Giovanna Pedretti suicida per la Lucarelli o a causa della verità?

da Livio Varriale
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Giovanna Pedretti

La storia di Giovanna Pedretti ha lasciato tutti sgomenti a causa del suicidio dopo che sono sorti dubbi sulla veridicità del suo post dove difendeva disabili ed omosessuali e promuoveva allo stesso tempo la qualità dei prodotti del suo ristorante.

L’istigazione al suicidio

In questo momento, con le indagini in corso ad accertare se o meno ci siano i presupposti per una istigazione al suicidio a causa dei commenti d’odio che sono arrivati sui social, poco realistico circoscrivere l’azione penale alla Lucarelli come erroneamente molti credono.

Perchè la Lucarelli non c’entra?

“Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni.”

Dopo che sono iniziate ad emergere contraddizioni sulla genuinità della recensione scritta sotto al profilo Google del proprio ristorante, ad opera della Lucarelli del compagno e del Tg3, ma anche dei Carabinieri, la ristoratrice ha ricevuto commenti d’odio al pari di quelli ricevuti dalla stessa Lucarelli. La differenza, secondo gli inquirenti è che queste minacce ed accuse possano aver avuto effetti sulla donna tanto da uccidersi.

Il sistema dell’informazione web e certificata ha un morto sulla coscienza

Quello che fa paura di questa storia in realtà non è il suicidio di una povera donna, ma il fatto che questa donna sia diventata famosa grazie a una echo inspiegabile avuta sulle prime pagine di tutta la stampa che conta del nostro paese.

E’ davvero necessario fare emergere le qualità di un ristoratore attraverso una risposta a commento?

Eppure tanti Pizzaioli, imprenditori nel campo del Food ogni giorno si avvicendano sui social network mostrando le loro capacità professionali e quando queste vengono riconosciute racimolano follower, haters che li rendono influencer.

Il caso di Giovanna Pedretti in realtà parte da un giornalista che ha diffuso la notizia e che questa buona novella è stata raccolta dal sistema dei media che quotidianamente ci riporta un’Italia intollerante, omofoba e in questo caso addirittura contro povere persone disabili.

Quando nella trasmissione Zona Bianca è stato chiesto allo stesso giornalista se ci fossero o meno dubbi sulla veridicità della notizia, la risposta è stata: “indipendentemente dalla veridicità mi sembra che il messaggio sia buono“. Questa spiegazione è stata accolta da tutti ed avallata da una Stampa, adesso in difficoltà, che non ha verificato se la notizia diffusa e sbattuta in Prima Pagina fosse vera o falsa, ma prima di tutto una notizia degna delle aperture di giornali e siti web.

Nel momento storico in cui la carriera della maggiore influencer è pregiudicata da diverse smentite sule sue attività di beneficenza, l’aver diffuso una notizia potenzialmente falsa di una donna che non è abituata alla gestione del successo perché giunto improvvisamente, non può che generare dei commenti di delusione che possano sfociare in odio da parte di sadici, ma soprattutto di persone deluse ed emotive.

Un odio che non è mai giustificato, ma come nel caso della Ferragni che coinvolge bambini malati, si fa sempre più concreta l’ipotesi che Giovanna Pedretti abbia inventato la recensione ed nel suo post a citato omosessuali e disabili e quindi la reazione non può che essere proporzionata a livello del clamore che ha suscitato e la colpa di certo non è della Lucarelli.

Lucarelli non è giornalista, ma il Tg3 sì

Mentre c’è chi per giorni ha cavalcato la notizia della pizzeria, racimolando like, conversioni e guadagni, l’informazione pubblica del Tg3 è andata a chiedere le spiegazioni alla diretta interessata ottenendo la macabra esclusiva dell’ultima intervista prima che Giovanna Pedretti si suicidasse.

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In quell’intervista, inusitata per gli standard RAI abituati ad immagini fredde e a giornalisti che non si sfiacchiscono in prima persona per verificare le notizie delle agenzie, emergono diverse contraddizioni da parte della protagonista del caso nazionale da Prima Pagina unitamente a frasi dove non solo non si riesce a spiegare l’origine dei post, ma c’è l’impressione di una sorta di ammissione quando si ascolta “mi dispiace”.

In un paese democratico, dove i media “autorevoli” ci propinano quotidianamente l’esistenza di un pericolo di disinformazione e di propaganda, non si può rinnegare l’attività di verifica fatta sul luogo da parte del giornalista del Tg3 a cui non può che andare solidarietà per le pressioni ricevute dai partiti di destra, Lega in primis, che spingono per fare delle verifiche sull’attività giornalistica della testata pubblica da sempre ostica alla destra.

L’ingerenza della politica sul messaggio e sulla Stampa

Così come la politica ha approvato a sporcare il messaggio buono di Giovanna Pedretti strumentalizzandolo in danno ad un fenomeno sociale come quello della discriminazione nei confronti di disabile di minoranze collegandolo al periodo storico in cui il Presidente del Consiglio è spesso associato a movimenti estremisti xenofobi, la destra ha utilizzato un suicidio per aprire un’indagine nei confronti dell’unico giornalista che ha fatto il suo dovere.

Un dovere di verifica che è stato suggerito da Selvaggia Lucarelli e dai suoi profili social dove, grazie al marito Biagiarelli, è riuscita ad individuare delle discrepanze sulla veridicità del commento attraverso l’utilizzo di caratteri che non sono propriamente collegati allo stile di Google.

La verità verrà a galla o ci sarà il dimenticatoio?

Dopo qualche giorno di gogna socialmediatica contro la Lucarelli, anche i suoi non colleghi, quelli che hanno reso un meme notizia da prima pagina senza verificarne la veridicità, iniziano a far uscire le indiscrezioni.

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Fonte: Corriere della Sera

Nessuno però osa dire che oltre la pressione di chi ha detto la verità, la donna suicida possa aver avvertito quella dell’Autorità Giudiziaria che GIUSTAMENTE ha provato a fare chiarezza su una presunta recensione falsa di cui non c’è traccia in rete.

Visto che la storia dei social ci proprina quasi ogni tre giorni una dinamica simile, sono convinto che usciranno altre verità che cambieranno la percezione di come sono andate le cose tanto da costringere in molti ad essere screditati.

Ma c’è il piano B già ben rodato: il dimenticatoio

Le recensioni false sono un problema: positive e negative

Questo mette le persone in una condizione di capire comprendere anche come spesso il fenomeno delle recensioni false si può articolare e che rappresenta, a fin di bene o fin di male, un problema su cui le multinazionali stanno facendo partire delle denunce penali nei confronti di utenti ed organizzazioni che si strutturano per fornire commenti negativi e commenti positivi alle aziende dietro estorsione o pagamento. I grandi influencer si lamentano spesso delle recensioni false che subiscono, addirittura anche prima che il locale sia effettivamente aperto.

Nota dell’Editore: Vorreste leggere solo notizie false?

C’è da fare emergere anche il fatto che per accertare la verità, dopo il sequestro dei cellulari della donna suicida, è chiaro che non è stato possibile farlo attraverso i suoi dispositivi personali ed è per questo che la magistratura ha espresso formale richiesta nei confronti di Google per accertarne la verità.

Vi rendete conto, cari lettori, che il problema di questa vicenda non è assolutamente chi ha istigato chi al suicidio. Il problema essenziale è che un articolo di giornale pubblicato sulle maggiori testate del paese potrebbe essere falso ed è stato utilizzato come un messaggio positivo utilizzato a fini politici e propagandistici.

Questa è la logica “che il fine giustifica i mezzi” e soprattutto unisce la dimensione della notizia alla dimensione della fiction, creando un problema strutturale nel mondo del giornalismo che invece di raccontare solo ed esclusivamente i fatti, si cimenta adesso ad avallare messaggi positivi come se fossero una strategia di marketing che include omosessuali e disabili, con il rischio che domani il messaggio potrebbe avere fini meno nobili o diversi fini Stato, come già avvenuto attraverso verità fattuali emerse si nel periodo post pandemico sia durante il conflitto russo ucraino.

La domanda che dovrebbe a questo punto farci riflettere e davvero se preferiamo una bugia dolce, positiva, ad una cruda verità. Secondo il concetto basilare della maturità di un popolo dovrebbe essere chiara se la maggioranza delle risposte verta verso la cruda verità, ma più cresce l’aderenza alla prima risposta e cioè la dolce bugia, questo porta la società ad essere ostaggio sempre più verso un futuro distopico, di sottomissione e di incapacità nell’effettuare un ragionamento critico.

Si può anche come

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