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Editoriali

OCSE impone Flat Tax del 15% alle multinazionali.

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Da oggi le multinazionali pagheranno poco, ma tutte. E’ questo l’accordo raggiunto da 136 paesi dell’OCSE nel far fronte a quella che da tempo viene denunciata come elusione fiscale dei gruppi industriali globali da sempre impegnati nel garantirsi un maggiore profitto derivante dal pagamento di imposte minime.

L’accordo prevede che le multinazionali pagheranno il 15% delle tasse in ogni singolo paese dove hanno sede. Ad oggi, secondo meccanismi contorti come quello di un’unica sede ufficiale fiscale nell’Unione Europea, si andava incontro alla trattativa riservata e concorrenziale con stati che, pur di accaparrarsi le sedi operative con migliaia di dipendenti, facilitavano l’elusione.

Cosa è l’elusione fiscale e che danni ha portato fino ad oggi?

L’elusione fiscale è diversa dall’evasione che è un reato previsto dai codici giuridici di ogni paese. Per elusione si intende il “comportamento del contribuente che, pur rispettoso della lettera della normativa tributaria, tende a evitare il pagamento dell’imposta con costruzioni negoziali il cui solo scopo è quello di sottrarsi all’obbligo fiscale”.

Questo vuol dire che lo stato incamera meno introiti ed i danni si vedono sia dal punto di vista economico che quello sociale.

Prendiamo ad esempio il caso di Amazon. La piattaforma di E-Commerce più ampia del mondo è concorrenziale nel settore del commercio di beni sia generalisti sia di nicchia. L’esplosione commerciale di Amazon non fa altro che essere concorrenziale con i commercianti ordinari che chiudono.

Questo dovrebbe significare che in un mercato sano e di ridistribuzione del capitale, Amazon debba pagare una quota di mercato non uguale ai commercianti che chiudono, ma almeno equivalente all’imposizione fiscale che una piccola e media impresa ha.

Più negozi soffrono la concorrenza di Amazon, più la multinazionale guadagna e c’è bisogno di redistribuire una parte della ricchezza che viene digitalizzata con un servizio di commercio virtuale in barba a quello reale.

Se chiudono i negozi, c’è gente che perde il lavoro e molte volte difficilmente può reinserirsi nel mercato occupazionale vuoi perché non formata nello svolgere altri lavori vuoi perché invece non hanno più l’età per inserirsi. Quindi meno tasse paga il competitor, meno iniziative di assistenza sociale possono essere messe in piedi e più la capacità di acquisto della classe media-piccola decade con risvolti da paese arretrato.

Quanto pagheranno le multinazionali e quanto incasserà l’Italia?

Secondo una stima, il gettito fiscale che dovrebbe emergere dal 2023, tempo previsto per attuare la riforma, sarà di 125 miliardi sul territorio europeo. La tassazione si comporterà in questo modo:se la tassazione in un paese membro sarà al di sotto del 15%, come spesso accade visto che i paesi che ospitano le sedi delle multinazionali si comportano come dei veri e propri paradisi fiscali, la differenza per il raggiungimento del 15% sarà redistribuito nei paesi dove le aziende hanno le sedi operative. Questa distribuzione della tassazione sui profitti dovrebbe garantire all’Italia circa 2,5 miliardi l’anno.

Che risvolti ci saranno?

Le ipotesi che le multinazionali possano rincarare i loro prezzi sui consumatori è plausibile, come è possibile che lavoreranno per mettere a bilancio delle compensazioni che porterebbero all’estinzione quasi dell’importo da versare per mancanza di profitti dovuti all’aumento dei prezzi ed al calo di spesa sulle loro piattaforme.

Quello che però emerge di positivo è che l’azione intrapresa dalla Francia in primis, ha dato un segnale di attenzione sul fenomeno che da anni impoverisce l’Europa e che annienta di fatto l’utilità di paradisi fiscali dei paesi come Estonia, Lussemburgo e Irlanda che da tempo giocano a fare la guerra di dumping fiscale agli altri Stati Membri.

C’è però una considerazione da fare dal punto di vista politico: se le multinazionali possono godere di una vera e propria flat tax, perché le cittadini e imprese non possono richiedere lo stesso trattamento fiscale?

Anche una volta possiamo dire che i privilegi li hanno i forti mentre i deboli continuano a soffrire le regole del mercato globale.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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