Inchieste
Nord Corea 2018: La guerra cibernetica di Lazarus tra Mata Framework, Bankshot, e furti di criptovalute.

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Il 2018 è stato l'anno di una serie di attacchi a catena che hanno contraddistinto il gruppo Lazarus nello scenario internazionale come minaccia attiva e persistente.
Lazarus, come visto in precedenza, ha lo scopo primario di fornire approvvigionamenti al governo nord coreano e verso fine 2017 si è reso protagonista di una serie di attacchi ai mercati di criptovalute ed ad alcuni istituti di credito. La linea seguita nel 2018 è stata sicuramente più aggressiva in tal senso.
Linkedin: l'oceano da cui pescare vittime
Nel Febbraio 2018 una indagine di F-Secure ha rivelato che un amministratore di sistema di un'organizzazione bersaglio ha ricevuto un documento di phishing attraverso il suo account personale di LinkedIn. Il documento era mascherato da un annuncio di lavoro per un ruolo in una società di tecnologia blockchain che corrispondeva alle competenze del dipendente. Più tardi, nel 2019, sempre F-Secure ha scoperto dettagli tecnici sul modus operandi di Lazarus Group durante un'indagine su un attacco a una realtà dedita al commercio di criptovalute, collegato a una campagna di phishing globale più ampia, partita nel 2017, e che risultava ancora in corso. F-Secure ha attribuito l'attacco al gruppo Lazarus Group sulla base di somiglianze nel malware, tattiche, tecniche e Procedures (TTPs) osservate in azioni precedenti del gruppo nordcoreano. L'analisi di F-Secure del malware ha suggerito forti somiglianze con i campioni utilizzati in altre campagne del Lazarus Group, dettagliate in ricerche precedentemente pubblicate da Kaspersky e ESET.
Lazarus Group è noto per aver sfruttato una combinazione di malware personalizzati e utility native del sistema operativo (OS) per raggiungere il suo obiettivo. Altro aspetto fondamentale, che contraddistingue la bravura del gruppo, è che una delle maggiori preoccupazioni nell'attività certosina è sicuramente quella di provvedere a cancellare la maggior part dei log che possono esporre l'attività silente ai sistemi di rilevamento.
Bankshot: una minaccia finanziaria in Turchia da milioni di dollari
Il 28 febbraio, il team di McAfee Advanced Threat Research ha scoperto l'attività criminale di Lazarus che continuava a prendere di mira asset di criptovalute e le organizzazioni finanziarie con il malware già visto in precedenza dal nome Bankshot. Sulla base della somiglianza del codice, del settore di attività delle potenziali vittime e della presenza di stringhe del server di controllo, l'attacco rimembrava i precedenti nefasti condotti contro la rete finanziaria globale SWIFT. Bankshot è stato progettato per persistere nella rete di una vittima per più di un unico sfruttamento; pertanto il team di Advanced Threat Research ha ritenuto che questa operazione ha avuto lo scopo di ottenere l'accesso a specifiche organizzazioni finanziarie. Le organizzazioni finanziarie in Turchia sono state prese di mira tramite e-mail di spear phishing contenenti un documento Microsoft Word dannoso. Il documento conteneva un exploit Adobe Flash incorporato ed è stato svelato dall'agenzia sudcoreana per la sicurezza in Internet. L'exploit, che sfruttava CVE-2018-4878, consentiva a un utente malintenzionato di eseguire codice arbitrario come un malware.
Bankshot è stato distribuito da un dominio con un nome simile a quello della piattaforma di prestito di criptovalute FalconCoin. Il dominio dannoso falcancoin.io è stato creato il 27 dicembre 2017 ed è stato aggiornato il 19 febbraio, solo pochi giorni prima della comparsa dei file malevoli. Bankshot era essenzialmente uno strumento di accesso remoto che poteva offrire a un utente malintenzionato la piena capacità del sistema di una vittima. Questa minaccia conteneva anche funzionalità per cancellare file e contenuti dal sistema di destinazione per dissipare prove o eseguire altre azioni distruttive.
Operazione “Ghost secret”
Sempre McAfee Advanced Threat Research ha scoperto una campagna globale di acquisizione di dati che attaccava un ampio numero di settori economici e governativi tra cui infrastrutture critiche, intrattenimento, finanza, assistenza sanitaria e telecomunicazioni. La campagna, soprannominata Operazione GhostSecret, sfruttava molteplici strumenti e varianti di malware associati al gruppo informatico sponsorizzato dallo stato Nord Coreano. L'indagine su questa campagna ha rivelato che Lazarus ha utilizzato più malware, incluso uno sconosciuto con funzionalità simili a Bankshot. Dal 18 al 26 marzo 2018 è stato osservato entrare in azione in più aree del mondo e alcune parti di codice ricordavano il malware Destover, che è stato utilizzato nell'attacco Sony Pictures del 2014. Inoltre, il team di McAfee ha scoperto Proxysvc ed alcuni server di controllo aggiuntivi che, sono stati utilizzati insieme alla variante Destover del 2017 e hanno operato senza essere rilevato dalla metà del 2017. Nell'operazione GhostSecret , Lazarus ha utilizzato un'infrastruttura simile alle minacce precedenti, inclusi i certificati SSL utilizzati da FakeTLS nel codice trovato nella variante backdoor Destover, nota come Escad, che è stata utilizzata nell'attacco di Sony Pictures. Quest'ultima analogia ed altre, come ad esempio gli attacchi alle banche turche e sudamericane, hanno consentito di individuare gli aggressori nel gruppo apt più strutturato in Corea del Nord.
Il framework che “MATA” tutti i sistemi operativi
Nell'aprile 2018 è stato scoperto un malware chiamato MATA. Il framework del malware MATA possedeva diversi componenti tra cui molti plug-in. Questo framework completo era in grado di indirizzare i sistemi operativi Windows, Linux e macOS ed è stato utilizzato in modo aggressivo per infiltrarsi in strutture aziendali di tutto il mondo.
Ciò che eseguiva il malware era WmiPrvSE.exe, un “Processo host provider WMI” che viene eseguito da un host remoto per spostarsi lateralmente, pertanto, sembrerebbe essere stato utilizzato per compromettere anche altri host aggiuntivi nella stessa rete. Successivamente è stato scoperto un malware che da disposizioni precise ed è stato identificato nel processo lsass.exe e che caricava i dati di configurazione crittografati da una chiave di registro per poi decrittografarli con l'algoritmo AES.
Lsass.exe poteva scaricare 15 plugin contemporaneamente tramite tre modi:
- Scaricare il plug-in dal server HTTP o HTTPS specificato
- Caricare il file del plug-in crittografato con AES da un percorso del disco specificato
- Scaricare il file del plug-in dalla connessione MataNet corrente
MataNet era una infrastruttura allestita ad hoc per sfruttare al meglio tutte le potenzialità del framework malevolo: per la comunicazione segreta, utilizzavano connessioni TLS1.2 con l'aiuto della libreria open source “openssl-1.1.0f“, collegata staticamente all'interno di questo modulo. Inoltre, il traffico tra i nodi MataNet veniva crittografato con una chiave di sessione RC4 casuale. MataNet implementava sia la modalità client che quella server.
Il client MataNet stabiliva connessioni periodiche con il proprio centro di comando con un messaggio avente un'intestazione lunga 12 byte, dove il primo DWORD era l'ID del messaggio e il resto dati ausiliari. Ecco la lista dei plugin e delle loro funzioni che componevano il pacchetto malevolo acquisito una volta infetti da Mata:
- MATA_Plug_Cmd.dll Eseguiva “cmd.exe /c” o “powershell.exe” con i parametri specificati e riceveva l'output dell'esecuzione del comando.
- MATA_Plug_Process.dll Manipolava il processo (processo di elenco, processo di interruzione, processo di creazione, processo di creazione con ID sessione utente connesso).
- MATA_Plug_TestConnect.dll Controllava la connessione TCP con IP:porta o intervallo IP specificato. Ping dato host o intervallo IP.
- MATA_Plug_WebProxy.dll Creava un server proxy HTTP. Il server ascolta le connessioni TCP in entrata sulla porta specificata, processava le richieste CONNECT dai client al server HTTP e inoltrava tutto il traffico tra client e server.
- MATA_Plug_File.dll Manipolava i file (scriveva i dati ricevuti su un determinato file, inviava un determinato file dopo la compressione LZNT1, comprimeva la cartella specificata in %TEMP%\~DESKTOP[8random hex].ZIP e inviava, cancellando il file specificato, cerca il file, elenca il file e la cartella , file di cronometraggio).
- MATA_Plug_Load.dll Iniettava il file DLL nel processo specificato utilizzando il PID e il nome del processo o iniettava il file DLL XORed nel processo specificato, facoltativamente chiamava la funzione di esportazione con gli argomenti.
- MATA_Plug_P2PReverse.dll Aiutava a connettersi tra il server MataNet da un lato e un server TCP arbitrario dall'altro, quindi inoltrava il traffico tra di loro. Gli IP e le porte per entrambi i lati sono specificati nella chiamata a questa interfaccia.
- Una stringa interessante all'interno del plugin MATA_Plug_WebProxy – “Proxy-agent: matt-dot-net” – perché era un riferimento al progetto open source di Matt McKnight. Ci sono alcune differenze però. Il progetto di Matt è scritto in C# anziché in C++. Il proxy MATA era notevolmente più semplice, in quanto non era presente né cache né supporto SSL, ad esempio. È possibile che gli autori di MATA abbiano trovato e utilizzato il codice sorgente di una prima versione del server proxy di Matt. Sembrava che l'autore del malware avesse riscritto il codice da C# a C++ lasciando questo footprint invariato.
Il framework MATA si rivolgeva non solo al sistema Windows ma anche ai sistemi Linux e macOS. Nella versione per Linux vi era uno strumento per elencare le cartelle, script con il fine di sfruttare Atlassian Confluence Server (CVE-2019-3396), uno strumento socat e una versione Linux del payload MATA in bundle insieme a una serie di plug-in.
Su sistema MacOS vi era un malware MATA target caricato su VirusTotal l'8 aprile 2020. Il file Apple Disk Image dannoso era un'applicazione macOS trojan basata su un'applicazione di autenticazione a due fattori open source denominata MinaOTP.
Le vittime del framework MATA non erano limitate ad un territorio specifico e furono registrate in Polonia, Germania, Turchia, Corea, Giappone e India. Inoltre, l'attore ha compromesso i sistemi in vari settori, tra cui una società di sviluppo software, una società di e-commerce e un fornitore di servizi Internet.
Apple JEUS: Banche, Soldi e Criptovalute in cassa
Kaspersky Lab indagava su una piattaforma di criptovalute attaccata da Lazarus ed ha fatto una scoperta inaspettata. La vittima era stata infettata con l'aiuto di un'applicazione di trading di criptovalute troianizzata, che era stata raccomandata all'azienda via e-mail. Si è scoperto che un ignaro dipendente della società aveva scaricato volontariamente un'applicazione di terze parti da un sito web dall'aspetto legittimo e il suo computer era stato infettato da un malware noto come Fallchill, un vecchio strumento a cui Lazarus è tornato recentemente.
Per assicurarsi che la piattaforma OS non fosse un ostacolo per infettare gli obiettivi, sembra che gli aggressori siano andati oltre e abbiano sviluppato malware per altre piattaforme, anche per macOS, con addirittura una versione per Linux in arrivo, secondo il sito web. L'utente ha installato il programma tramite un link di download consegnato via e-mail e gli aggressori hanno optato per uno schema più elaborato: il codice trojan è stato diffuso sotto forma di un aggiornamento per un'applicazione commerciale dall'aspetto legittimo chiamata Celas Trade Pro di Celas Limited non ha mostrato segni di comportamento dannoso e sembrava genuina ed era un programma di trading di criptovalute in stile all-in-one sviluppato da Celas.
CryptoCore: tre anni di furti e centinaia di milioni in criptovalute rubati
Nell'estate 2018 è emersa CryptoCore: una campagna di attacco contro le società di crypto-exchange che è stata in corso per tre anni ed è stata scoperta dai ricercatori di ClearSky. L'attacco si è concentrato principalmente sul furto di portafogli di criptovalute ed è stata segnalato anche da altre aziende ed è per questo che è nota anche come CryptoMimic, Dangerous Password e Leery Turtle. Lazarus è stato il primo sospettato a causa di alcuni precedenti nello stesso anno nel settore finanziario, in particolare riferimento alle criptovalute, ma quello che ha sorpreso sono stati gli attacchi a Israele mai effettuati prima di allora dagli apt nord coreani.
DTRACK il RAT del 2018 firmato Lazarus
Alla fine dell'estate del 2018 è stato scoperto ATMDtrack, un pezzo di malware bancario rivolto alle banche indiane. Ulteriori analisi hanno mostrato che il malware era stato progettato per essere piantato sui bancomat dell'istituto di credito vittima in modo tale da poter leggere e memorizzare i dati delle carte che venivano inserite nelle macchine. A seguito di un'indagine effettuata da Kaspersky, sono state rilevati oltre 180 nuovi campioni di malware dello strumento spia definitivamente identificato come Dtrack.
Tutti i campioni di Dtrack trovati inizialmente sembravano inutilizzati, poiché il vero payload era criptato con vari dropper ma, una volta scoperto l'arcano decifrando gli offuscatori, si sono scoperte somiglianze con la campagna DarkSeoul, risalente al 2013 e attribuita al gruppo Lazarus.
L'entrata del dropper avveniva tramite un codice maligno in un binario che era un eseguibile innocuo. In alcuni casi, era il progetto predefinito di Visual Studio MFC, ma poteva essere qualsiasi altro programma.
I dati di overlay decriptati contenevano i seguenti artefatti:
- un eseguibile extra;
- uno shellcode per l'hollowing del processo;
- un elenco di nomi di eseguibili predefiniti, che il malware usa come nome del processo futuro.
Dopo la decrittazione dei dati, il codice di hollowing del processo viene avviato, prendendo come argomento il nome del processo da holloware. Il nome proviene dall'elenco predefinito trovato all'interno dell'overlay decrittato. Tutti i nomi provenivano dalla cartella %SYSTEM32%, come potete vedere nell'elenco di file decrittati qui sotto.
fontview.exe dwwin.exe wextract.exe runonce.exe grpconv.exe msiexec.exe rasautou.exe rasphone.exe extrac32.exe mobsync.exe verclsid.exe ctfmon.exe charmap.exe scrivere.exe sethc.exe control.exe presentationhost.exe napstat.exe systray.exe mstsc.exe cleanmgr.exe
I dropper contenevano una varietà di eseguibili, tutti destinati a spiare la vittima. Di seguito è riportato un elenco incompleto delle funzionalità dei vari eseguibili payload di Dtrack trovati:
- keylogging,
- recupero della cronologia del browser,
- raccolta di indirizzi IP degli host, informazioni sulle reti disponibili e sulle connessioni attive,
- elencare tutti i processi in esecuzione,
- elencare tutti i file su tutti i volumi di disco disponibili.
Alcuni degli eseguibili impacchettavano i dati raccolti in un archivio protetto da password salvandoli sul disco, mentre altri inviano i dati al server C&C direttamente.
Oltre ai suddetti eseguibili, i dropper contenevano anche un Trojan di accesso remoto (RAT). L'eseguibile RAT permetteva ai criminali di eseguire varie operazioni come:
- 1003 caricare un file sul computer della vittima
- 1005 rendere persistente il file di destinazione con avvio dell'esecuzione automatica sull'host della vittima
- 1006 scarica un file dal computer della vittima
- 1007 esegue il dump di tutti i dati del volume del disco e lo carica su un host controllato dai criminali
- 1008 eseguire il dump di un volume del disco scelto e caricarlo su un host controllato dai criminali
- 1011 esegue il dump di una cartella scelta e la carica su un host controllato dai criminali
- 1018 imposta un nuovo valore di timeout dell'intervallo tra i controlli dei nuovi comandi
- 1023 uscire e rimuovere la persistenza e il binario stesso
- eseguire di default un processo sull'host della vittima
L'Operazione “atomica” Sharpshooter
Il team McAfee Advanced Threat Research e il McAfee Labs Malware Operations Group hanno scoperto una nuova massiva azione di attacco globale che prendeva di mira le aziende del settore nucleare, della difesa, dell'energia e della finanza. Questa campagna, Operation Sharpshooter, sfruttava un codice in-memory per scaricare e recuperare un ulteriore codice di secondo livello per un ulteriore sfruttamento, battezzato con il nome Rising Sun. Questo secondo fattore di attacco utilizzava il codice sorgente del trojan backdoor Duuzer del 2015 del Lazarus Group in una nuova struttura per infiltrarsi in queste industrie chiave. I numerosi collegamenti tecnici di Operation Sharpshooter al Lazarus Group sembravano troppo ovvi per trarre immediatamente la conclusione che fossero i nord coreani i responsabili degli attacchi.
Nei mesi di ottobre e novembre 2018, l'impianto Rising Sun è apparso in 87 organizzazioni in tutto il mondo, prevalentemente negli Stati Uniti. La maggior parte delle vittime prese di mira erano di lingua inglese. Questo attore ha usato l'attività di reclutamento come esca per raccogliere informazioni sugli individui presi di mira o sulle organizzazioni che gestiscono i dati relativi alle industrie di interesse.
Il vettore di attacco iniziale restava un documento contenente una macro malevola per scaricare la fase successiva, che veniva eseguita in memoria e raccoglieva informazioni mentre I dati della vittima venivano inviati a un server di controllo per essere monitorati dagli attori, che poi determinavano le fasi successive.
2018 iniziato e terminato con il furto di criptovalute
Il guadagno finanziario è rimasto uno degli obiettivi principali di Lazarus, con le sue tattiche, tecniche e procedure in continua evoluzione per evitare di essere scoperto. Dopo l'operazione Applejeus è stata scoperta una nuova operazione, attiva almeno da novembre 2018, che utilizzava PowerShell per controllare i sistemi Windows e il malware macOS per gli utenti Apple. Hanno sviluppato script PowerShell personalizzati che comunicano con server C2 dannosi ed eseguono comandi dall'operatore. I nomi degli script del server C2 sono mascherati da file WordPress (popolare motore di blog) e da altri popolari progetti open source. Dopo aver stabilito la sessione di controllo del malware con il server, la funzionalità fornita dal malware includeva:
- Impostare il tempo di “sonno” (ritardando le interazioni C2)
- Uscire dal malware
- Raccogliere le informazioni di base sull'host
- Controllare lo stato del malware
- Mostrare la configurazione attuale del malware
- Aggiornare la configurazione del malware
- Eseguire il comando della shell di sistema
- Scaricare e caricare file
Il malware è stato distribuito tramite documenti accuratamente preparati per attirare l'attenzione dei professionisti delle criptovalute. Visto come alcuni dei documenti sono stati infiocchettati in coreano, era chiaro che le imprese sudcoreane fossero una priorità assoluta per Lazarus. Un documento intitolato “Documento di esempio per la valutazione del business plan di una società di venture capital” (tradotto dal coreano), un altro macro-armored (e9a6a945803722be1556fd120ee81199) che conteneva una presentazione aziendale di quello che sembrava essere un gruppo di consulenza tecnologica cinese chiamato LAFIZ ed una società di scambio di criptovalute che forniva un documento di elenchi di monete con una traduzione in coreano, con un documento dannoso contenente la stessa macro.
Questi campioni di malware per Windows sono stati forniti utilizzando documenti HWP (Korean Hangul Word Processor format) dannosi e che sfruttavano una nota vulnerabilità PostScript. Va notato che i documenti HWP sono popolari solo tra gli utenti coreani (Hangul Word Processor è stato sviluppato in Corea del Sud) e abbiamo assistito a diversi attacchi con lo stesso metodo quindi la matrice nordcoreana è più che una pista probabile.
Inchieste
La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19
Tempo di lettura: 2 minuti. La CIA e NewsGuard sotto accusa: nuove rivelazioni sollevano dubbi sulla narrazione ufficiale dell’origine del COVID-19.

Tempo di lettura: 2 minuti.
In una recente rivelazione che potrebbe gettare nuova luce sull'origine della pandemia di COVID-19, un alto ufficiale della CIA ha accusato l'agenzia di aver tentato di manipolare le testimonianze di alcuni analisti per sostenere la teoria della trasmissione del virus dagli animali agli esseri umani, piuttosto che dalla fuga da un laboratorio a Wuhan, in Cina. Questa accusa, riportata dal New York Post, è stata confermata da una lettera inviata al direttore della CIA, William Burns, e ha sollevato nuove domande sulla credibilità delle informazioni fornite dall'agenzia.
Il ruolo di NewsGuard
In questo contesto, è importante sottolineare il ruolo svolto da NewsGuard, una società che si occupa di monitorare e valutare la veridicità delle notizie pubblicate online. Secondo una inchiesta condotta da Matrice Digitale, NewsGuard ha avuto un ruolo significativo nell'avallare la narrazione ufficiale sull'origine del virus, etichettando come false le notizie che sostenevano la teoria della creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan.
Critiche e controversie
La redazione di Matrice Digitale ha criticato aspramente l'approccio di NewsGuard, accusandola di aver creato una lista di proscrizione delle testate giornalistiche che diffondevano notizie contrarie alla narrazione ufficiale, e di aver ignorato altre informazioni false e fuorvianti circolate in merito alla pandemia. Questa situazione ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e al diritto all'informazione, con Matrice Digitale che sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle agenzie di controllo delle notizie.
Questioni politiche e di credibilità
L'inchiesta di Matrice Digitale mette in luce anche le divergenze tra le narrazioni politiche negli Stati Uniti riguardo all'origine del virus, con il Partito Democratico che sostiene la teoria della trasmissione zoonotica, mentre il Partito Repubblicano sospetta una creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan. In questo scenario, la credibilità di NewsGuard viene messa in discussione, con accuse di favoritismo politico e mancanza di obiettività nella valutazione delle notizie.
In conclusione, le recenti rivelazioni sulla possibile manipolazione delle informazioni da parte della CIA, insieme alle critiche mosse a NewsGuard, sollevano seri dubbi sulla veridicità delle informazioni circolate finora riguardo all'origine del COVID-19. È evidente che la questione richiede ulteriori indagini e una maggiore trasparenza da parte delle agenzie coinvolte. Prima della CIA, anche dall'FBI erano giunte indiscrezioni sull'origine artificiale del virus.
Inchieste
Vinted, come ottenere merce e rimborso: “il tuo capo è falso”
Tempo di lettura: 2 minuti. Una lettrice condivide la sua esperienza di truffa su Vinted, evidenziando i rischi delle vendite online e la necessità di maggiore protezione per gli utenti.

Tempo di lettura: 2 minuti.
Le truffe online sono in aumento, e le piattaforme di vendita tra privati come Vinted diventano spesso il terreno di gioco per chi cerca di ingannare. Una lettrice ha deciso di condividere con noi la sua esperienza, sperando di mettere in guardia altri utenti e partecipando attivamente allo spirito di collaborazione che Matrice Digitale ha nei confronti dei lettori e della Pubblica Autorità.
La truffa in dettaglio

Dopo aver messo in vendita una sciarpa autentica di Louis Vuitton, la nostra lettrice ha inviato l'articolo a un'acquirente in Francia. Nonostante avesse fornito prove fotografiche dell'autenticità, l'acquirente ha sostenuto che l'articolo fosse falso, ottenendo un rimborso e trattenendo la sciarpa. La foto dell'acquirente sia da monito per evitare di vendere merce senza ottenere soldi e reso.
La piattaforma Vinted e la sua risposta

Nonostante i numerosi tentativi di contatto, Vinted ha risposto una sola volta, sottolineando la sua politica contro la vendita di falsi. Successivamente, ogni tentativo di comunicazione è stato ignorato, e l'acquirente ha bloccato la nostra lettrice che continua a mandare tre messaggi al giorno di media all'assistenza dell'azienda intermediaria già nota per essere terreno fertile di truffe ai danni di compratori e venditori onesti.
Un modus operandi diffuso
La ricerca online ha rivelato che molti altri utenti hanno subito truffe simili su Vinted. Dichiarare un prodotto come “falso” sembra essere una tattica comune tra i truffatori. Sia chiaro, il lettore non prenda questa strategia come consiglio, ma duole segnalare che è un dato di fatto. Un capo rotto è stato anche oggetto di un'altra truffa simile già raccontata dalla redazione.
L'inerzia delle autorità
La vittima ha cercato aiuto presso la Polizia Postale e la Guardia di Finanza. Tuttavia, le mani delle autorità erano legate a causa della residenza estera sia di Vinted che dell'acquirente.
Il prezzo della giustizia
La nostra lettrice ha valutato anche una opzione legale, ma i costi proibitivi di una causa internazionale hanno reso questa strada impraticabile. Lo stesso motivo che ha fatto desistere Matrice Digitale dal fare una causa a Google dopo l'ingiustificato ban del suo canale YouTube
Riflessioni finali
Questa testimonianza evidenzia la necessità per le piattaforme come Vinted di adottare misure più rigorose per proteggere i propri utenti. Nel frattempo, è fondamentale che gli utenti siano sempre vigili e informati quando operano online: il passa parola non sulle abitudini da osservare, bensì sulle truffe del momento, è fondamentale per anticipare le mosse dei criminali. Ecco tutte le inchieste su Vinted realizzate da Matrice Digitale: i prossimi potreste essere voi.
Inchieste
Vinted, how to get goods and refund: “your luxury dress is fake”
Tempo di lettura: 2 minuti. A reader shares her experience of being scammed on Vinted, highlighting the risks of online sales and the need for more protection for users.

Tempo di lettura: 2 minuti.
Online scams are on the rise, and B2B sales platforms such as Vinted often become the playground for those seeking to deceive. One reader decided to share her experience with us, hoping to warn other users and actively participate in the spirit of cooperation that Digital Matrix has with readers and the Public Authority.
The scam in detail

After listing an authentic Louis Vuitton scarf for sale, our reader sent the item to a buyer in France. Despite providing photographic evidence of authenticity, the buyer claimed the item was fake, getting a refund and keeping the scarf. Let the buyer's photo be a warning to avoid selling merchandise without getting money and returns.
The Vinted platform and its response
Despite numerous attempts to contact them, Vinted responded only once, emphasizing its policy against selling fakes. Subsequently, every attempt at communication was ignored, and the buyer blocked our reader who continues to send an average of three messages a day to the intermediary company's support, which is already known to be a breeding ground for scams against honest buyers and sellers.
A widespread modus operandi
Online research has revealed that many other users have experienced similar scams on Vinted. Declaring a product as “fake” seems to be a common tactic among scammers. Let me be clear, the reader does not take this strategy as advice, but it pains to report that it is a fact. A broken garment was also the subject of another similar scam already recounted by the editorial staff.
The inaction of the authorities
The victim sought help from the Postal Police and the Guardia di Finanza. However, the hands of the authorities were tied because of the foreign residence of both Vinted and the buyer.
The price of justice
Our reader also considered a legal option, but the prohibitive costs of an international lawsuit made this route impractical. The same reason that put off Digital Matrix from suing Google after the unjustified banning of its YouTube channel
Final reflections.
This testimony highlights the need for platforms like Vinted to take stronger measures to protect their users. In the meantime, it is crucial for users to be vigilant and informed at all times when operating online: word of mouth not about the habits to observe, but rather the scams of the moment, is key to anticipating the moves of criminals. Here are all the inch
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