Editoriali
La rete Tor rappresenta la rete di anonimato più popolare, attualmente utilizzata da milioni di utenti in tutto il mondo
La rete Tor rappresenta la rete di anonimato più popolare, attualmente utilizzata da milioni di utenti in tutto il mondo. Tuttavia, il controllo degli accessi non esiste per gli utenti della rete Tor, il che rende la rete vulnerabile agli attacchi malevoli e all’abuso di botnet. Ad esempio, gli avversari spesso sfruttano i nodi di uscita relay utilizzandoli come trampolini di lancio per varie forme di attacchi dannosi, costringendo i fornitori di servizi a utilizzare CAPTCHA per uscire dagli indirizzi IP dei nodi di inoltro o persino a inserirli tutti nella lista nera, il che si traduce in maggiori problemi di usabilità per gli onesti utenti Tor .
Per mitigare questo problema, un gruppo di ricercatori ha recentemente proposto “TorPolice”; il primo framework per la conservazione del controllo di accesso alla privacy per Tor. TorPolice funziona tramite l’attivazione di provider di servizi afflitti da abuso, ad es. Yelp, per implementare le regole di accesso alla polizia e sopprimere le richieste maligne trasmesse attraverso la rete Tor, continuando a offrire servizi di rete agli utenti onesti di Tor. A maggior ragione, TorPolice fornisce a Tor un controllo di accesso universale per i nodi relay; quindi, massimizzando l’immunità di Tor contro gli attacchi botnet. Gli sviluppatori del framework hanno testato un prototipo di TorPolice che ha dimostrato che può migliorare notevolmente la privacy degli utenti della rete Tor.
Gli obiettivi di design di TorPolice:
TorPolice agisce aggiungendo il controllo dell’accesso alle connessioni anonime che si svolgono sulla rete Tor, vantaggioso sia per i provider di servizi, sia per la stessa rete Tor. Oltre alle strutture basate su capacità precedentemente proposte, la struttura di TorPolice è progettata per attenuare tre sfide;
Conservazione dell’anonimato degli utenti di Tor.
Prevenzione della creazione di punti di controllo centrale.
Creazione di un framework implementabile in modo incrementale.
Criteri di accesso definiti dal servizio: quasi il 70% di tutti i nodi di uscita in tutta la rete Tor sono elencati come spammer di commenti da Project Honey Pot, che ha causato un gran numero di fornitori di servizi e reti di distribuzione del contenuto (CDN) per filtrare e bloccare il traffico di rete emergente da Tor. Per alleviare questa tensione tra fornitori di servizi e utenti Tor, TorPolice è progettato per consentire ai service provider di delineare e applicare regole di accesso speciali per tutte le forme di connessioni Tor, consentendo loro di impedire gli attacchi dannosi di Tor, offrendo comunque i servizi agli onesti utenti Tor . In quanto tale, TorPolice è una struttura resiliente che consente ai fornitori di servizi di delineare le loro politiche di accesso speciali.
Prevenzione degli attacchi botnet su Tor: poiché la rete Tor rappresenta di per sé una forma di fornitore di servizi, è vulnerabile agli attacchi botnet; che si basano su server di comando e controllo (C & C) che sono ospitati sotto forma di servizi anonimi a cipolla, nonché attacchi DDoS rivolti a nodi relay selezionati. Il framework di TorPolice consente alla rete Tor di controllare come i client di Tor utilizzano la rete, rendendo possibile proteggere la rete dall’abuso. A prescindere dalla frequenza di limitazione locale di ciascun nodo relè, l’algoritmo di controllo di accesso fornito da TorPolice è globale, ovvero un avversario non può bypassare le difese del framework tramite la connessione a tutti i nodi di relè.
Tutela della privacy degli utenti Tor:
TorPolice non compromette le garanzie di anonimato di Tor. Anche se TorPolice aggiunge un nuovo livello di funzionalità; controllo degli accessi, questo livello separa l’attività di un utente Tor dalla sua identità; quindi, preservando l’anonimato online degli utenti di Tor.
Autorità completamente decentralizzate e parzialmente attendibili:
In conformità con l’obiettivo progettuale di Tor della fiducia decentralizzata, TorPolice dipende da un gruppo di autorità di accesso (AP) completamente decentralizzate, ma parzialmente attendibili, per supervisionare varie funzionalità. Un’autorità di accesso (AA) è gestita dal progetto Tor o da un intermediario fidato (terza parte). Anche se gli utenti Tor possono selezionare qualsiasi AA per accedere a varie funzionalità, nessun singolo AA possiede una vista universale su tutti gli utenti Tor. Ancor più, ciascuno degli AA disponibili è solo parzialmente attendibile e una volta che un AA agisce con disonestà o viene compromesso, il fornitore di servizi lo inserirà nella lista nera.
Editoriali
Ferragni pagliaccio: l’indignazione della rete alla prima dell’Espresso
Tempo di lettura: 2 minuti. La copertina de L’Espresso su Chiara Ferragni vestita da pagliaccio ha scatenato diverse reazioni, ma chi ha letto l’inchiesta?
Chiara Ferragni compare truccata da pagliaccio in prima pagina de L’Espresso che ne descrive la scarsa trasparenza nella gestione societaria e si fa riferimento a scatole cinesi, manager indagati e dipendenti pagati poco.
Tutto legale fino ad oggi, sia chiaro, ma se questo è il modello di Business da studiare ad Harvard, si può ampiamente pensare che negli USA siano arrivati tardi. Ritornando con i piedi per terra e conscendo molte realtà statunitensi, sarebbe da stupidi mettere Chiara Ferragni al primo posto di come si gestisce un’azienda: non è la prima e nemmeno l’ultima.
Matrice Digitale è la testata che ha denunciato per prima l’affaire di Sanremo, che ha giudicato la Ferragni per quello che si è mostrata da Fazio: un’utile manichino senz’anima al servizio delle case di moda.
Non solo lo scandalo nella gestione della beneficenza, ma la delusione nelle risposte in una trasmissione accondiscendente come quella di Fazio stanno facendo cadere definitivamente l’alone di divinità di colei che ha saputo nascondersi dietro di post su delle pagine social creandosi un’icona immacolata.
Le reazioni alla copertina dell’Espresso
La copertina de L’Espresso è l’ultimo attacco a quel pezzo di credibilità rimasto alla Ferragni: la donna imprenditrice che vince perchè ha racimolato soldi. In pochi hanno letto le notizie diffuse sui media un pò di anni fa che vedevano il brand Ferragni essere messo in vendita sul mercato anche per una esposizione finanziaria dovuta da una situazione debitoria sulla carta di piccolo conto. Se però le cose stanno come dice L’Espresso, la realtà sullo stato di salute delle sue società potrebbe essere diversa.
Riflessioni alle reazioni
Molti hanno reagito alla copertina della Ferragni con stupore ed indignazione, ma fa riflettere in realtà il fatto che nessuno abbia letto l’articolo e soprattutto tutti, dinanzi ad una persona che si presenta in un modo e dimostra di essere diverso da come viene descritto, lo apostroferebbero come un pagliaccio.
E fa male essere presi per i fondelli da un pagliaccio … questo nessuno ha il coraggio di ammetterlo.
Editoriali
Solo ora si accorgono del problema televoto e giornalismo musicale
Leggo molte critiche al “cartello di giornalisti” che ha boicottato la vittoria di Geolier a Sanremo. Sono davvero convinto che sia andata così, ma sono certo della tanta “colleganza” che oggi predica bene, ma ha sempre razzolato male per quel che concerne il discorso di “cartello”.
E non riguarda solo la musica, ma anche il calcio, la politica … quindi di cosa parliamo?
Qualche settimana fa fui molto chiaro: chi tratta moda, spettacolo, musica e gossip non si può considerare giornalista.
Chi lo fa dal punto di vista della critica diversamente lo è e vi assicuro che assistiamo a tanti giornalisti sportivi, che hanno visto milioni di partite, e non capiscono di calcio. Vediamo chi dei nostri farà un esposto all’Ordine per quel collega che ha commentato di non far votare la Campania.
Altra cosa: il 90% dei giornalisti che la criticano, non avrebbe avuto il coraggio di fare quell’indegna domanda, ma fondata, a Geolier sul risultato ottenuto “più per i suoi ospiti che per la sua performance”.
Così come hanno fatto più danni dei ladri di polli sanremesi quelli che hanno applaudito Presidenti del Consiglio e Ministri della Sanità nefasti.
Editoriali
Geolier a Sanremo rutta in napoletano. Perchè è un problema per i nativi digitali
Parliamoci chiaramente, questo qui, Geolier, è diventato famoso per una canzone che descrive il livello di tamarraggine napoletana che si manifesta “rint a n’audi nera opaca” dove magari ci si sballa pure.
Nello stesso brano cita tutte marche di lusso … che rappresentano quello stile di vita a cui ambiscono le baby gang che ieri hanno occupato la prima del tg5 nonostante a Napoli siamo in un periodo d’oro rispetto al resto del paese.
Amadeus quest’anno farà come la De Filippi, punta sul lato più becero della napoletanità fatto di lusso a debito che poi si sposa con il mondo degli influencer e della moda. Conferma anche di sapersi nascondere bene dietro l’equazione “è seguito, quindi può anche essere pericoloso e di scarsa qualità, ma è forte“
Che poi è il modello che i genitori evitano di caldeggiare per i propri figli, ma puntualmente vengono smentiti da social e tv. E la risposta è “il ragazzo fa numeri”.
Tra l’altro, il monologo in napoletano dell’anno scorso al festival ha anticipato la sua presenza ed era davvero pessimo, tanto da farmi prendere le distanze da un mio compaesano.
Questa non è Napoli e soprattutto non è l’evoluzione della napoletanità da tramandare alle nuove generazioni.
Perchè qui non si discute Geolier l’artista, che merita di fare il suo percorso e di vincere Sanremo, ma di Geolier che parla a nome dei napoletani. Ognuno si sceglie gli ambasciatori che merita, di certo non è una casa di moda o un affarista come Amadeus che decidono chi debba rappresentare un’intera città.
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