L’Italia ha un Governo Conte Bis. Il nuovo esecutivo ha tre ministri in più come garanzia del patto tra PD e Movimento Cinque Stelle. Molti esultano sulla scelta di aver inserito nella squadra anche il Ministero dell’Innovazione. Personalmente sono soddisfatto, ma il Ministero dell’Innovazione con i tempi moderni risulta essere inutile.
Perché?
Molto semplice da spiegare il concetto di questa dichiarazione. L’innovazione è oggi come la cultura. Anzi, un gradino più in basso. Perché in questo paese manca la Cultura dell’Innovazione in ogni ambito.
In un mondo dove la tecnologia vanta una penetrazione sempre più imponente in ogni aspetto della vita, c’è bisogno non di avere un Ministero dell’Innovazione, ma di Ministri Innovatori.
Non si può immaginare un paese che punta all’innovazione senza impiegare la stessa all’interno dei ministeri e quindi di fatto non c’è bisogno di un Ministero che decida in modo scollegato sugli interventi che possono tranquillamente essere programmati già dai ministeri tramite tavoli di concertazione composti da consulenti preparati alle soluzioni da adottare nei singoli ambiti.
Quindi ben venga il Ministero all’Innovazione, ma con l’auspicio che abbia il ruolo di una cabina di Regia che “imponga” agli altri Dicasteri quella visione “politica” che oggi guida il Paese. Una cabina di regia che con Renzi c’è stata, ma è risultata molto carente e di stampo liberista perché ha svilito l’identità nazionale dei nostri dati oggi in ostaggio sui server di mezzo mondo.
E proprio per questo che auspico un coordinamento congiunto con il Ministero della Difesa, perché nessuno fino ad oggi ha manifestato un vero interesse nel nazionalizzare la cybersecurity, in virtù di accordi extranazionali già stipulati con Agenzie governative straniere tramite multinazionali estere, tra l’altro senza che i cittadini siano stati informati degli accordi presi.
Sono questi gli auspici che considero necessari per lo svolgimento di un fruttuoso operato al nuovo Ministro Paola Pisano.
Una donna, giovane e preparata.