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Iacoboni e Cottarelli hanno diffuso notizie false sul gas

Tempo di lettura: 5 minuti. Il giornalista “che importa se Putin ci taglia il Gas” e l’economista “accordo con l’Algeria è un successo” hanno fallito le previsioni

Tempo di lettura: 5 minuti.

La guerra in Ucraina non ha solo creato un macello in termini di vite innocenti, ma ha messo al collasso l’economia europea. I pronostici iniziali degli esperti e degli editorialisti impegnati sui media sono saltati tutti e non hanno trovato ad oggi riscontro.

Dai 10 giorni di durata della guerra, ai 30 del default russo e della fine della guerra sono passati 6 mesi.

180 giorni dove muoiono innocenti, civili, donne e bambini e dove il mondo sta subendo la sua nuova rivoluzione industriale e sociale dopo appena due anni di pandemia da Covid che non ha creato lo scompiglio sufficiente a farci capire che oramai eravamo al collasso economico.

Sono anni che l’autunno “sarà sempre più caldo“, ripotano i media, ma non per il gas che ci riscalda, bensì per le tensioni sociali che possono derivare dalla scarsità delle risorse disponibili, dall’inflazione sui beni di prima necessità e dalle questioni politiche sempre più complesse per via di uno sviluppo industriale non più a senso unico, che ha creato centri di potere distanti e temerari degli ululati occidentali.

Questo è quello che molti non hanno compreso, hanno sottovalutato, ed oggi devono ricredersi e forse chiedere scusa agli ucraini ed a noi cittadini. Tra colleghi non bisogna parlare male del lavoro altrui ed è indiscutibile che la storia giornalistica di Jacopo Iacoboni parla per sè, ma quando un professionista dell’informazione finisce per diventare editorialista, quindi orientato verso un’area rispetto ad un’altra, si perde il contatto con il territorio e si scrive non per la massa, ma per chi ha piacere a leggere la campana preferita: la stessa che sui social ci racchiude dentro una bolla.

In poche parole, chi legge Iacoboni, sa quello che il collega scrive e come la pensa su molte questioni a cui ha dedicato anche diversi scritti e possiamo citare le ingerenze russe in Italia ed il sistema del Movimento Cinque Stelle quando tutti lo reputavano il partito che “avrebbe aperto l’Italia come una scatoletta di tonno”.

Questa volta però, Jacopo non ha mancato di rispetto al potente di turno e non ha detto la verità che la guerra dell’Ucraina con Putin, tralasciata per anni dalla stampa occidentale, avrebbe portato una ventata di crisi mostruosa nella politica europea ed in quella italiana soprattutto. Nella ricerca Draghi Asocial realizzata da Matrice Digitale, se c’è un paladino dell’attività politica di Draghi che sui social ha raccolto consensi è proprio lui con un primato di tutto rispetto.

In data 8 marzo, il giornalista de La Stampa, che, a differenza del suo direttore, ha avuto sempre il coraggio di dire come la pensa, di elencare la lista dei suoi nemici, e mai si è nascosto dietro la neutralità di pensiero facendo credere agli altri di essere imparziale, ha pubblicato un tweet sulla questione sanzioni, gas e sull’esito della guerra:

In questi giorni chi è andato ad attivare un nuovo contratto di “luce e gas” non potendo trasferire le condizioni attuali, avrà pensato spesso a Jacopo e a chi ha sempre detto che la guerra fosse l’unica soluzione per sconfiggere Putin e la Russia. Nonostante i gestori attuali si sia comportati in modo corretto con i loro clienti acquisiti, ci sono stati aumenti, ma che non sempre hanno dato la percezione del salasso energetico.

Chi si trova ad attivare un contratto energetico ha questo scenario:

Da che pagava la luce 0,07 al kWh mentre il gas 0,28.

L’offerta attuale è di 0,50 al kWh per l’elettricità mentre il gas ad 1,8

La domanda che sorge spontanea è proprio questa: davvero un noto giornalista italiano, con una aggressività dialettica sui social si è affidato alle sue fonti senza verificarle?

Come si sente adesso, dinanzi ad una crisi dove aziende hanno subito aumenti di 9 volte il prezzo in bolletta del gas e non si è concretizzato quanto da lui garantito ai suoi lettori e seguaci?

In questi giorni molti avranno pensato anche a Cottarelli con la sua frase “L’Algeria diventa il primo fornitore di Gas“.

Questa dichiarazione ha mostrato la vera natura di un economista che ha praticamente fatto intendere la soluzione di tutti i problemi di approvvigionamento italiano grazie ad un accordo stipulato con un paese che aveva relazioni con l’Italia da anni. Il risultato? L’Italia ha un ammanco di 3 miliardi e mezzo di metri cubi di gas e la riduzione non partirà dall’inverno, ma da adesso in piena Estate. Cottarelli, che non ha idea di come si vive in Italia, di quanto costa un kg di pane e di cosa vuol dire vivere senza pensione o con un vitalizio di 1000 euro dopo 41 anni di contributi versati, non sa che la sua azienda statale preferita Eni, non solo non ha contratti ed offerte per le nuove attivazioni, ma ha anche un prezzo maggiore di 2,2 del gas e 0,5 dell’energia elettrica. Inoltre, l’esperto di conti pubblici non è consapevole, perché se lo fosse sarebbe in malafede, che la nostra società energetica ha sede in Olanda e paga meno tasse anche sugli extra profitti che sta invece raccogliendo senza distribuirli sulla popolazione.

Degli effetti algerini, non c’è alcuna vista, così come il prezzo del gas è destinato ad oscillare non sotto i 270 euro almeno fino al 2024. Prima era di 80

Notizia, questa, che ha allertato i censori dell’informazione, alla ricerca dei troll russi anche quando non ci sono, ed è stata addirittura classificata mesi fa come una strategia per incuterci ansia da parte del regime di Mosca. Tra l’altro, Bloomberg, che russo non è lo aveva annunciato ed oggi si è avverato.

Il Corriere della Sera, articolo firmato da Rampini, scrive che il gas russo è diventato l’oggetto del contendere anche a livello internazionale dopo che India e Cina, circa il 40% della popolazione mondiale in 2 nazioni, ne hanno aumentato la richiesta dalla Russia e questo ha messo il collega Jacoboni in una situazione ancora più spigolosa nei confronti dei suoi lettori e soprattutto in quelli che hanno orientato il proprio pensiero in questi mesi credendo di essere nel “giusto” ed oggi si trovano improvvisamente a fare i conti con i rincari di gas e luce che un anno fa erano a prezzi di 5 ed 8 volte minori.

Mettiamoci anche le 90.000 imprese già chiuse per la crisi energetica, le bollette che stanno costringendo i grossi gruppi industriali ad aprire di notte ed a ridurre le forze lavoro.

Che Cottarelli sia un Cottarelli, questo possiamo aspettarcelo, ma da un giornalista che scrive per la massa, non solo è avvenuto un tradimento al patto con il lettore, ma è da ritenersi parte del problema che ha voluto risolvere il conflitto con altrettanto odio senza pensare ai riscontri che una guerra a pochi passi da casa avrebbe potuto portare.

Sono passati 180 giorni, la guerra non è finita, la crisi economica è solo agli inizi e le armi inviate in Ucraina sono per i prossimi due anni. Non proprio come ha scritto Jacopo Iacoboni sempre l’8 marzo.

Chiederà scusa ai cittadini italiani per via della notizia falsa diffusa?

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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