Inchieste
72 esperti pagati come in Bankitalia. Cosa non torna nel bando dell’Agenzia Nazionale Cybersecurity

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E' partita da sei mesi ed è in cerca di 72 esperti richiesti tramite un bando nazionale. L'Agenzia Nazionale Cybersecurity capitanata da Roberto Baldoni ha annunciato la pubblicazione del bando di gara sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che ha il compito di assumere all'interno della struttura statale esperti informatici.
Il quotidiano La Repubblica ospita in pompa magna il direttore dell'agenzia che presenta la necessità, più volte ribadita dagli esperti informatici del Bel Paese, di creare un team a difesa della Nazione.
Il tutto ha scaturito ottimismo verso le sorti della sicurezza informatica italiana, ma anche diverse perplessità e delusioni per chi non ha lo status di “neo laureato”, figura che sembrerebbe più gradita, perchè il mondo dell'informatica è anche provvisto di figure con skill avanzate, ma non laureate, ed alcune di queste sono già impiegate in grandi aziende o addirittura in multinazionali. Il primo punto da verificare è se la paga promessa di 50.000 euro lordi l'anno sia sufficiente ad accontentare la maggior parte dei cervelli attualmente in fuga dal paese. La risposta è stata un “NO categorico” da parte delle diverse fonti interpellate, perché “lo stipendio non è assolutamente di primissimo piano”. Un'analisi, questa, che lascia a bocca aperta chiunque se consideriamo l'inflazione futura che le professionalità informatiche vivranno e la tendenza oramai decennale di ridurre i compensi dei contratti di lavoro del settore.
Chi lavora in una multinazionale viene pagato meglio o peggio?
Sembrerebbe meglio se aggiungiamo anche i benefit in più, forniti sia da un welfare statale, sotto molto aspetti migliore di quello italiano, sia dalle aziende che fanno a gara nell'erigersi a paladini del lavoro sano ed a misura di dipendente.
C'è addirittura chi ha risposto che andando via all'estero è riuscito a “guadagnare 50.000 euro lordi mentre studiava con un lavoro che gli ha consentito autonomia sia nel vivere sia nel pagarsi gli studi”
Dinanzi a queste parole, sorge il dubbio che gli stipendi di Bankitalia, metro di paragone utilizzato da Baldoni per descrivere al meglio la validità dell'offerta, non siano commisurati a quanto le aziende estere pagano i più meritevoli che, tra l'altro, non sempre sono laureati, ma dimostrano determinazione nell'essere presenti in quegli ambiti lavorativi di livello superiore rispetto alla media.
La motivazione che dovrebbe accelerare la scelta di provare ad entrare nell'Agenzia, in questo caso, sarebbe quella di servire il Paese e c'è addirittura chi pubblicamente ha paragonato la struttura ad una nuova costola dei Servizi Segreti. Secondo un'altra fonte, invece, su questa ultima ipotesi non c'è nulla a riguardo perché “l'Agenzia Nazionale Cybersecurity si discosta dalle operazioni dei vari organi di intelligence (AISE, DIS, etc.) per diversi motivi, tra cui la necessità di esporsi e dialogare con il privato cittadino o con l'azienda. Quelli che vogliono impiegare nell'intelligence, li lasciano nelle agenzie già preposte alla sicurezza attiva e passiva del paese”.
Tutte le fonti interpellate hanno congiuntamente espresso dubbi sulla bontà della missione e soprattutto della visione dell'Agenzia nell'ottica di una attività statale. In primis perché c'è diffidenza verso la struttura burocratica che non sempre accoglie e recepisce in tempi rapidi eventuali innovazioni, ma anche perché il clamore suscitato ed il modus con cui è stato scritto il bando non sembrano dare una svolta istituzionale all'ormai incancrenito sistema pubblico italico.
Un'altra preoccupazione, espressa da chi ha una attività in proprio invece, è quella di andarsi ad inserire in un meccanismo poco limpido come quello della PA, dove la meritocrazia non sempre esiste, dove le regole non sono chiare e soprattutto dove, al cambiar del vento politico, cambierebbero le dinamiche ambientali inficiando sulla tranquillità lavorativa, che a sua volta incide sulla produttività e sulla crescita individuale di un dipendente che lo stato si accolla per i prossimi 40 anni.
Sono già molti i casi di giovani che svolgono corsi di alta formazione e che rinunciano ad essere dipendenti in favore di opportunità imprenditoriali, che renderebbero molto di più sia in termini di opportunità economiche sia per quanto riguarda la gestione del proprio tempo: quest'ultima la risorsa più importante a disposizione di un lavoratore che vuole arrivare ad un obiettivo e migliorarsi, invece che sedersi su quanto conquistato.
Inchieste
La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19
Tempo di lettura: 2 minuti. La CIA e NewsGuard sotto accusa: nuove rivelazioni sollevano dubbi sulla narrazione ufficiale dell’origine del COVID-19.

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In una recente rivelazione che potrebbe gettare nuova luce sull'origine della pandemia di COVID-19, un alto ufficiale della CIA ha accusato l'agenzia di aver tentato di manipolare le testimonianze di alcuni analisti per sostenere la teoria della trasmissione del virus dagli animali agli esseri umani, piuttosto che dalla fuga da un laboratorio a Wuhan, in Cina. Questa accusa, riportata dal New York Post, è stata confermata da una lettera inviata al direttore della CIA, William Burns, e ha sollevato nuove domande sulla credibilità delle informazioni fornite dall'agenzia.
Il ruolo di NewsGuard
In questo contesto, è importante sottolineare il ruolo svolto da NewsGuard, una società che si occupa di monitorare e valutare la veridicità delle notizie pubblicate online. Secondo una inchiesta condotta da Matrice Digitale, NewsGuard ha avuto un ruolo significativo nell'avallare la narrazione ufficiale sull'origine del virus, etichettando come false le notizie che sostenevano la teoria della creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan.
Critiche e controversie
La redazione di Matrice Digitale ha criticato aspramente l'approccio di NewsGuard, accusandola di aver creato una lista di proscrizione delle testate giornalistiche che diffondevano notizie contrarie alla narrazione ufficiale, e di aver ignorato altre informazioni false e fuorvianti circolate in merito alla pandemia. Questa situazione ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e al diritto all'informazione, con Matrice Digitale che sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle agenzie di controllo delle notizie.
Questioni politiche e di credibilità
L'inchiesta di Matrice Digitale mette in luce anche le divergenze tra le narrazioni politiche negli Stati Uniti riguardo all'origine del virus, con il Partito Democratico che sostiene la teoria della trasmissione zoonotica, mentre il Partito Repubblicano sospetta una creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan. In questo scenario, la credibilità di NewsGuard viene messa in discussione, con accuse di favoritismo politico e mancanza di obiettività nella valutazione delle notizie.
In conclusione, le recenti rivelazioni sulla possibile manipolazione delle informazioni da parte della CIA, insieme alle critiche mosse a NewsGuard, sollevano seri dubbi sulla veridicità delle informazioni circolate finora riguardo all'origine del COVID-19. È evidente che la questione richiede ulteriori indagini e una maggiore trasparenza da parte delle agenzie coinvolte. Prima della CIA, anche dall'FBI erano giunte indiscrezioni sull'origine artificiale del virus.
Inchieste
Vinted, come ottenere merce e rimborso: “il tuo capo è falso”
Tempo di lettura: 2 minuti. Una lettrice condivide la sua esperienza di truffa su Vinted, evidenziando i rischi delle vendite online e la necessità di maggiore protezione per gli utenti.

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Le truffe online sono in aumento, e le piattaforme di vendita tra privati come Vinted diventano spesso il terreno di gioco per chi cerca di ingannare. Una lettrice ha deciso di condividere con noi la sua esperienza, sperando di mettere in guardia altri utenti e partecipando attivamente allo spirito di collaborazione che Matrice Digitale ha nei confronti dei lettori e della Pubblica Autorità.
La truffa in dettaglio

Dopo aver messo in vendita una sciarpa autentica di Louis Vuitton, la nostra lettrice ha inviato l'articolo a un'acquirente in Francia. Nonostante avesse fornito prove fotografiche dell'autenticità, l'acquirente ha sostenuto che l'articolo fosse falso, ottenendo un rimborso e trattenendo la sciarpa. La foto dell'acquirente sia da monito per evitare di vendere merce senza ottenere soldi e reso.
La piattaforma Vinted e la sua risposta

Nonostante i numerosi tentativi di contatto, Vinted ha risposto una sola volta, sottolineando la sua politica contro la vendita di falsi. Successivamente, ogni tentativo di comunicazione è stato ignorato, e l'acquirente ha bloccato la nostra lettrice che continua a mandare tre messaggi al giorno di media all'assistenza dell'azienda intermediaria già nota per essere terreno fertile di truffe ai danni di compratori e venditori onesti.
Un modus operandi diffuso
La ricerca online ha rivelato che molti altri utenti hanno subito truffe simili su Vinted. Dichiarare un prodotto come “falso” sembra essere una tattica comune tra i truffatori. Sia chiaro, il lettore non prenda questa strategia come consiglio, ma duole segnalare che è un dato di fatto. Un capo rotto è stato anche oggetto di un'altra truffa simile già raccontata dalla redazione.
L'inerzia delle autorità
La vittima ha cercato aiuto presso la Polizia Postale e la Guardia di Finanza. Tuttavia, le mani delle autorità erano legate a causa della residenza estera sia di Vinted che dell'acquirente.
Il prezzo della giustizia
La nostra lettrice ha valutato anche una opzione legale, ma i costi proibitivi di una causa internazionale hanno reso questa strada impraticabile. Lo stesso motivo che ha fatto desistere Matrice Digitale dal fare una causa a Google dopo l'ingiustificato ban del suo canale YouTube
Riflessioni finali
Questa testimonianza evidenzia la necessità per le piattaforme come Vinted di adottare misure più rigorose per proteggere i propri utenti. Nel frattempo, è fondamentale che gli utenti siano sempre vigili e informati quando operano online: il passa parola non sulle abitudini da osservare, bensì sulle truffe del momento, è fondamentale per anticipare le mosse dei criminali. Ecco tutte le inchieste su Vinted realizzate da Matrice Digitale: i prossimi potreste essere voi.
Inchieste
Vinted, how to get goods and refund: “your luxury dress is fake”
Tempo di lettura: 2 minuti. A reader shares her experience of being scammed on Vinted, highlighting the risks of online sales and the need for more protection for users.

Tempo di lettura: 2 minuti.
Online scams are on the rise, and B2B sales platforms such as Vinted often become the playground for those seeking to deceive. One reader decided to share her experience with us, hoping to warn other users and actively participate in the spirit of cooperation that Digital Matrix has with readers and the Public Authority.
The scam in detail

After listing an authentic Louis Vuitton scarf for sale, our reader sent the item to a buyer in France. Despite providing photographic evidence of authenticity, the buyer claimed the item was fake, getting a refund and keeping the scarf. Let the buyer's photo be a warning to avoid selling merchandise without getting money and returns.
The Vinted platform and its response
Despite numerous attempts to contact them, Vinted responded only once, emphasizing its policy against selling fakes. Subsequently, every attempt at communication was ignored, and the buyer blocked our reader who continues to send an average of three messages a day to the intermediary company's support, which is already known to be a breeding ground for scams against honest buyers and sellers.
A widespread modus operandi
Online research has revealed that many other users have experienced similar scams on Vinted. Declaring a product as “fake” seems to be a common tactic among scammers. Let me be clear, the reader does not take this strategy as advice, but it pains to report that it is a fact. A broken garment was also the subject of another similar scam already recounted by the editorial staff.
The inaction of the authorities
The victim sought help from the Postal Police and the Guardia di Finanza. However, the hands of the authorities were tied because of the foreign residence of both Vinted and the buyer.
The price of justice
Our reader also considered a legal option, but the prohibitive costs of an international lawsuit made this route impractical. The same reason that put off Digital Matrix from suing Google after the unjustified banning of its YouTube channel
Final reflections.
This testimony highlights the need for platforms like Vinted to take stronger measures to protect their users. In the meantime, it is crucial for users to be vigilant and informed at all times when operating online: word of mouth not about the habits to observe, but rather the scams of the moment, is key to anticipating the moves of criminals. Here are all the inch
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