Editoriali
ESCLUSIVA – Occhionero: La vendetta di Trump fa tremare Politica, Magistratura ed Intelligence italiana

Nel mese di febbraio 2020 Matrice Digitale è stata protagonista di una esclusiva internazionale che annunciava il timore di Matteo Renzi per una eventuale ritorsione Americana a causa di un suo ruolo da protagonista nel RussiaGate. Nel mese di maggio è arrivata una tempesta d’oltreoceano che ha portato con se tanta acqua da poter spegnere fuochi, ma allo stesso tempo degenerare in un uragano. L’Italia è sotto pressione politica e Trump si trova al verdetto elettorale per la riconferma alla Casa Bianca. Guarda caso, il suo sfidante Joe Biden, ha avuto un endorsment pubblico di Obama, quest’ultimo accusato dallo stesso Trump di essere stato autore di un complotto internazionale che aveva il compito di spianare la strada alla Clinton, grazie a Mifsud, Renzi e Carrai. Dopo aver ripercorso tutta la storia, chiediamo a Giulio Occhionero, ingegnere e protagonista della spy story italiana più avvincente degli ultimi anni “Eye Pyramid”, che ci fornisce una visione complessiva su quanto stia accadendo in USA e su come l’Italia tema per la sua stabilità politica nonostante, sia il Governo che l’Opposizione, abbiano fatto fronte comune per tutelare Renzi ed i protagonisti dello scandalo mail russe, che ha tenuto banco per anni sulla stabilità di Trump stesso. In questa vicenda di spie e di politici, sembrerebbe esserci un ruolo protagonista ricoperto da uomini della magistratura, che avrebbero spianato la strada non solo alla componente politica AntiTrump, ma che avrebbero penalizzato anche alcuni progetti strategici del BelPaese come il porto di Taranto. Dopo lo scandalo Bonafede, molti si interrogano se la contropartita promessa al salvatore Renzi non abbia compreso anche una tutela dall’ira di Trump, oltre che alla solita tanto bisbigliata attenzione della magistratura per il padre e per la Boschi.
Ci spiega la ragione che vanta Trump contro Obama e su quali certezze si basa? E perchè l’Italia?
Difficile disporre delle informazioni di cui dispone il Presidente Trump. Tuttavia gli elementi sull’Italia si moltiplicano di giorno in giorno, e cosí i collegamenti con i governi PD dell’epoca. Dalle richieste di unmasking sul Generale Flynn, inspiegabilmente partite dall’Ambasciata Americana a Roma, alla imbarazzante posizione del Governo Italiano sul prof. Mifsud, fino ai caldeggiamenti del capo di FBI a Roma Kieran Ramsey (che é sempre quello che ha rifiutato di testimoniare nel mio processo) per la nomina di Marco Carrai alla direzione della cyber security Italiana; direi che c’é solo l’imbarazzo della scelta. Ma probabilmente questo é ancora nulla rispetto a quello di cui dispone Washington.
Parliamoci chiaramente, può trattarsi di una mossa pre elettorale del tipo “can che abbaia non morde”? In poche parole Fuffa, come dicono i sostenitori di Obama?
É un’osservazione che mi é stata fatta da diverse persone, anche molto addentro alla materia. Io credo, peró, che la eventuale ritorsione in questo ambito venga spesso erroneamente inquadrata nell’ambito della sfera personale, magari emotiva, dei singoli individui. Le faccio presente che un capo di governo che tollerasse un manifesto tentativo di sabotare la sua carica, a mezzo di infiltrati di un governo straniero, vilipenderebbe lo stesso impianto democratico che lo ha insediato.
Nel Governo Renzi, era forte la presenza di Cantone all’ANAC, presente tra l’altro alla famosa cena di Obama, poi sparito dalla visibilità mediatica. Successivamente si è scoperto l’asse Palamara – Ferri e lotti al CSM: La mano destra e quella sinistra insieme. Tutti dettagli che ad oggi sembrano più rilevanti alla luce della vicenda Trump e che evidenziano non solo l’atavico rapporto tra magistratura e politica, ma fanno luce su un livello superiore composto da magistratura ed intelligence. E’ una analisi sbagliata la mia, oppure è possibile che il maggior potere giudiziario-inquirente in Italia sia soggetto a pressioni straniere, con tutti i rischi che ne possono derivare per i cittadini italiani?
I rapporti tra magistratura ed intelligence, facilitati ulteriormente dal decreto del Governo Renzi del Novembre 2015, sono uno degli aspetti piú imbarazzanti su cui la magistratura Italiana si preoccupa bene di mantenere il riserbo. Basti pensare a tutte le volte in cui l’aspetto intelligence viene usato come argomento per aggirare un abuso nelle indagini; abuso che invece sarebbe impedito da una normale applicazione del codice penale. In sostanza, la frase “si tratta di un problema di sicurezza nazionale” é ormai diventata una formula per tutte le stagioni. Con immediati preoccupanti risvolti su come tutto questo venga usato contro gli avversari politici. In una delle mie tante corrispondenze, giacenti presso la Procura di Perugia, sottolineavo come le nostre indagini defensive avessero portato al rinvenimento di elementi tali da far ritenere “superato” il rischio che la magistratura Italiana perseguisse finalitá politiche. Infatti, vi sono concreti elementi per asserire che alcuni magistrati si stiano giá adoperando in politica estera. Riguardo, quindi, al dott. Cantone, credo la domanda da fargli sia su quali siano stati i suoi rapporti con l’ufficio di Victoria Nuland, grande promotrice del Russiagate presso il Dipartimento di Stato Americano, nonché amica personale dell’ex Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Attualmente sembra che l’accusa mossa dalla Procura di Roma nei suoi confronti abbia colpito ed affondato in primo grado, ma lei è riuscito sottoporre a valutazione per eventuali procedimenti disciplinari alcuni uomini di Stato, le cui indagini sono sotto verifica dal PM Narducci. Secondo lei è scattato un principio di autotutela tra Servitori del Paese, oppure, se vi saranno pressioni americane, si riuscirà ad accertare con più zelo eventuali colpe?
Vi sono al momento diversi procedimenti alla Procura di Perugia, nati in seguito ai nostri esposti. Riguardo alla miracolosa richiesta di archiviazione, insolitamente avvenuta in udienza preliminare per opera del GUP Valerio D’Andria, in favore del dott. Albamonte, io trovo imbarazzanti ed irresponsabili le dichiarazioni del giudice D’Andria. La tesi del giudice sarebbe che Albamonte e gli agenti del CNAIPIC hanno agito nel lecito nell’attuare una prolungata attivitá di hackeraggio di sistemi informatici posti sul territorio Americano. Noi sottoporremo le predicazioni del giudice D’Andria all’autoritá giudiziaria Americana.
Solitamente, quando si “abbatte” una persona ritenuta “chiave” in un determinato processo, si riscuote una taglia. C’è chi ha riscosso qualche successo personale dopo l’inchiesta Eye-Pyramid che ancora oggi la vede coinvolta?
Direi che in questo caso gli eventi non hanno permesso di riscuotere qualcosa ai promotori del complotto per rovesciare Trump. Tuttavia, é piú che evidente che tali individui avrebbero riscosso una grossa taglia se il disegno si fosse materializzato. E stiamo parlando di un tentativo di colpo di stato. Riguardo il dott. Albamonte, peró, mi pare che in quel periodo fosse stato eletto alla guida dell’ANM, con un solo voto di scarto. Se non fosse stato per l’inchiesta EyePyramid, probabilmente non avrebbe ottenuto nemmeno quella carica.
Una cosa bisogna però riconoscerla agli appassionati dei complotti. L’hashtag #ObamaGate in poche ore ha totalizzato tantissimi tweets che l’hanno buttato in tendenza su Twitter, ma in Italia sembra non essere accaduto nulla in quei giorni, perché secondo lei questo silenzio da parte dei media e degli attori politici principali del Bel Paese?
Credo che la stampa mainstream Italiana dovrebbe in futuro avere il buon gusto di evitare di contestare comportamenti omertosi a quelli che sono vittima di associazioni a delinquere, considerato che, per prima, la stampa Italiana é silente su fatti ben piú gravi; e non si comprende nemmeno quale sia la minaccia che la indurrebbe al silenzio.
Nella prima intervista che mi ha concesso, mi disse che al tempo dell’inchiesta era impegnato con alcune aziende vicine al governo americano nel porto di Taranto. Si mormora che quello scalo sarà “svenduto” ai cinesi. diciamo che in questa vicenda ci ha perso sia l’america di Obama che quella di Trump, non trova? O c’è qualcosa che non sappiamo nei rapporti tra l’America di Obama e la Cina?
Io credo che aver sabotato la seconda opera pubblica d’Italia (la prima doveva essere il ponte sullo stretto di Messina, che non si é mai fatto), per altro interamente finanziata da importanti banche private anglosassoni, sia stato solo il primo passo verso una situazione di soffocamento economico; soffocamento tale da costringere ad una successiva svendita sottoprezzo di un asset strategico. A proposito, qualcuno dovrebbe sempre domandare al dott. Albamonte come mai lui stesso avesse tale grande interesse per il Porto di Taranto; e come mai lo stesso Direttore della Polizia Postale Roberto Di Legami (rimosso la sera successiva al nostro arresto), facesse fiera esibizione dei faldoni del nostro progetto del Porto di Taranto, alla stampa. Non ho ancora capito quale fosse la rilevanza di un primario progetto infrastrutturale Italiano nella materia cyber.
Ritorniamo ai complotti. A proposito, Renzi e Carrai fanno ancora coppia fissa, l’Ex premier è al Governo del paese ed è entrato nel cerchio magico di Obama, Blair e Bildeberg, quante possibilità ci sono che dinanzi ad eventuali responsabilità cadrà in piedi anche questa volta?
Secondo me, nessuna.
La cosa che però non mi torna è l’atteggiamento della destra sul tema, se Salvini è muto, perchè bollato come più russo che filoamericano, Meloni invece dovrebbe esporsi perchè sempre fa riferimento al patto atlantico, a cosa è dovuto tutto questo silenzio su una vicenda che potrebbe dargli un beneficio duplice? Far cadere il Governo a causa di Renzi e mettere il Senatore di Italia Viva fuori gioco come aspirante leader del paese.
Provo un forte disturbo nell’assistere alla goffa pratica del silenzio da parte di illustri esponenti del centro-destra Italiano, sul tema SpyGate contro Trump. Nella migliore delle ipotesi si tratta di uno stato di forte confusione ideologica della destra Italiana. Nella peggiore, si tratta di riprovevoli rapporti tra esponenti del centro-destra Italiano e primari attori dello SpyGate; rapporti che assumo non mancheranno di essere portati alla luce.
Editoriali
Robot e Diritti: il Confucianesimo Come Alternativa?”
Tempo di lettura: 2 minuti. Mentre i robot assumono ruoli sempre più importanti nel mondo, una nuova analisi propone una prospettiva diversa sui diritti dei robot, suggerendo un approccio confuciano.

La crescente presenza di robot nella nostra società ha aperto dibattiti significativi sulla loro condizione morale e legale. Tuttavia, concedere diritti ai robot potrebbe non essere l’idea più corretta. Un’analisi recente propone invece una prospettiva diversa, basata sul Confucianesimo.
Perché concedere Diritti ai Robot potrebbe non essere la soluzione
La ricerca, condotta da Tae Wan Kim, professore associato di Etica Aziendale alla Tepper School of Business dell’Università Carnegie Mellon (CMU), è stata pubblicata su Communications of the ACM, una rivista dell’Association for Computing Machinery. “Le persone sono preoccupate per i rischi legati alla concessione di diritti ai robot”, osserva Kim. “Ma riconoscere diritti non è l’unico modo per affrontare la questione morale dei robot. Potrebbe essere più efficace considerare i robot come portatori di riti, non di diritti.”
Confucianesimo come alternativa
Nonostante molti ritengano che rispettare i robot debba portare alla concessione di diritti, Kim sostiene un approccio diverso. Il Confucianesimo, un antico sistema di credenze cinese, si concentra sul valore sociale dell’armonia; gli individui diventano distintamente umani attraverso la capacità di concepire gli interessi non solo in termini di interesse personale, ma includendo anche una dimensione relazionale e comunitaria.
Considerando i robot, Kim suggerisce che l’alternativa confuciana di assegnare riti – o ciò che lui chiama “obblighi di ruolo” – ai robot sia più appropriata rispetto alla concessione di diritti. Il concetto di diritti è spesso avverso e competitivo, e un potenziale conflitto tra esseri umani e robot è preoccupante.
“Attribuire obblighi di ruolo ai robot favorisce il lavoro di squadra, stimolando la comprensione che questi obblighi debbano essere adempiuti in modo armonioso”, spiega Kim. “L’intelligenza artificiale (IA) imita l’intelligenza umana, quindi, perché i robot si sviluppino come portatori di riti, devono essere alimentati da un tipo di IA che può imitare la capacità umana di riconoscere ed eseguire attività di squadra. E una macchina può apprendere questa abilità in vari modi.”
Editoriali
Facebook multata per 1,3 miliardi. L’Italia esce sconfitta … ancora una volta
Tempo di lettura: 2 minuti. Il Garante Irlandese multa Meta per la gestione allegra del suo primo social. Finisce l’impunità di una piattaforma che in Italia ha invece trovato solo tappeti rossi, proprio dall’ultimo Garante.

Facebook è stata multata dal garante irlandese dopo tanti anni che è riuscito a prelevare i dati dei cittadini europei spostandoli negli Stati Uniti d’America con il fine di potenziare i suoi sistemi di profilaazione pubblicitaria in barba alle regole stabilite dal GDPR.
L’attività di Facebook, considerata contro legge a differenza di Instagram e WhatsApp, ha messo in moto un sistema che acconsentito al gigante tecnologico di raccogliere dati utili al suo pannello di gestione di business utilizzato successivamente per vendere posizionamenti pubblicitari a tutti coloro che sono interessati alle attività di social media marketing. Gli stessi dati però sono stati utilizzati anche per attività riferite a campagne politiche ed in alcuni casi alla manipolazione del consenso attraverso operazioni discutibili come quella più famosa di Cambridge Analytica ed ultima quella sollevata dal Garante Italiano su un sondaggio tra gli elettori intervistati in occasione delle ultime elezioni italiane.
Si aggiunga anche che la piattaforma ha utilizzato una grande Mole di dati per veicolare sondaggi nel periodo di pandemia destinati alla popolazione con il fine di effettuare una mappatura sanitaria dello status dei suoi utenti, dati sensibili in pratica ceduti spontaneamente, riguardante le abitudini e le informazioni che spettavano, soprattutto nei paesi democratici come l’Italia, ad Istituzioni governative.
La questione Facebook dimostra ancora una volta che è stato sanzionato un gigante tecnologico per una cifra seppur sostanziosa, record secondo la storia, avvenuta in ritardo con la possibilità per la multinazionale guidata di generare un traffico economico, commerciale e di utenti almeno 10 volte più grande. La sanzione avviene dopo che gli accordi tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti si erano distesi grazie allo scudo permissivo sul trasferimento di alcuni dati oltre oceano.
Facebook nell’ultimo periodo ha più volte lamentato l’impossibilità di procedere secondo una logica commerciale utile al suo business in virtù del fatto che la sua prima fonte di guadagno si basa proprio sulla profilazione dei suoi utenti. Non è chiaro ancora quanto sia stata incidente l’Italia nei 1,3 miliardi di multa effettuata, ma è chiaro che la quota italiana comunque rappresenta un tardivo procedimento nei confronti di una multinazionale che nel corso di questi anni avviato una attività di lobbyin considerevole, penetrando appieno nelle Istituzioni attraverso attività “filantropiche”.
Come scritto in precedenza, tra i dati spostati negli Stati Uniti d’America figurano anche quelli di minori iscritti alla piattaforma che consente per legge l’accesso ai maggiori 13 anni in barba alle attività di sensibilizzazione rivolte ai più piccoli dove è parte il Garante della Privacy che avrebbe dovuto multare e vigilare, così come Facebook ha sposto i dati di 500 milioni di utenti nel mondo ed il Garante a suo tempo ha saputo dire solo “stiamo collaborando con Meta”.
Sudditanza psicologica direbbe qualcuno, ma per fortuna non in tutte le porte degli Organi di controllo. Quando ha provato a sottopagare i diritti degli artisti televisivi, si è trovata l’Autorità Garante per il Mercato della Concorrenza che l’ha costretta a trovare un accordo temporaneo.
La risposta dell’Europa seppur tardiva è comunque un segnale che arriva dopo molto tempo e che ha già coinvolto una società come Amazon con le stesse motivazioni e la metà dell’importo chiesto invece alla piattaforma di Mark Zuckerberg.
Editoriali
Il tempo è galantuomo: il Garante ha bloccato anche Google secondo i media
I giornali italiani che a breve riceveranno soldi per la campagna promozionale di #openAi voluta dal BLOCCO del Autorità Garante per la protezione dei dati personali
Scrivono che Google non ha immesso #bard nel mercato europeo sospettando addirittura che la causa sia il blocco a #chatgpt fatto nel mese precedente.
Il problema non è se sia giusto o sbagliato, ma che prima di regolare qualcosa, bisognerebbe conoscerla a fondo ed il ministro tedesco aveva avvisato su questo dettaglio.
Da paladino dell’Europa a censore: il passo è stato molto breve.
Facile prendersela con i deboli …
Detto ciò, c’è una cosa positiva: l’Europa, se davvero tiene ai dati dei suoi cittadini … adesso dovrebbe fornire un’alternativa compatibile con le nostre regole.
C’è?
Oppure restiamo senza intelligenza artificiale e ci resta solo quella del Garante Privacy e dei suoi componenti?
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