Editoriali
Apple & FBI: possibilità di accedere ai dati crittografati
All’inizio del 2016, l’FBI ha lottato contro Apple in tribunale; l’FBI ha affermato di non essere in grado di accedere ai file sull’iPhone del sparatutto di San Bernardino e che Apple aveva bisogno di una backdoor per il telefono. Apple non poteva accedere tecnicamente ai contenuti crittografati tramite una backdoor codificata, ma potevano creare un aggiornamento personalizzato per il telefono che avrebbe rimosso il passcode. L’FBI indietreggiò e trovò la crittografia del telefono, grazie a una ditta di hacking privata senza nome.
Cellebrite, uno dei gruppi di hacker “go-to” dell’FBI, ha affermato di poter hackerare l’iPhone, ma che l’FBI non li aveva usati per l’iPhone di San Bernardino. L’FBI, la DEA e le forze di polizia locali si affidano ogni giorno a Cellebrite e ad altre ditte di hacking. Ma nel tempo, un pezzo del puzzle di hacking telefonico è diventato sempre più difficile: gli iPhone non sono mai stati più sicuri di quanto non siano oggi.
CyberScoop ha parlato con ricercatori della sicurezza come Will Strafach e Andrew Blaich che hanno dichiarato che lo stato della sicurezza e della crittografia dei dispositivi, in particolare per quanto riguarda gli iPhone moderni, è cambiato in modo significativo. Perfino Cellebrite, una società che rivela pochissimo se non necessario, è d’accordo. In un video caricato sull’account Vimeo dell’azienda, Dan Embury, direttore tecnico di Cellebrite, ha spiegato che l’evoluzione dell’iPhone (e del software iPhone) ha reso il loro lavoro più impegnativo.
Andrew Blaich, ricercatore di sicurezza presso Lookout, ha affermato che con ogni aggiornamento di software spinto da Apple, la ricerca forense o il recupero dei dati diventano più impegnativi. Ha fornito esempi di complessità aggiuntiva del passcode e un passcode obbligatorio sui dispositivi moderni. Ad un certo punto, Apple ha consentito solo un passcode di quattro cifre. Ora possono essere alfanumerici. E con A7 e chip più recenti, Apple ha implementato Secure Enclave, un co-processore che gestisce i requisiti di crittografia per l’integrità dei dati. Secondo la guida alla sicurezza di Apple, “[dati] è crittografato e autenticato con una chiave di sessione negoziata utilizzando la chiave condivisa del dispositivo fornita per il sensore Touch ID e Secure Enclave.”
Nel video di Vimeo, Embury ha spiegato che anche un passcode di quattro cifre potrebbe impedire un’indagine ora. Processori moderni e quantità sempre maggiori di RAM consentono alle aziende di applicare la crittografia di livello militare su qualsiasi dispositivo. “Si riassume in cose che non sono ben protette prima e ora Apple ha effettivamente sistemato le cose”, ha detto Strafach. Strafach ha anni di esperienza nella sicurezza di iOS ed è stato profondamente coinvolto nella scena del jailbreaking.
“Non c’era sicurezza e ora c’è”, ha aggiunto.
Editoriali
Università, Israele e licenziamenti BigTech
Tempo di lettura: < 1 minuto. Una riflessione sull’eventualità di sospendere gli accordi nelle università italiane con progetti di ricerca israeliani
A distanza di un mese, l’Italia scopre il progetto Nimbus, di cui Matrice Digitale ne parla da più di un anno, dove Google fornisce un cloud ad Israele per il riconoscimento facciale di tutta la striscia di Gaza.
Essendo #Google una multinazionale, come tante altre #bigtech, si vanta di avere dipendenti maschi, femmine, gender fluid, cristiani, buddisti e pure musulmani.
Poi però licenzia i musulmani ed i bianchi pacifisti perchè partecipano a manifestazioni contro i progetti militari dell’azienda.
Vi sorprenderò: è giusto che lo faccia perchè sono interessi privati e se uno vuole vendere armi, anche quelle non convenzionali, può farlo.
Qui però entriamo nel merito delle Università che protestano per non sviluppare progetti di ricerca militari con l’una e l’altra nazione: questo dovrebbe sollecitare i rettorati ad aprire una riflessione sui progetti militari e l’art. 11 della ns Costituzione che tanto ripudia la guerra.
Quindi se sospendiamo i progetti militari dalle università, si risolve il problema?
NO, e sapete perchè?
E la cosa vera l’ha detta Bersani in questi giorni ad Otto e Mezzo: esistono tanti progetti accademici di secondo livello che propongono buoni propositi, ma in realtà chi li gestisce ha già presente il fine e l’impiego militare.
Editoriali
Apple vuole fregarti con lo spot dei 128GB di spazio iPhone: aspetta il 16
Tempo di lettura: 3 minuti. Scopri se 128GB di spazio su iPhone sono sufficienti per le tue esigenze e considera le alternative di iCloud per una gestione ottimale dell’archiviazione.
L’iPhone 15 promette “molto spazio per molte foto”, come evidenziato nell’ultimo spot di Apple. Tuttavia, la sufficienza dello spazio di archiviazione dipende dall’utilizzo specifico che ciascuno fa del proprio iPhone e dall’opzione di memoria scelta. La capacità di archiviazione base dell’iPhone 15 è di 128GB, un notevole aumento rispetto ai 64GB degli anni precedenti, riflettendo l’esigenza crescente di più spazio dovuta all’ampliamento delle abitudini digitali.
Fotografia e video in Alta Risoluzione
Con le capacità fotografiche dell‘iPhone 15 che includono foto da 48 megapixel e registrazione video in 4K, lo spazio richiesto per questi file ad alta risoluzione è sostanziale. Questi miglioramenti, sebbene accrescano la qualità dei contenuti catturati, consumano rapidamente la capacità di archiviazione locale, rendendo quello che una volta sembrava ampio spazio, ora insufficiente per le esigenze di molti utenti.
iCloud come soluzione?
iCloud di Apple offre una soluzione alle limitazioni di spazio dei dispositivi, con piani che vanno oltre i 5GB gratuiti – quantità decisamente insufficiente per la maggior parte degli utenti. I piani di abbonamento a pagamento di iCloud+ offrono 50GB, 200GB e 2TB di spazio cloud, arricchiti da funzionalità aggiuntive. Di recente, Apple ha introdotto opzioni per 6TB e 12TB di spazio, pensate per utenti con esigenze di archiviazione estese, sebbene queste opzioni comportino costi significativi e la dipendenza da una connessione internet per accedere ai file e ad un aumento di prezzi con contratti unilaterali.
iPhone storage vs iCloud
Mentre i modelli standard di iPhone 15 e iPhone 15 Pro partono da 128GB di spazio di archiviazione, Apple offre opzioni di upgrade a 256GB e 512GB, con un’ulteriore opzione da 1TB per l’iPhone 15 Pro, verificare su Amazon i prezzi e le diverse caratteristiche. Optare per un modello con capacità inferiore e integrarlo con spazio iCloud aggiuntivo potrebbe rivelarsi una scelta più economica e pratica, considerando il costo e la durata potenziale del dispositivo rispetto all’investimento in un iPhone da 1TB.
Il futuro dello spazio di Archiviazione su iPhone
Data l’attuale traiettoria, sembra ragionevole che Apple aumenti la capacità di base di tutti i suoi modelli di iPhone a 256GB nelle generazioni future, e si auspica anche una revisione dell’aliquota gratuita di 5GB di iCloud, per riflettere meglio le realtà del consumo digitale moderno.
Chi vi scrive non casca nella fregatura salvo rottura
Apple invita gli utenti a fare l’upgrade di cellulare un motivo chiaro: cambiarlo e fare cassa. Il messaggio è rivolto agli utenti di iPhone 12 e 13 con le versioni base da 128GB. Chi vi scrive ha un iPhone 12 Pro Max che ha cambiato dopo un 7 plus da pochi GB. L’iPhone non si cambia ogni anno, ma si cambia quando arriva la tecnologia di discontinuità. Nel caso del 7 plus e della versione 12, oltre allo spazio, ad una durata sempre inferiore della batteria, il motivo che mi ha portato al cambio di dispositivo è stato il 5G che ha modificato i tempi di consultazione del Web. Anche la fotocamera è stata gradita al passaggio, ma, dalla versione 12 in poi fino alla 15, c’è poco da aggiungere se non appunto questioni di spazio, qualche avanzamento tecnologico nella fotografia e magari un 5g più veloce per via dei modem nuovi.
Se Apple fa questa proposta ansiolitica, mettendo in mezzo il fatto che possiate perdere la memoria della vostra defunta madre, è perchè le vendite vanno molto male ed il mondo sta sfornando cellulari nettamente superiori con l’Intelligenza Artificiale integrata dove Apple sta scopiazzando per il prossimo modello perchè rimasta indietro.
Sappiate che potete sempre trasferire le foto di mammà sul vostro PC e poi valutare se spostarle nel cloud Apple dove comunque potreste essere costretti nel fare l’upgrade del cloud se ovviamente vorrete fare il backup del dispositivo online. Se avete un iPhone 12 o anche un 14, attendete il primo iPhone AI, il iPhone 16, che arriverà verso settembre. Varrà ancor di più la pena di spostarci anche i propri ricordi.
Editoriali
Buona Pasqua online dalla Matrice Digitale
Tempo di lettura: < 1 minuto. Auguri di buona pasqua dalla redazione di Matrice Digitale. Per il settimo anno di fila festeggiamo la santa ricorrenza della resurrezione
Un’altra Pasqua, la settima di fila, la trascorreremo insieme con le notizie di Matrice Digitale e le inchieste del mondo IT.
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Rinnoviamo gli auguri di Pasqua a voi ed ai vostri cari.
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