Editoriali
Ransomware WannCry ha bloccato 250 mila computer nel mondo
Il 12 maggio del 2017, il Ransomware WannCry ha bloccato 250 mila computer nel mondo. Un attacco massivo che ha colpito gli elaboratori Windows di diversi paesi del globo.
Un evento che ha stimolato non poche riflessioni al pubblico mondiale non solo per quello che concerne la sicurezza informatica, ma anche l’aspetto della tutela dei nostri dati personali.
Infatti WannaCry è stato partorito nei laboratori NSA e trafugato per utilizzi di pirateria informatica. Perché l’organo di sicurezza americano è stato pizzicato con un software che mette in discussione la sua autorità per quel che concerne la tutela nazionale?
Semplice. Quel Ransomware serviva ad una attività criminale di spionaggio che purtroppo ha messo in difficoltà i suoi stessi autori e la Microsoft che non è riuscita ad intervenire in tempo nel rilascio di un aggiornamento a tutela proprio dei suoi utenti che non hanno avuto la possibilità economica di sostenere un aggiornamento delle proprie macchine.
Nemmeno i sistemi di Antivirus più conosciuti sono stati in grado di osteggiare la propagazione del file. C’è riuscito invece un giovane studente che, una volta individuato il meccanismo di propagazione, l’ha bloccato con soli 10 euro.
Segue una lista degli Enti colpiti e soprattutto vi serve per farvi comprendere quanto possa essere dannoso per la massa un software che mette in ostaggio dati sensibili come le vostre cartelle cliniche oppure i segreti delle vostre aziende.
Andhra Pradesh Police, India
Aristotle University of Thessaloniki, Greece
Automobile Dacia, Romania
Cambrian College, Canada
Chinese public security bureau
CJ CGV
Deutsche Bahn
Dharmais Hospital, Indonesia[
Faculty Hospital, Nitra, Slovakia
FedEx
Garena Blade and Sou
Harapan Kita Hospital, Indonesia
Hitachi
Instituto Nacional de Salud, Colombia
Lakeridge Health
LAKS
LATAM Airlines Group
MegaFon
Ministry of Internal Affairs of the Russian Federation
Ministry of Foreign Affairs (Romania)
National Health Service (England)
NHS Scotland
Nissan Motor Manufacturing UK
O2, Germany
PetroChina
Portugal Telecom
Q-Park
Renault
Russian Railways
Sandvik
São Paulo Court of Justice
Saudi Telecom Company
Sberbank
State Governments of India
Government of Gujarat
Government of Kerala
Government of Maharashtra
Government of West Bengal
Sun Yat-sen University, China
Telefónica
Telenor Hungary, Hungary
Telkom (South Africa)
Timrå Municipality, Sweden
Universitas Jember, Indonesia
University of Milano-Bicocca, Italy
University of Montreal, Canada
Vivo, Brazil
Editoriali
Università, Israele e licenziamenti BigTech
Tempo di lettura: < 1 minuto. Una riflessione sull’eventualità di sospendere gli accordi nelle università italiane con progetti di ricerca israeliani
A distanza di un mese, l’Italia scopre il progetto Nimbus, di cui Matrice Digitale ne parla da più di un anno, dove Google fornisce un cloud ad Israele per il riconoscimento facciale di tutta la striscia di Gaza.
Essendo #Google una multinazionale, come tante altre #bigtech, si vanta di avere dipendenti maschi, femmine, gender fluid, cristiani, buddisti e pure musulmani.
Poi però licenzia i musulmani ed i bianchi pacifisti perchè partecipano a manifestazioni contro i progetti militari dell’azienda.
Vi sorprenderò: è giusto che lo faccia perchè sono interessi privati e se uno vuole vendere armi, anche quelle non convenzionali, può farlo.
Qui però entriamo nel merito delle Università che protestano per non sviluppare progetti di ricerca militari con l’una e l’altra nazione: questo dovrebbe sollecitare i rettorati ad aprire una riflessione sui progetti militari e l’art. 11 della ns Costituzione che tanto ripudia la guerra.
Quindi se sospendiamo i progetti militari dalle università, si risolve il problema?
NO, e sapete perchè?
E la cosa vera l’ha detta Bersani in questi giorni ad Otto e Mezzo: esistono tanti progetti accademici di secondo livello che propongono buoni propositi, ma in realtà chi li gestisce ha già presente il fine e l’impiego militare.
Editoriali
Apple vuole fregarti con lo spot dei 128GB di spazio iPhone: aspetta il 16
Tempo di lettura: 3 minuti. Scopri se 128GB di spazio su iPhone sono sufficienti per le tue esigenze e considera le alternative di iCloud per una gestione ottimale dell’archiviazione.
L’iPhone 15 promette “molto spazio per molte foto”, come evidenziato nell’ultimo spot di Apple. Tuttavia, la sufficienza dello spazio di archiviazione dipende dall’utilizzo specifico che ciascuno fa del proprio iPhone e dall’opzione di memoria scelta. La capacità di archiviazione base dell’iPhone 15 è di 128GB, un notevole aumento rispetto ai 64GB degli anni precedenti, riflettendo l’esigenza crescente di più spazio dovuta all’ampliamento delle abitudini digitali.
Fotografia e video in Alta Risoluzione
Con le capacità fotografiche dell‘iPhone 15 che includono foto da 48 megapixel e registrazione video in 4K, lo spazio richiesto per questi file ad alta risoluzione è sostanziale. Questi miglioramenti, sebbene accrescano la qualità dei contenuti catturati, consumano rapidamente la capacità di archiviazione locale, rendendo quello che una volta sembrava ampio spazio, ora insufficiente per le esigenze di molti utenti.
iCloud come soluzione?
iCloud di Apple offre una soluzione alle limitazioni di spazio dei dispositivi, con piani che vanno oltre i 5GB gratuiti – quantità decisamente insufficiente per la maggior parte degli utenti. I piani di abbonamento a pagamento di iCloud+ offrono 50GB, 200GB e 2TB di spazio cloud, arricchiti da funzionalità aggiuntive. Di recente, Apple ha introdotto opzioni per 6TB e 12TB di spazio, pensate per utenti con esigenze di archiviazione estese, sebbene queste opzioni comportino costi significativi e la dipendenza da una connessione internet per accedere ai file e ad un aumento di prezzi con contratti unilaterali.
iPhone storage vs iCloud
Mentre i modelli standard di iPhone 15 e iPhone 15 Pro partono da 128GB di spazio di archiviazione, Apple offre opzioni di upgrade a 256GB e 512GB, con un’ulteriore opzione da 1TB per l’iPhone 15 Pro, verificare su Amazon i prezzi e le diverse caratteristiche. Optare per un modello con capacità inferiore e integrarlo con spazio iCloud aggiuntivo potrebbe rivelarsi una scelta più economica e pratica, considerando il costo e la durata potenziale del dispositivo rispetto all’investimento in un iPhone da 1TB.
Il futuro dello spazio di Archiviazione su iPhone
Data l’attuale traiettoria, sembra ragionevole che Apple aumenti la capacità di base di tutti i suoi modelli di iPhone a 256GB nelle generazioni future, e si auspica anche una revisione dell’aliquota gratuita di 5GB di iCloud, per riflettere meglio le realtà del consumo digitale moderno.
Chi vi scrive non casca nella fregatura salvo rottura
Apple invita gli utenti a fare l’upgrade di cellulare un motivo chiaro: cambiarlo e fare cassa. Il messaggio è rivolto agli utenti di iPhone 12 e 13 con le versioni base da 128GB. Chi vi scrive ha un iPhone 12 Pro Max che ha cambiato dopo un 7 plus da pochi GB. L’iPhone non si cambia ogni anno, ma si cambia quando arriva la tecnologia di discontinuità. Nel caso del 7 plus e della versione 12, oltre allo spazio, ad una durata sempre inferiore della batteria, il motivo che mi ha portato al cambio di dispositivo è stato il 5G che ha modificato i tempi di consultazione del Web. Anche la fotocamera è stata gradita al passaggio, ma, dalla versione 12 in poi fino alla 15, c’è poco da aggiungere se non appunto questioni di spazio, qualche avanzamento tecnologico nella fotografia e magari un 5g più veloce per via dei modem nuovi.
Se Apple fa questa proposta ansiolitica, mettendo in mezzo il fatto che possiate perdere la memoria della vostra defunta madre, è perchè le vendite vanno molto male ed il mondo sta sfornando cellulari nettamente superiori con l’Intelligenza Artificiale integrata dove Apple sta scopiazzando per il prossimo modello perchè rimasta indietro.
Sappiate che potete sempre trasferire le foto di mammà sul vostro PC e poi valutare se spostarle nel cloud Apple dove comunque potreste essere costretti nel fare l’upgrade del cloud se ovviamente vorrete fare il backup del dispositivo online. Se avete un iPhone 12 o anche un 14, attendete il primo iPhone AI, il iPhone 16, che arriverà verso settembre. Varrà ancor di più la pena di spostarci anche i propri ricordi.
Editoriali
Buona Pasqua online dalla Matrice Digitale
Tempo di lettura: < 1 minuto. Auguri di buona pasqua dalla redazione di Matrice Digitale. Per il settimo anno di fila festeggiamo la santa ricorrenza della resurrezione
Un’altra Pasqua, la settima di fila, la trascorreremo insieme con le notizie di Matrice Digitale e le inchieste del mondo IT.
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Rinnoviamo gli auguri di Pasqua a voi ed ai vostri cari.
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