercata dalla giustizia turca… l’operazione ‘Brain’ è stata organizzata e finalizzata”, ha dichiarato la polizia in un comunicato.

“Nell’ambito di questa operazione, il cittadino turco F.O., 28 anni, è stato arrestato e detenuto”.

La polizia ha sequestrato computer portatili, dispositivi mobili e carte bancarie, si legge nel comunicato.

Thodex gestiva quotidianamente scambi di criptovalute per centinaia di milioni di dollari quando le autorità turche hanno fatto irruzione l’anno scorso e sei sospetti, tra cui dirigenti della società e il fratello e la sorella di Ozer, sono stati arrestati e successivamente incarcerati.

Su richiesta della Turchia, l’Interpol aveva emesso un avviso di ricerca per Ozer, che era volato in Albania prima che emergesse la notizia dei problemi della società, mentre quest’ultima aveva chiuso il suo sito web. L’avvocato di Thodex, Sevgi Erarslan, aveva precedentemente affermato che la borsa si era bloccata a causa dell’estrema volatilità di alcune criptovalute e di un attacco di hacker. Ha affermato che il sospetto di frode non è realistico.

Erarslan ha anche detto che la società ha coperto le perdite di oltre 800 persone che hanno perso denaro a causa del crash della borsa.

In seguito le autorità turche hanno vietato l’uso delle criptovalute per i pagamenti, mentre alcune borse locali sono state indagate per frode. In Turchia c’è stato un boom nell’uso delle valute digitali, alimentato dall’aumento dell’inflazione e dalla caduta della lira.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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