Categorie
Editoriali

Utili idiodi e lobbisti alla corte di Google: ChatGPT alza bandiera bianca

Tempo di lettura: 3 minuti.

E alla fine “il pensare a male” ha fatto azzeccare tutte le previsioni. Manca, come spesso accade, la pistola fumante, ma le coincidenze ci sono tutte ed erano state anticipate dalle diverse inchieste sull’operazione del Garante della Privacy contro ChatGPT.

L’intelligenza artificiale è stata messa a dura prova da un interesse globale di grandi multinazionali rimaste indietro allo strapotere di OpenAI nel settore dei ChatBOT e degli assistenti sviluppati con la tecnologia LLM.

Dopo il blocco dell’Italia, si sono aggregati molti paesi europei per porre un freno al rischio di ChatGPT cinque: versione che non vedrà mai la luce almeno per fine anno e che invece era stata promessa da società OpenAI come grande rivoluzione che avrebbe coinvolto per la prima volta in assoluto un’intelligenza artificiale generale.

OpenAI conferma: nessun GPT-5 in sviluppo per ora

GPT-5 rivoluzionerà il mondo dell’intelligenza artificiale in modo sorprendente

Proprio questa tecnologia annunciata sotto forma di indiscrezione di mercato con origine da fonti interne alla società di Altman, fondata con il contributo di Elon Musk, ha preoccupato una comunità di scienziati che ha sottoscritto una lettera di stop a tutte le intelligenze artificiali con tecnologia superiore alla versione 4 di GPT.

Garante Privacy ha sottoscritto la lettera di Musk, Apple e Wef prima di bloccare ChatGpt

L’aspetto inquietante di questa vicenda riguarda appunto il sospetto che, un mercato globale, da sempre molto attivo nel settore delle big tech, ad oggi affronta una crisi d’identità davanti al nuovo soggetto, è stato costretto a schierare l’intera rete di lobbisti, alcuni consapevoli ed altri meno seppur sempre utili idioti, nel settore della scienza, della ricerca e delle pubbliche amministrazioni che hanno goduto in questi anni di finanziamenti per i loro progetti di ricerca, incarichi e consulenze, che più volte sono stati definiti parte di una “Google mafia” o semplice “lobby Google” molto attiva anche in contesti extra statunitensi come l’Unione Europea.

Le lobby delle big tech hanno formato in questi anni un vero e proprio sistema di potere politico e democratico, chiamato technocrazia, ma a soffrire in primis di ChatGPT è Google e dopo la sfortuna di Altman, sta iniziando ad emergere sul mercato non solo come novità “commerciali”, ma anche con l’autorità di guidare il “gruppo di lavoro” da costituire per grarantire una regolamentazione del mercato delle intelligenze artificiali.

Sundar Pichai, CEO di Google, avverte: la società deve prepararsi all’accelerazione dell’intelligenza artificiale

Sundar Pichai, CEO di Google, parla di Bard e del futuro della ricerca

Lo stesso Elon Musk, che ha provato a mettere le mani su OpenAI prima di sottoscrivere la lettera della Scienza con tutto l’universo WEF a cui si contrappone politicamente, almeno a parole, ha lanciato in questi giorni la sua TruthGpt.

Elon Musk lancia progetto ‘TruthGPT’: intelligenza artificiale alla ricerca della verità

Al netto dei buoni propositi, ci troviamo dinanzi all’ennesima operazione di controllo del mercato che trasforma governi e scienziati in stakeholder di interessi particolari. La versione più realistica sullo stop di Altaman nel proseguire l’addestramento potrebbe essere quella di aver esaurito i fondi per dotarsi di apparecchiature informatiche e strutturali, tanta acqua per il loro raffreddamento, non riuscendo a garantirsi la svolta alla versione 5 che avrebbe sbaragliato il mercato.

Intanto, Microsoft che ha speso 10 miliardi per integrare chatgpt, rischia di rubare il posto a Google con Bing su piattaforme Samsung, costando subito 55 miliardi di valore azionario a Big G. Spiccioli per una società che più volte ha dimostrato di saper esercitare influenza nei palazzi che contano anche oltreoceano nell’Europa dove l’Italia che ha per prima bloccato ChatGpt dopo Iran, Corea del Nord e Cina, guiderà il comitato Europeo sorto in contrapposizione ad OpenAI.

Samsung potrebbe abbandonare Google Search: un’opportunità per Microsoft Bing e un monito per Google?

Chat GPT, Garante riceve osservazioni di OpenAI sul blocco e analizza proposte

Task force europea in azione su ChatGPT per la protezione dei dati personali

Singolare che il paese che per primo si è prestato ad esercitare un blocco verso la piattaforma è stato l’Italia con un provvedimento che tecnicamente, se adottato su scala europea, potrebbe arrestare l’implementazione di qualsiasi intelligenza artificiale presente sul mercato.

Il sistema ha salvato Google da una fine inesorabile, premiando la lungimiranza di Microsoft che stranamente non è stata raggiunta da nessun blocco e nessuna richiesta di chiarimento pur utilizzando ChatGpt nel suo motore di ricerca che vanta più clienti di OpenAi.

E ci dicevano che questa operazione era per il bene dei nostri figli e dell’intera umanità, ma è tutto più chiaro adesso: è a favore dei big player del mercato rimasti indietro nella scoperta della ruota del ventunesimo secolo.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version