Editoriali
Repubblica e il messaggio in codice di Cancellare Salvini

Cancellare Salvini. Sembra il titolo di un film, per essere buonisti, oppure un manifesto dei più antichi regimi fascisti o comunisti. Fatto sta, però, che queste parole sono state utilizzate dal quotidiano La Repubblica per titolare una sintesi dell’intervista all’ex ministro dei trasporti Graziano del Rio sugli effetti devastanti dei decreti messi a punto dal leader della Lega quando era ministro dell’interno.
Una news che cade proprio nel giorno in cui vengono diffusi i dati sul crollo delle vendite dei giornali e il web insorge proprio grazie a segnali di protesta che provengono da Salvini con gli hashtag mirati #cancellaresalvini e #repubblica che entrano subito in tendenza.
Perché questa notizia interessa in nostro portale? Semplicemente per aprire la mente al lettore sul fatto che non esistono giornali integerrimi nel proferire una verità oggettiva, ma la discrezionalità è sempre più un fattore caratterizzante della linea editoriale di molte testate nazionali.
Oggi è facile comprendere le linee editoriali e quindi risulta ancora più facile distinguere gli interessi economici che si muovono dietro articoli apparentemente “umanitari” o di politica spicciola. Così come è facile intuire come il potere di anni di blasone sia sfruttato per fini propagandistici da Repubblica.
Cancellare Salvini, ha fatto un favore a Salvini, perché ha esposto il quotidiano diretto da Verdelli alle stesse critiche atroci dei titoli di Libero. Solo che l’immobilismo istituzionale in questo caso ha regnato, a dispetto delle macchine di censura e stigmatizzazione avviate nei confronti di Vittorio Feltri e del suo giornale.
Dato ancora più subdolo che oramai mette con le spalle al muro tutti i professionisti del settore delle comunicazioni è la contestualizzazione tra testate polarizzate e testate di informazione. Ebbene, Repubblica è un’arma da guerra impegnata non al servizio della verità, bensì strumento di propaganda di una parte politica del paese.
Quindi, sarebbe il caso che quando si parla di Fake News, memorabile quella doppia notizia falsa sempre di Repubblica sulle vicende che hanno interessato la senatrice Segre, bisogna ben ponderare eventuali valutazioni perché chi fa battaglie per la libertà di informazione e per una maggiore qualità dovrebbe osservare un comportamento corretto e nemmeno di parte.
Peccato che chi ha addirittura posto le basi per una scorta ad una senatrice a vita montando un caso di notizie false, di allarme odio sui social, si è macchiato di un così grave atto da svilire una linea sempre subdola nell’incitare all’odio gli avversari.
D’altronde se i giornali sono in crisi è anche perché i numeri non bastano e quindi servono finanziatori che non sempre rappresentano interessi chiari. La rete ahimè aiuta a scoprire tanti altarini, chissà se questo l’hanno compreso a Repubblica e chissà soprattutto se le parti istituzionali facciano la loro parte, perché altrimenti quanto detto risulta essere un messaggio chiaro a tutte le componenti istituzionali e insurrezionali collegate al fantastico mondo del giornale nato dalla tessera n°1 del PD da cui parte l’ordine di Cancellare Salvini.
Editoriali
Cloud: non è una nuvola, non è nazionale
Tempo di lettura: 2 minuti. Essenza liquida dell’informatica o strategia di marketing per cedere la sovranità dei nostri dati a multinazionali esterne al perimetro cibernetico del paese?

Sono diversi anni oramai che sentiamo spesso questa parola magica: cloud.
La nuvola dove possiamo custodire i nostri dati personali, dove ammassiamo diversi frammenti della nostra vita o segreti del nostro lavoro.
Le piattaforme sono gestite da soggetti terzi che ci rassicurano sulla custodia dei nostri dati tramite un servizio che si paga mensilmente.
Più si va avanti, più ogni applicativo offre un cloud è una serie di servizi ad esso collegati anche con l’utilizzo della famosa intelligenza artificiale.
In realtà, la nuvola non è altro che un computer di un’altra società, privata, che, come vengono gestiti i social, trattano i nostri dati con la stessa autorevolezza e lo stesso potere di trattenerli e non restituirveli più.
Nel caso ci sia qualche contenuto sospetto, può segnalarlo alle forze dell’ordine o chiudere unilateralmente lo spazio non curante che di fronte a se ci sia un consumatore che paga ed ha i suoi diritti.
Avete sentito parlare di cloud nazionale?
In #italia non può essere nazionale primo perché lo chiamano cloud e non nuvola, secondo perché la società più italiana di tutte,la Tim, ha una buona percentuale di azionisti di altri paesi.
Quindi ritorniamo al “cui prodest?”
Ai mercati, al controllo di dati che comodamente possono trovarsi in un pc o in una rete interna condivisa dove nessuno garantisce che siano li in silenzio senza che nessuno li passi al setaccio.
Mentre sogniamo di vivere in una nuvola, sono tante, troppe, le multinazionali che tornano indietro perché anche lo spazio dei dati è diventato più costoso ed hanno compreso che si tratta di un modo per dare più soldi pagando un servizio che costa meno farlo in casa e che consegna di fatto il proprio lavoro a sconosciuti.
E se domani non avrete i soldi per il cloud oppure si sveglia qualcuno che li requisisce: che ne sarà della vostra vita e del vostro lavoro digitale?
Editoriali
Gli italiani sono analfabeti funzionali: ecco perchè
Tempo di lettura: < 1 minuto. Errori di lettura e di interpretazioni per chi non comprende realmente un testo oppure non da credito a delle dichiarazioni che si dimostrano con il tempo fallaci?

Oggi parliamo dell’analfabetismo funzionale,
In Italia c’è un 60 per cento circa di persone che non comprende un testo quando leggono. Intanto mi domando sempre come sia possibile che questo avvenga anche per chi magari ha completato il ciclo di studi più volte e non comprende le cose basilari dando addirittura credito a persone che gli dicono:
Volete la pace o i condizionatori
Il conflitto finirà in tre mesi
Potrete stare con i vostri cari perché vi siete vaccinati ed i vaccini non immunizzano
La guerra non inciderà sul costo delle materie energetiche
Mangiare insetti ci salverà dalla fame
L’Italia non entrerà in guerra
E se analizziamo il sentiment degli italiani su queste tematiche, notiamo che la maggior parte del Paese non ha creduto a queste certezze scientifiche votando l’ultimo governo per l’opposto di quello che sta facendo.
È un caso che siamo sempre su quel 60% di analfabeti funzionali?
Non è che gli analfabeti funzionali in realtà hanno compreso bene come funziona il gioco dell’informazione, della scienza e della propaganda?
Ed hanno intuito che gli organi di informazione più che docenti, esperti e scienziati ospitano propagandisti e fanatici?
A proposito, buon Sanremo !
Editoriali
Guasto Libero e Virgilio: cosa è successo, cosa non torna

Lunedì mattina ricevo una segnalazione da un utente di Libero Mail di un guasto alla sua casella di posta “a pagamento”.
Matricedigitale da la notizia è sospetta un attacco informatica. dopo poche ore la piattaforma smentisce il dolo di alcuni criminali annunciando che i dati degli utenti non sono persi.
Intanto passano più di 72 ore e sbucano le tarantelle di uno scarico di responsabilità tra Italia On Line e Libero con scuse ai propri utenti per via dello straordinario evento dopo 25 anni di attività.
Mentre molti si domandano come sia possibile un guasto di 72 ore e più, che dovrebbe terminare entro domani secondo le ultime dichiarazioni della società, negli ambienti di chi sa le cose dal punto di vista tecnico, non coincide con la causa ufficiale del “bug informatico sul servizio di storage aggiornato per fornirvi un servizio migliore”.
Nel frattempo circola una lista di appena 500.000 mail libero.it con password annesse e la speculazione sul guasto si fa più rumorosa perché ricorre la notizia di un attacco informatico.
In poche parole le opzioni sono 3 e scegliete voi quale potrebbe essere quella che fa al caso vostro:
Disaster recovery (la cronaca non ci parla di incidenti fisici)
Bug software ( possibile solo se avete a che fare con i tecnici incapaci che non sanno gestire una migrazione ed un eventuale backup a riparo di danni collaterali)
Attacco informatico (c’è una lista di mail ma non è detto che sia riferita a questi giorni)
Però state tranquilli, venerdì riavrete le mail ed il bug sarà risolto.
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