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Inchieste

Il Copasir, i Servizi ed il Ministero della Verità di stampo fascista

Tempo di lettura: 3 minuti. Strano che al Copasir sia presidente un parlamentare del partito più a destra e che la sua vice sia una grillina salita anche grazie alle fake news diffuse dal suo partito negli anni trascorsi.

Tempo di lettura: 3 minuti.

In questi giorni un articolo del Corriere della Sera ha acceso i riflettori sui filoputin italiani. L’articolo, caldeggiato dalla vicedirettrice Sarzanini, ha espresso concetti che fanno riferimento ad una iniziativa del COPASIR su presunte infiltrazioni del Cremlino nei media italiani grazie all’intervento di opinionisti ad esso collegati.

Il metodo Zelensky approda in Italia: dopo le TV, il Copasir pensa a Telegram.

Un aspetto davvero interessante che merita sicuramente un approfondimento, su cui Matrice Digitale ha aperto diverse analisi in questi mesi sul sistema della propaganda russa, ma anche su quella occidentale che si è servita di tutte le armi istituzionali, informative ed economiche.

Peccato, però, che il Copasir non ha svolto nessuna inchiesta, a detta del suo Presidente Urso, ma ha ricevuto nello stesso giorno il fascicolo giunto al Corriere da parte di una gola profonda.

Fermiamoci un attimo qui. Nel giorno della pubblicazione, il Copasir smentisce attraverso Urso, il giorno dopo il Corriere pubblica una intervista alla Vice Presidente del Comitato Parlamentare che ha il ruolo di monitorare le attività dell’intelligence italiana.

Nell’articolo è rivendicata l’attività del Copasir nel fare luce su eventuali infiltrazioni nelle TV private e in quelle pubbliche, ma si avvia a dare uno slancio invece alle attività che molti di quelli presenti nelle oramai note liste di proscrizione svolgono su piattaforme come Telegram. Quindi il Copasir sapeva e ne è parte, a detta della stessa vice presidente in quota M5S, sbugiardando il presidente Urso, in quota Fratelli d’Italia, anzi, un utente su Twitter ha segnalato un intervento pubblico a margine dell’articolo “incriminato”, dove la stessa parlamentare di Conte, che ha condannato fermamente l’iniziativa, rivendicava questo tipo di attività.

La difesa del Corriere

Nei giorni successivi, l’ottimo lavoro della redazione di Otto e Mezzo e di Floris, ha chiamato a testimoniare in favore del Corriere, prima Cazzullo poi la Sarzanini in persona, ed in favore del Copasir nientemeno che il presidente Urso.

I giornalisti hanno rivendicato l’articolo, ne hanno sottoscritto i contenuti, nei quali affermano in esclusiva anche che Orsini è stato licenziato dalla Luiss, di cui il professore ancora non sa perchè non ha ricevuto comunicazioni in merito annunciando una querela per diffamazione, e che i presenti nell’articolo “non sono giornalisti, ma freelancer che utilizzano media alternativi“.

In questa frase è descritto l’approccio avuto dal Corriere al tema ed è chiara l’impostazione un pò radical chic e un pò allo stesso tempo autoritaria di chi lavora per un media importante e sa di essere spesso impunito per eventuali smentite o notizie date in modo non corretto.

Giusto non citare la fonte, ma insistere sull’esistenza di una indagine dei Servizi Segreti e di un rapporto in tal senso, promettendo di “rivelare la verità sul caso in un giorno specifico con la pubblicazione di un articolo“(parole di Cazzullo, ma il giorno è trascorso e senza questa pubblicazione n.d.r.).

Urso e la carta straccia a sua difesa

Intervenuto anch’egli nella trasmissione Otto e Mezzo, il presidente del Copasir, Urso, si arrampica sugli specchi e propone il famoso documento giunto in redazione al Corriere ed al suo organo parlamentare ed è qui le analisi svolte da Matrice Digitale in questi mesi sul tema, trovano delle conferme schiaccianti sulla propaganda occidentale e sulla pochezza degli strumenti messi in campo da una narrazione non sempre infallibile per i concetti espressi. Anche Floris fa notare a Urso che il documento è davvero povero nei contenuti e “poteva essere scritto meglio“.

Quello che ha destabilizzato la trasmissione e tutti i presenti è stato il filosofo Massimo Cacciari quando ha invitato a fare luce anche su chi eventualmente ha posizioni simili ai putiniani, ma dall’altra parte, quella dell’Atlantico e quindi dell’Intelligence americana.

Nel cambiare argomento, sono stati d’improvviso ed inusitatamente tutti d’accordo.

Gabrieli condanna il comportamento del Corriere. Falso il rischio di attenzione

Quelli che secondo il Corriere è stato accertato dai Servizi Segreti come la lista di un gruppo di cittadini al soldo di Putin ed impegnati in vere e proprie attività di propaganda sui media e sui social italiani, per il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Segreti, Franco Gabrielli, era “un fascicolo conoscitivo non compare in nessun tipo di investigazione, come non compaiono i nominativi contenuti in questo bollettino. Un conto è riportare dichiarazioni, un conto svolgere una investigazione”.

Per Gabrielli Il report era a conoscenza dello staff, i quattro bollettini non avevano mai evidenziato particolari significative emergenze che sono state da me rappresentate specificamente al presidente del Consiglio. E’ stato trasmesso al Copasir, protocollato il 3 di giugno e il Copasir lo ha ricevuto il 6” e chi lo ha diffuso ai giornali è considerato “una mano solerte. Chi mi conosce sa che nulla resterà impunito“.

Continua …

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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