Editoriali
Il New York Times lancia un servizio Tor Onion del suo sito web

Mentre molte persone pensano che la rete oscura non sia buona, ad eccezione dell’acquisto di droghe e armi da fuoco, una nuova innovazione ha reso possibile leggere anche le notizie sulla stessa piattaforma.
Il 27 del mese scorso il New York Times ha annunciato che stava lanciando un servizio Tor Onion del suo sito web, all’indirizzo https://www.nytimes3xbfgragh.onion/.
Il lancio è stato un “esperimento in connessione sicura” sul dark web e sarà accessibile solo attraverso l’uso di TOR (The Onion Router).
Il Times ha anche aggiunto che questo servizio era in fase di sviluppo e che non esiste alcuna garanzia che funzioni come login e commenti funzionino. L’implementazione arriverà a ondate, hanno anche detto.
In un post sul blog, il direttore della sicurezza informatica del New York Times, Runa Sandvik, ha affermato che: “Il servizio di cipolla del New York Times è sia sperimentale che in fase di sviluppo.
Ciò significa che alcune funzionalità, come accessi e commenti, sono disabilitate fino alla fase successiva della nostra implementazione. Ottimizzeremo le prestazioni del sito, pertanto potrebbero verificarsi interruzioni occasionali mentre apportiamo miglioramenti al servizio. Il nostro obiettivo è quello di abbinare le funzionalità attualmente disponibili sul sito principale del New York Times. “
L’obiettivo, afferma, è “abbinare le funzionalità attualmente disponibili sul sito principale del New York Times” nel tempo. Lo scopo di questo lancio è quello di fornire ai lettori l’accesso al sito web, nonostante monitor o blocchi che cercano di prevenirli e avere un dominio onion aumenterà la sicurezza per i lettori che accederanno ad esso.
Come ha affermato il Times: “Il New York Times riporta storie su tutto il mondo e i nostri rapporti sono letti da persone di tutto il mondo. Alcuni lettori scelgono di usare Tor per accedere al nostro giornalismo perché sono tecnicamente bloccati dall’accedere al nostro sito web; o perché si preoccupano del monitoraggio della rete locale; o perché si preoccupano della privacy online; o semplicemente perché questo è il metodo che preferiscono. “
In alcune parti del mondo, i governi hanno regole che controllano l’uso di Internet, tra cui il blocco di alcuni siti web e l’altro l’indagine sull’uso locale di Internet.
Ciò significa che chiunque abbia accesso a Tor può accedere al Times in modo privato e sicuro senza alcuna interferenza da parte di nessuno.
Sandvik ha affermato che un modo in cui possiamo aiutare è impostare nytimes.com come un servizio di creazione di servizi onion
il sito web “accessibile tramite un tunnel Tunnel attraverso la rete Tor” speciale, sicuro e difficile da bloccare “.
“Tali strumenti assicurano ai nostri lettori che il nostro sito Web può essere raggiunto senza monitor o blocchi e forniscono ulteriori garanzie che i lettori siano collegati in modo sicuro al nostro sito web”, ha spiegato Sandvik.
I rapporti suggeriscono che il servizio di cipolla è stato predisposto per consentire ai lettori cinesi di salire a bordo anche se Sandvik non ha ufficialmente designato alcun paese per il dispiegamento della censura. I siti web del New York Times dispongono di tre lingue per la lettura dei contenuti. Sono inglese, spagnolo e cinese.
I servizi di cipolla sono per lo più indicati come “servizi nascosti” o “la rete oscura”. Una cipolla è un suffisso di dominio di livello superiore di uso speciale che designa un servizio nascosto anonimo raggiungibile tramite la rete Tor. Quindi, in sostanza, un servizio di cipolla è uno che può essere raggiunto senza alcuna forma di interferenza da parte di terzi durante la ricerca dei dettagli di navigazione.
Il software Tor ti protegge anche facendo rimbalzare le tue comunicazioni su una rete distribuita di relè in tutto il mondo. In questo modo impedisce a qualcuno che guarda la tua connessione Internet di imparare quali siti visiti, impedisce ai siti che visiti di apprendere la tua posizione fisica e ti consente di accedere ai siti che sono bloccati.
Quindi, per poter accedere a questo nuovo sito Web dal New York Times, è necessario installare il browser Tor prima di puntarlo sul collegamento a cipolla.
Ora nel corso degli anni, molte organizzazioni hanno avuto servizi di cipolla in particolare Facebook e ProPublica con ciascuna di queste organizzazioni creando strumenti personalizzati per supportare le loro implementazioni.
Il New York Times, tuttavia, ha dichiarato che il loro servizio di onion è stato creato utilizzando l’EK (Enterprise Onion Toolkit) open source, che automatizza gran parte delle attività di configurazione e gestione.
Editoriali
Per uno spot da 4 soldi, il Garante Privacy ha escluso l’Italia dal tour Europeo di Chat GPT
Tempo di lettura: 3 minuti. Oltre al danno tecnico, la beffa istituzionale. Unico paese democratico al mondo ad aver preso le distanza dall’azienda di Altman. Che ha ricambiato subito

Sam Altman di OpenAI ha viaggiato per tutta l’Europa dimenticandosi di fare tappa nella splendida Italia che risulta tra le sue nazioni preferite come egli stesso ha dichiarato in occasione del contenzioso con il Garante Privacy.
Il capo di ChatGPT ha avviato una serie di lunghi viaggi in giro per il mondo incontrando i diversi governi saltando però il Bel Paese. Le riflessioni potrebbero anche essere molteplici, e la scelta di saltare il duo Italia e Vaticano ha indignato molti tecnici ed analisti del settore tra cui giornalisti che timidamente hanno ha avuto il coraggio di parlare delle presunte responsabilità sulla mancata visita nello stivale del nuovo Tycoon del mondo Big Tech.
Non c’è da stupirsi se però si considera che l’Italia sia stata l’unica nazione “democratica” a bloccare ChatGPT per un mese e questo assunto è stato più svolte smentito dall’Autorità Garante per la Protezione dei Dati del nostro paese nonostante la stampa internazionale ha sempre parlato di un blocco nei confronti dell’attività dell’intelligenza artificiale più famosa del mondo. Solo in Italia c’è stato chi da analista, da professionista e da giornalista ha spesso portato avanti la tesi che Chat GPT si fosse autoesclusa dal mercato perché in difetto.
Dopo un confronto tra le parti, a cui avrebbe partecipato addirittura lo stesso Altman come dichiarato dal comunicato vittorioso del Garante Privacy a suo tempo, oltre a stabilire quali fossero le richieste tecniche per conformare OpenAI al GDPR, la società doveva avviare una campagna informativa con lo stesso Garante su tutti i media per sensibilizzare le persone al trattamento dei dati in occasione dei nuovi quanto sconosciuti applicativi di intelligenza artificiale che stanno spopolando anche tra la massa. Ad oggi, a distanza di 15 giorni da quando sarebbe dovuta partire la campagna informativa, il 15 maggio 2023, non vi è traccia di pubblicità istituzionale su alcun media, ed oltre al clamore che più volte si è ritagliata l’Autorità Garante in giro per il mondo, quello che resta dell’evento è l’assenza di una tappa italiana dal tour di Sam Altman, ospitato in giro perl ‘Europa non di certo per parlare del GDPR.
I soldi della pubblicità valgono più delle visite Istituzionali
Quanto occorso in questi giorni non va assolutamente nella direzione di un buon lavoro svolto nei confronti di una nuova tecnologia da parte dell’unico organismo al mondo che ha da subito bloccato un applicativo con una inusitata velocità scaturita da un provvedimento urgente sottoscritto dal presidente del collegio, chiedendo tra l’altro in cambio dei soldi sottoforma di sanzione un investimento sotto forma di pubblicità istituzionale su cui non è stato nemmeno emesso un bando per la selezione dell’agenzia pubblicitaria nè tantomeno per la diffusione.
Una gestione politica di un evento che ha favorito i nostri competitor
Una gestione politica che può essere abbondantemente giudicata negativamente e che ha recato un danno di immagine al paese messo in secondo piano rispetto a Portogallo, Spagna, Germania, e Francia. Nonostante l’Italia sia una delle mete preferite dal CEO di OpenAI, Sam Altman ha fatto intendere che la sede europea del colosso chat GPT verrà aperta proprio in sotto la Torre Effeil. Se così fosse, l’attività del Garante della Privacy è stata utile a rafforzare la posizione concorrenziale di un paese estero con l’ingresso di nuovi investimenti di una delle società più solide al mondo dal punto di vista della crescita del proprio valore che avrebbe portato nuovi posti di lavoro.
Garante dei cittadini francesi?
Considerando che questo tipo di attività spesso ricorre all’interno del nostro paese , urge considerevolmente una posizione da parte del Governo di stabilire quelle che sono materie di interesse nazionale su cui dovrebbe scattare, magari con un provvedimento urgente, la verifica da parte di chi ha a cuore gli interessi nazionali nel settore strategico dell’economia globale. Forse solo così sarà chiaro a chi ricopre incarichi pubblici di onorare al meglio il proprio stipendio possibile grazie ai fondi dei contribuenti che individuano nella classe politica e nella classe dirigente da lei indicata, uno stakeholder delle proprie economie.
Editoriali
Robot e Diritti: il Confucianesimo Come Alternativa?”
Tempo di lettura: 2 minuti. Mentre i robot assumono ruoli sempre più importanti nel mondo, una nuova analisi propone una prospettiva diversa sui diritti dei robot, suggerendo un approccio confuciano.

La crescente presenza di robot nella nostra società ha aperto dibattiti significativi sulla loro condizione morale e legale. Tuttavia, concedere diritti ai robot potrebbe non essere l’idea più corretta. Un’analisi recente propone invece una prospettiva diversa, basata sul Confucianesimo.
Perché concedere Diritti ai Robot potrebbe non essere la soluzione
La ricerca, condotta da Tae Wan Kim, professore associato di Etica Aziendale alla Tepper School of Business dell’Università Carnegie Mellon (CMU), è stata pubblicata su Communications of the ACM, una rivista dell’Association for Computing Machinery. “Le persone sono preoccupate per i rischi legati alla concessione di diritti ai robot”, osserva Kim. “Ma riconoscere diritti non è l’unico modo per affrontare la questione morale dei robot. Potrebbe essere più efficace considerare i robot come portatori di riti, non di diritti.”
Confucianesimo come alternativa
Nonostante molti ritengano che rispettare i robot debba portare alla concessione di diritti, Kim sostiene un approccio diverso. Il Confucianesimo, un antico sistema di credenze cinese, si concentra sul valore sociale dell’armonia; gli individui diventano distintamente umani attraverso la capacità di concepire gli interessi non solo in termini di interesse personale, ma includendo anche una dimensione relazionale e comunitaria.
Considerando i robot, Kim suggerisce che l’alternativa confuciana di assegnare riti – o ciò che lui chiama “obblighi di ruolo” – ai robot sia più appropriata rispetto alla concessione di diritti. Il concetto di diritti è spesso avverso e competitivo, e un potenziale conflitto tra esseri umani e robot è preoccupante.
“Attribuire obblighi di ruolo ai robot favorisce il lavoro di squadra, stimolando la comprensione che questi obblighi debbano essere adempiuti in modo armonioso”, spiega Kim. “L’intelligenza artificiale (IA) imita l’intelligenza umana, quindi, perché i robot si sviluppino come portatori di riti, devono essere alimentati da un tipo di IA che può imitare la capacità umana di riconoscere ed eseguire attività di squadra. E una macchina può apprendere questa abilità in vari modi.”
Editoriali
Facebook multata per 1,3 miliardi. L’Italia esce sconfitta … ancora una volta
Tempo di lettura: 2 minuti. Il Garante Irlandese multa Meta per la gestione allegra del suo primo social. Finisce l’impunità di una piattaforma che in Italia ha invece trovato solo tappeti rossi, proprio dall’ultimo Garante.

Facebook è stata multata dal garante irlandese dopo tanti anni che è riuscito a prelevare i dati dei cittadini europei spostandoli negli Stati Uniti d’America con il fine di potenziare i suoi sistemi di profilaazione pubblicitaria in barba alle regole stabilite dal GDPR.
L’attività di Facebook, considerata contro legge a differenza di Instagram e WhatsApp, ha messo in moto un sistema che acconsentito al gigante tecnologico di raccogliere dati utili al suo pannello di gestione di business utilizzato successivamente per vendere posizionamenti pubblicitari a tutti coloro che sono interessati alle attività di social media marketing. Gli stessi dati però sono stati utilizzati anche per attività riferite a campagne politiche ed in alcuni casi alla manipolazione del consenso attraverso operazioni discutibili come quella più famosa di Cambridge Analytica ed ultima quella sollevata dal Garante Italiano su un sondaggio tra gli elettori intervistati in occasione delle ultime elezioni italiane.
Si aggiunga anche che la piattaforma ha utilizzato una grande Mole di dati per veicolare sondaggi nel periodo di pandemia destinati alla popolazione con il fine di effettuare una mappatura sanitaria dello status dei suoi utenti, dati sensibili in pratica ceduti spontaneamente, riguardante le abitudini e le informazioni che spettavano, soprattutto nei paesi democratici come l’Italia, ad Istituzioni governative.
La questione Facebook dimostra ancora una volta che è stato sanzionato un gigante tecnologico per una cifra seppur sostanziosa, record secondo la storia, avvenuta in ritardo con la possibilità per la multinazionale guidata di generare un traffico economico, commerciale e di utenti almeno 10 volte più grande. La sanzione avviene dopo che gli accordi tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti si erano distesi grazie allo scudo permissivo sul trasferimento di alcuni dati oltre oceano.
Facebook nell’ultimo periodo ha più volte lamentato l’impossibilità di procedere secondo una logica commerciale utile al suo business in virtù del fatto che la sua prima fonte di guadagno si basa proprio sulla profilazione dei suoi utenti. Non è chiaro ancora quanto sia stata incidente l’Italia nei 1,3 miliardi di multa effettuata, ma è chiaro che la quota italiana comunque rappresenta un tardivo procedimento nei confronti di una multinazionale che nel corso di questi anni avviato una attività di lobbyin considerevole, penetrando appieno nelle Istituzioni attraverso attività “filantropiche”.
Come scritto in precedenza, tra i dati spostati negli Stati Uniti d’America figurano anche quelli di minori iscritti alla piattaforma che consente per legge l’accesso ai maggiori 13 anni in barba alle attività di sensibilizzazione rivolte ai più piccoli dove è parte il Garante della Privacy che avrebbe dovuto multare e vigilare, così come Facebook ha sposto i dati di 500 milioni di utenti nel mondo ed il Garante a suo tempo ha saputo dire solo “stiamo collaborando con Meta”.
Sudditanza psicologica direbbe qualcuno, ma per fortuna non in tutte le porte degli Organi di controllo. Quando ha provato a sottopagare i diritti degli artisti televisivi, si è trovata l’Autorità Garante per il Mercato della Concorrenza che l’ha costretta a trovare un accordo temporaneo.
La risposta dell’Europa seppur tardiva è comunque un segnale che arriva dopo molto tempo e che ha già coinvolto una società come Amazon con le stesse motivazioni e la metà dell’importo chiesto invece alla piattaforma di Mark Zuckerberg.
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