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Meta affronta il divieto dell’UE sulla pubblicità mirata

Tempo di lettura: 2 minuti. Meta affronta un divieto esteso dall’UE sulla pubblicità mirata su Facebook e Instagram a seguito di preoccupazioni sulla protezione dei dati e sulla privacy degli utenti.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Il Consiglio Europeo per la Protezione dei Dati ha esteso il divieto temporaneo sulla pubblicità mirata su Facebook e Instagram, imposto dall’Autorità Norvegese per la Protezione dei Dati (DPA) a luglio.

Dettagli sulla decisione

Come spiegato dalla DPA norvegese a luglio, Meta utilizza le preferenze dei contenuti, le informazioni che gli utenti pubblicano su Facebook e Instagram e le loro informazioni sulla posizione per creare profili personalizzati per la pubblicità mirata, una tattica comunemente nota come pubblicità comportamentale. La decisione vincolante urgente del 27 ottobre del watchdog europeo ordina alla Commissione Irlandese per la Protezione dei Dati (DPC) di vietare l’elaborazione dei dati personali per la pubblicità comportamentale in tutta l’Area Economica Europea (EEA) entro due settimane.

Reazione di Meta

Meta avrà una settimana per conformarsi all’ordine una volta che il regolatore dei dati irlandese avrà terminato la valutazione della proposta dell’azienda di fare affidamento su un approccio basato sul consenso come base legale per l’elaborazione dei dati dei suoi utenti. Anu Talus, presidente dell’EDPB, ha dichiarato che è giunto il momento per Meta di conformare la sua elaborazione e di interrompere l’elaborazione illecita.

Preoccupazioni della DPA norvegese

L’agenzia norvegese per la protezione dei dati ha dichiarato oggi che Meta è stata informata che il loro modello di business e l’uso dei dati personali sono in violazione delle normative europee sulla privacy. Nonostante l’azienda abbia dichiarato che in futuro chiederà agli utenti il consenso per utilizzare i loro dati per il marketing comportamentale, non ha ancora introdotto alcuna modifica.

Ulteriori sanzioni e multe

Nel dicembre 2022, la DPC irlandese ha anche multato Meta per un totale di €390 milioni (~$438 milioni) per pubblicità comportamentale illegale, costringendo gli utenti di Instagram e Facebook a dare il consenso all’elaborazione dei dati personali per la pubblicità mirata. Meta ha respinto le conclusioni della DPC e ha dichiarato che avrebbe fatto appello contro la multa, attribuendo la decisione a una “mancanza di chiarezza normativa”.

Meta ha provato ad aggirare il problema lanciando gli abbonamenti senza pubblicità sul suolo europeo, con la compiacenza della Commissione, provando a scaricare le perdite sugli utenti.

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