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Musk vuole veramente Twitter oppure specularci come è solito fare?

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Elon Musk ha acquistato il 9% circa delle azioni di Twitter, lasciando Dorsey, inventore ed ex CEO reo di aver bannato Trump, indietro nella classifica delle quote di proprietà del social che a detta di molti non è mai decollato.

Dopo la notizia dell’acquisto, Musk ha iniziato a parlare di un Twitter diverso dall’attuale, facendo capire di voler entrare nel consiglio di amministrazione della società. Le sue parole sono state lette come destabilizzatrici dell’attuale establishment societario che ha espresso non gradimento nell’accogliere il nuovo miliardario proprietario di una parte della piattaforma nel tavolo rotondo che conta.

Musk ha fatto molto di più, dinanzi al diniego dei suoi nuovi social soci, ed ha rilanciato con una offerta da 45 miliardi di dollari per acquistare il restante 91 per cento circa della piattaforma con il fine di acquistarla interamente. Un’operazione di marketing come piace a Musk per stare nel mezzo delle speculazioni di mercato e per cavalcare forse un sentiment di investimenti nelle azioni di Twitter all’indomani del suo ingresso in piattaforma ed i dati già hanno ripagato l’investimento di Elon con un 15 per cento almeno di valore aggiunto dalla data del 3 aprile come da grafico.

Peccato per lui che, nel frattempo è emersa un’altra notizia nota a pochi se non ad esperti più della borsa che della tecnologia: la piattaforma è nelle mani di una fondo saudita che ha rispedito al mittente l’offerta.

Il valore secondo il principe saudita non è commisurato al potenziale della piattaforma e questo apre numerosi dubbi sulle attività di investimento realizzate fino ad oggi che non hanno portato la migliore piattaforma al mondo secondo molti ad essere considerata tale.

Musk è entrato nel cerchio societario con una buona quota, ma ha fatto la mossa sbagliata nel criticare Twitter con buoni propositi, facendo il dandy con le persone sbagliate. E’ vero che lui è l’uomo più ricco del mondo, ma è anche vero che tra ricchi non sempre gli affari vanno in porto come si vorrebbe.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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