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Inchieste

Il Ministero della Verità nasconde i bot ucraini? In Australia c’è la risposta

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Per chi ha fretta:

  • La narrazione “opinioni discordanti dalla / = bot russi” sembrerebbe scricchiolare e di molto dopo una ricerca pubblicata dall'Università di Adelaide in Australia
  • Dopo un'analisi dei primi 15 giorni di guerra tra ed si scopre l'esistenza di un numero elevato di bot filo Ucraina
  • Il peso dei Bot filorussi risulta minore rispetto a quello dei rivali sull'opinione pubblica
  • Gli investono in Ucraina dal 2014 nel contrasto alla russa ed hanno creato un meccanismo equivalente che finita la guerra potrà cambiare le sorti democratiche dei paesi grazie ai social network
  • In Italia, la Luiss, attore principale del “Ministero della Verità”, ha dato incarico ad una società Ucraina di svelare i trucchi dei russi, a differenza dell'Australia che sembrerebbe essere invece interessata ad accertare una verità scientifica non parziale.

Fare attenzione ai social perchè ci sono i BOT russi che ingannano. In occasione della tra Ucraina e Russia non è stato difficile constatare che quelle che venivano definite in Occidente come profezie del mondo del sull'esistenza di utenti dei social network automatizzati, bot, sono da sempre parte della propaganda di un paese rispetto ad un altro. Essendo Matrice Digitale una delle poche testate giornalistiche specializzate nella guerra cibernetica ed allo stesso tempo capace di effettuare in piena autonomia ricerche Osint per quel che concerne i flussi di dati su alcune piattaforme social network come , si sono alzate spesso delle polemiche sul fatto che si fossero sempre prese le distanze dal qualificare o meno utenti umani da utenti robotizzati. L'essenza di questa scelta risiede proprio nel fatto che è molto difficile scoprire l'esistenza dei bot, classificarli, senza che ci sia la possibilità di incorrere in errori di interpretazioni e di scambio di figure ed è per questo che si è lasciato lo scenario a persone sicuramente più qualificate. Se c'è una cosa sulla quale si sono sempre espressi dubbi, invece, è la narrazione con la quale il giornalismo occidentale ha trattato il fenomeno della guerra cibernetica, che ha seguito il flusso delle notizie in favore della propaganda occidentale nel nostro territorio e più volte è stato dimostrato con i fatti che è avvenuto ciò. Nei nostri articoli sull'informazione e la propaganda, è stato possibile leggere già in passato e prima dello scoppio della guerra, la questione della propaganda russa e la specializzazione sul tema degli attori statali russi nel campo della guerra cibernetica, analizzando le strategie messe in gioco per disinformare gli utenti della rete in favore della loro internazionale e del loro modello sociale.

La Luiss e la società Ucraina “senza arte e né parte”

Nata nel 2021, Trementum è una società che si occupa di analizzare l'universo social, mai critica verso il suo paese d'origine.

Per questo motivo, in occasione del Ministero della Verità di cui più volte abbiamo parlato, sorprende come molti giornalisti ne parlino dal punto di vista sia ideologico e sia partigiano ed è per questo che nel contesto europeo risulta molto difficile trovare obiettività sul tema dei bot e sull'esistenza di una propaganda occidentale impossibile da offuscare completamente perché più volte svelata dagli stessi attori che più volte si sono proposti al pubblico come coloro dalla parte dei giusti. La Luiss dataLab, che si sta impegnando per nome e per conto del Ministero della Verità, utilizzando anche la sua scuola di giornalismo diretta dal plenipotenziario Gianni riotta, nel racimolare metriche attraverso la rete Twitter, in occasione delle elezioni ha sfruttato una società Ucraina costituita da poco per verificare non solo i post preelettorali, ma anche quelli nel giorno delle stesse elezioni. Secondo quanto riferito dallo stesso Riotta in una polemica con Alessandro Di Battista da Di martedì condotta da Giovanni Floris su La 7, a breve ci saranno le prove di come un ecosistema di utenti automatizzati beneficia una parte politica ed ha promesso che saranno svelati sia i produttori sia i consumatori di questi servizi di manipolazione dell'opinione pubblica.

La ricerca passata in sordina nell'Occidente “russofobo”

C'è un mondo accademico che non ha uno scopo di dimostrare una verità politica e non ha paura di far emergere una verità scientifica seppur in contrasto con i principi del Governo di turno ed ha abbattuto quel muro di allarmismo che fa riferimento solo all'attività dei russi sul territorio euroatlantico ed allo stesso tempo insinua che ogni parere sui social avverso all'establishment sia frutto di una manipolazione o di agenti infiltrati dal Cremlino. Per trovare una ricerca accademica obiettiva sul tema è stato necessario andare dall'altra parte del mondo, nel Nuovo Continente, precisamente. L'università di Adelaide, nota per essere specializzata nel delle analisi OSINT, ha prodotto un'interessante ricerca scientifica sul periodo social utilizzato nei primi mesi della guerra in Ucraina.  Gli accademici australiani hanno analizzato 5.203.764 tra tweet, retweet, citazioni e risposte pubblicate su Twitter tra il 23 Febbraio e l'otto Marzo 2022 contenenti gli hashtag maggiormente utilizzati sul campo di battaglia del social del cinguettio e precisamente: #(I)StandWithPutin, #(I)StandWithRussia, #(I)SupportRussia, #(I) StandWithUkraine, #(I)StandWithZelenskyy e #(I)SupportUkraine.   I ricercatori hanno scoperto che il 60 e l'80 per 100 dei tweet che hanno utilizzato quegli # provenivano da account di bot facilitando il sorgere di un sentiment angosciante nel discorso online ed ha persino avuto un impatto sulle discussioni e sulla decisione di rimanere in Ucraina da parte di molti utenti. Combinando i messaggi di “angoscia” con messaggi su “movimento” e posizioni geografiche, i ricercatori hanno scoperto che “gli account del bot stanno influenzando più discussioni su trasloco/fuga/andata o soggiorno”. I ricercatori ritengono che questo effetto potrebbe essere stato quello di influenzare gli ucraini anche fuori dalle zone di conflitto a fuggire dalle loro case.

Sono state osservate attività di parole come vergogna, terrorista, minaccia e panico i resoconti umani filorussi infatti stavano avendo la maggiore influenza sulle discussioni sulla guerra in particolare sui resoconti filo ucraini.

Nel caso del conflitto ucraino secondo i ricercatori dell'università australiana, risulta appunto un massiccio utilizzo di bot filo ucraini che appartengono o a privati o all'esercito stresso che si è articolato in uno squadrone cibernetico con oltre 200.000 volontari. L'aspetto ancora più interessante è che la maggioranza dei bot russi seppur in minoranza fosse circoscritta per la maggiore ad un unico software di sviluppo degli stessi bot mentre quello ucraino poteva vantare di almeno 5 tipologie diverse di bot implementati con altrettanti software diversi.

Mentre i risultati della ricerca si sono concentrati sui bot automatizzati di Twitter, ci sono stati anche risultati sull'uso di hashtag da parte di tweeter non bot. Hanno trovato flussi di informazioni significativi da account pro-russi non bot, ma nessun flusso significativo da account pro-Ucraina non bot. Oltre ad essere molto più attiva, la parte pro-Ucraina è risultata molto più avanzata nell'uso dei robot automatizzati. La parte filo-ucraina ha utilizzato più “bot di astroturf” rispetto ai filo-russi. I robot Astroturf sono robot politici iperattivi che seguono continuamente molti altri account per aumentare i follower di quell'account.

Analisi degli hashtag, dei bot utilizzati, dell'incidenza su un periodo di tempo scandito da eventi cronologici storicamente accertati

Il periodo di tempo considerato è stato, come già detto, la prima quindicina di giorni dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e sono stati sviluppati due grafici che includono 5 eventi significativi in quel periodo di tempo ed è possibile osservare un picco significativo nell'attività di diversi tipi di bot il 2 e il 4 Marzo dovuto a un aumento dell'attività dei bot pro russi probabilmente utilizzati dalle autorità russe anche quando la Russia ha conquistato la centrale nucleare di Zaporizia questo picco è dovuto a un aumento dei bot filo ucraini, probabilmente da parte delle autorità filo ucraine, in risposta ai bot russi. La figura mostra anche una misura della percentuale di traffico bot nel periodo di tempo quando inizia il conflitto, 24 febbraio, e anche successivamente con i combattimenti a Mariupol, 26 Febbraio conquista di Kherson della Russia ed il 2 marzo quando le autorità ucraine tentano la prima volta di evacuare Mariupol. Tutti questi eventi sono collegati ai flussi sui social network visibili nel grafico.

I modelli di flusso di informazioni tra account bot e non bot variano in base al livello nazionale: gli account non bot filo-russi sono complessivamente i più influenti, con flussi di informazioni verso una serie di altri gruppi di account. Non ci sono flussi significativi verso l'esterno da parte di account non bot pro-ucraini, con flussi significativi da account bot pro-ucraini verso account non bot pro-ucraini. I gruppi di account pro-russi sono apparentemente isolati, con tassi di autoentropia più bassi e flussi netti di informazioni tra gruppi meno significativi. Tuttavia, esistono significativi flussi di informazioni in uscita dai gruppi di account non-bot e AstroTurf pro-Russia, con i flussi netti maggiori originati dai gruppi di account non bot pro-Russia. Al contrario, i gruppi di account filo-ucraini tendono ad avere più flussi di informazioni tra gruppi di account pro-ucraini. I gruppi aggregati pro-ucraini tendono anche ad avere tassi di autoentropia più elevati.

Gli USA investono in Ucraina dal 2017

Nel maggio 2022, il direttore della National Security Agency (NSA) e capo del comando informatico statunitense, il generale Paul Nakasone, ha rivelato che il Cyber Command ha condotto operazioni informative offensive a sostegno dell'Ucraina, dichiarando che gli Stati Uniti hanno condotto operazioni volte a smantellare la propaganda russa. Ha detto che le operazioni sono legali, condotte attraverso una politica determinata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e con una supervisione civile. Gli Stati Uniti hanno investito 40 milioni di dollari dal 2017 per aiutare l'Ucraina a rafforzare il suo settore informatico. Secondo il vicesegretario di Stato americano Wendy Sherman, gli hanno aiutato gli ucraini a “tenere acceso e a far circolare le informazioni, anche nel mezzo di una brutale invasione russa”.Il Comando cibernetico degli Stati Uniti aveva dispiegato in Ucraina una squadra cibernetica “hunt forward” a dicembre per aiutare a rafforzare le difese e le reti informatiche dell'Ucraina contro le minacce attive in previsione dell'invasione. Una squadra di risposta rapida informatica dell'Unione Europea di recente formazione, composta da 12 esperti, si è unita alla squadra del Cyber Command per cercare minacce informatiche attive all'interno delle reti ucraine e per rafforzare le difese informatiche del Paese.

Conclusioni

Resta da dimostrare chi siano coloro che hanno svolto la ricerca per conto dell'università di Adelaide e non si intende riguardo i nomi, bensì riguardo eventuali aderenze con il mondo dell' russa che potrebbero viziare l'integrità morale di coloro che hanno effettuato studi sul tema, sovvertendo la narrazione a senso unico dell'esistenza di soli bot russi sul suolo occidentale ed euro atlantico. Differentemente da quello che invece è stato realizzato in occasione delle Elezioni Politiche italiane del 2022 dall'università Luiss che ha commissionato un ad una società di social listening con uno storico ridotto e che è gestita da due ingegneri di nazionalità ucraina.

Al netto di Assange e della sensibilità sul tema della libertà di informazione, non solo c'è la corsa a stanare le notizie false, ma addirittura a conquistare quelle bolle, composte da utenti reali e virtuali, che in futuro potranno realmente contrastare la propaganda nemica, rafforzando quella interna. Su quest'ultimo aspetto è chiaro che un utilizzo sproporzionato dei poteri racchiusi nella gestione dell'analisi a senso unico, può anche rafforzare una attività di screditamento e di destabilizzazione di governi eletti dal popolo, la cui opinione può essere manipolata dall'esterno.

FONTE RICERCA UNIVERSITA' ADELAIDE

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Inchieste

La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19

Tempo di lettura: 2 minuti. La CIA e NewsGuard sotto accusa: nuove rivelazioni sollevano dubbi sulla narrazione ufficiale dell’origine del COVID-19.

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In una recente rivelazione che potrebbe gettare nuova luce sull'origine della pandemia di COVID-19, un alto ufficiale della CIA ha accusato l'agenzia di aver tentato di manipolare le testimonianze di alcuni analisti per sostenere la teoria della trasmissione del virus dagli animali agli esseri umani, piuttosto che dalla fuga da un laboratorio a Wuhan, in . Questa accusa, riportata dal New York Post, è stata confermata da una lettera inviata al direttore della CIA, William Burns, e ha sollevato nuove domande sulla credibilità delle informazioni fornite dall'agenzia.

Il ruolo di NewsGuard

In questo contesto, è importante sottolineare il ruolo svolto da NewsGuard, una che si occupa di monitorare e valutare la veridicità delle notizie pubblicate online. Secondo una condotta da Matrice , NewsGuard ha avuto un ruolo significativo nell'avallare la narrazione ufficiale sull'origine del virus, etichettando come false le notizie che sostenevano la teoria della creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan.

Critiche e controversie

La redazione di Matrice Digitale ha criticato aspramente l'approccio di NewsGuard, accusandola di aver creato una lista di proscrizione delle testate giornalistiche che diffondevano notizie contrarie alla narrazione ufficiale, e di aver ignorato altre informazioni false e fuorvianti circolate in merito alla pandemia. Questa situazione ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e al diritto all', con Matrice Digitale che sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle agenzie di controllo delle notizie.

Questioni politiche e di credibilità

L'inchiesta di Matrice Digitale mette in luce anche le divergenze tra le narrazioni politiche negli Stati Uniti riguardo all'origine del virus, con il Partito Democratico che sostiene la teoria della trasmissione zoonotica, mentre il Partito Repubblicano sospetta una creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan. In questo scenario, la credibilità di NewsGuard viene messa in discussione, con accuse di favoritismo politico e mancanza di obiettività nella valutazione delle notizie.

In conclusione, le recenti rivelazioni sulla possibile manipolazione delle informazioni da parte della CIA, insieme alle critiche mosse a NewsGuard, sollevano seri dubbi sulla veridicità delle informazioni circolate finora riguardo all'origine del COVID-19. È evidente che la questione richiede ulteriori indagini e una maggiore trasparenza da parte delle agenzie coinvolte. Prima della CIA, anche dall'FBI erano giunte indiscrezioni sull'origine artificiale del virus.

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Inchieste

Vinted, come ottenere merce e rimborso: “il tuo capo è falso”

Tempo di lettura: 2 minuti. Una lettrice condivide la sua esperienza di truffa su Vinted, evidenziando i rischi delle vendite online e la necessità di maggiore protezione per gli utenti.

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English Version

Le truffe online sono in aumento, e le piattaforme di vendita tra privati come Vinted diventano spesso il terreno di gioco per chi cerca di ingannare. Una lettrice ha deciso di condividere con noi la sua esperienza, sperando di mettere in guardia altri e partecipando attivamente allo spirito di che Matrice ha nei confronti dei lettori e della Pubblica Autorità.

La truffa in dettaglio

Dopo aver messo in vendita una sciarpa autentica di Louis Vuitton, la nostra lettrice ha inviato l'articolo a un'acquirente in . Nonostante avesse fornito prove fotografiche dell'autenticità, l'acquirente ha sostenuto che l'articolo fosse falso, ottenendo un rimborso e trattenendo la sciarpa. La foto dell'acquirente sia da monito per evitare di vendere merce senza ottenere soldi e reso.

La piattaforma Vinted e la sua risposta

Nonostante i numerosi tentativi di contatto, Vinted ha risposto una sola volta, sottolineando la sua contro la vendita di falsi. Successivamente, ogni tentativo di è stato ignorato, e l'acquirente ha bloccato la nostra lettrice che continua a mandare tre messaggi al giorno di media all'assistenza dell'azienda intermediaria già nota per essere terreno fertile di truffe ai danni di compratori e venditori onesti.

Un modus operandi diffuso

La online ha rivelato che molti altri utenti hanno subito truffe simili su Vinted. Dichiarare un prodotto come “falso” sembra essere una tattica comune tra i truffatori. Sia chiaro, il lettore non prenda questa strategia come consiglio, ma duole segnalare che è un dato di fatto. Un capo rotto è stato anche oggetto di un'altra truffa simile già raccontata dalla redazione.

L'inerzia delle autorità

La vittima ha cercato aiuto presso la Polizia Postale e la Guardia di . Tuttavia, le mani delle autorità erano legate a causa della residenza estera sia di Vinted che dell'acquirente.

Il prezzo della giustizia

La nostra lettrice ha valutato anche una opzione legale, ma i costi proibitivi di una causa internazionale hanno reso questa strada impraticabile. Lo stesso motivo che ha fatto desistere Matrice Digitale dal fare una causa a Google dopo l'ingiustificato ban del suo canale YouTube

Riflessioni finali

Questa testimonianza evidenzia la necessità per le piattaforme come Vinted di adottare misure più rigorose per proteggere i propri utenti. Nel frattempo, è fondamentale che gli utenti siano sempre vigili e informati quando operano online: il passa parola non sulle abitudini da osservare, bensì sulle truffe del momento, è fondamentale per anticipare le mosse dei criminali. Ecco tutte le inchieste su Vinted realizzate da Matrice Digitale: i prossimi potreste essere voi.

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Vinted, how to get goods and refund: “your luxury dress is fake”

Tempo di lettura: 2 minuti. A reader shares her experience of being scammed on Vinted, highlighting the risks of online sales and the need for more protection for users.

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Online scams are on the rise, and B2B sales platforms such as Vinted often become the playground for those seeking to deceive. One reader decided to share her experience with us, hoping to warn other users and actively participate in the spirit of cooperation that Digital Matrix has with readers and the Public Authority.

The scam in detail

After listing an authentic Louis Vuitton scarf for sale, our reader sent the item to a buyer in France. Despite providing photographic evidence of authenticity, the buyer claimed the item was fake, getting a refund and keeping the scarf. Let the buyer's photo be a warning to avoid selling merchandise without getting money and returns.

The Vinted platform and its response

Despite numerous attempts to contact them, Vinted responded only once, emphasizing its policy against selling fakes. Subsequently, every attempt at communication was ignored, and the buyer blocked our reader who continues to send an average of three messages a day to the intermediary company's support, which is already known to be a breeding ground for scams against honest buyers and sellers.

A widespread modus operandi

Online research has revealed that many other users have experienced similar scams on Vinted. Declaring a product as “fake” seems to be a common tactic among scammers. Let me be clear, the reader does not take this strategy as advice, but it pains to report that it is a fact. A broken garment was also the subject of another similar scam already recounted by the editorial staff.

The inaction of the authorities

The victim sought help from the Postal Police and the Guardia di . However, the hands of the authorities were tied because of the foreign residence of both Vinted and the buyer.

The price of justice

Our reader also considered a legal option, but the prohibitive costs of an international lawsuit made this route impractical. The same reason that put off Digital Matrix from suing after the unjustified banning of its channel

Final reflections.

This testimony highlights the need for platforms like Vinted to take stronger measures to protect their users. In the meantime, it is crucial for users to be vigilant and informed at all times when operating online: word of mouth not about the habits to observe, but rather the scams of the moment, is key to anticipating the moves of criminals. Here are all the inch

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