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Microsoft ha avvertito gli investitori di una decisione “non pubblica” in bozza da parte dei regolatori irlandesi contro LinkedIn per presunte pratiche pubblicitarie scorrette. La società ha spiegato di aver messo da parte del denaro per pagare una potenziale multa. Quanto? Oh, solo 425 milioni di dollari. Una somma da poco, in realtà. Il gigante del software ha detto che i fondi erano collegati a un’indagine del 2018 da parte della Commissione irlandese per la protezione dei dati (IDPC) che indagava se le pratiche di pubblicità mirata di LinkedIn violassero il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea.
Microsoft si difende dalle accuse
Microsoft nega di aver violato qualsiasi regola del GDPR e ha dichiarato che “intende difendersi vigorosamente in questa questione”. La società ha detto che l’IDPC ha permesso a LinkedIn di dare un’occhiata a “una decisione preliminare in bozza non pubblica che proponeva una multa” ad aprile di quest’anno. Ha aggiunto: “Dopo la revisione e l’analisi, l’azienda aumenterà la sua riserva esistente per la questione e, in base ai tassi di cambio attuali, prenderà una carica di circa 425 milioni di dollari nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2023”.
Il ruolo dell’IDPC
L’IDPC supervisiona questi casi perché vari giganti tecnologici hanno aperto negozi nell’UE qui per le facili tasse. Questo include Alphabet, Microsoft, Meta, Twitter, Amazon, Etsy, Zalando, Groupon, PayPal, AirBnB, Uber, Siemens, HP, Intel, Dell, Symantec, EA, Zynga, Adobe, Dropbox, Salesforce e SAP. La Repubblica d’Irlanda ha uno dei tassi di imposta sulle società più bassi in Europa, al 12,5 percento.
Altri problemi di LinkedIn con il regolatore
Non è la prima volta che LinkedIn ha a che fare con il regolatore. All’inizio della vita del GDPR, LinkedIn ha smesso di visualizzare una schermata di invito da membro a ospite sulla piattaforma dopo “numerosi incontri con l’IDPC”. L’invito permetteva precedentemente di sincronizzare le rubriche dei suoi membri europei, secondo l’IDPC, ma poi LinkedIn ha “rimosso questa funzione in Europa”. L’IDPC ha detto all’epoca che vedeva questo come “un passo positivo fatto da LinkedIn Ireland nel rispettare i suoi requisiti GDPR, in particolare per il trattamento dei dati dei non utenti”.