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L'Altra Bolla

La guerra tra il “falco” Riotta e il “putiniano” Travaglio apre il conflitto dell’informazione

Tempo di lettura: < 1 minuto. Dietro il botta e risposta tra due giornalisti, si nascondono interessi di parte ed obiettivi militari riguardo il mondo del giornalismo

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Dopo aver provato l’assalto mal riuscito al direttore di Limes Lucio Caracciolo sulle pagine de La Stampa, Gianni Riotta lancia una fatwa contro il direttore del Fatto, Marco Travaglio utilizzando il solito schema nel definirlo putiniano ed allo stesso tempo “complice morale” dell’invasione russa.

Il tweet ha avuto un notevole successo grazie a diverse condivisioni ed anche al fatto che, rispetto allo sconosciuto Caracciolo, il fattore “detestabilità” nei confronti di Travaglio è stato determinante per scatenare un esercito di contestatori del direttore del Fatto Quotidiano. Non si è fatta attendere la risposta di Travaglio nell’editoriale del giorno dove ha parlato del metodo Riotta di colpire singolarmente i “pacifisti” con la definizione di putiniani.

Scemi di guerra: il Sequel, questo il titolo dove accusa anche che le liste di proscrizione non sono state in grado di sortire alcun effetto sull’opinione pubblica ed è per questo motivo che si passa agli attacchi personali diretti. La risposta di Riotta non è mancata e, nel ringraziare il pubblico per le condivisioni, ha consigliato a Travaglio di occuparsi delle cose “serie” che interessano gli italiani, come luce e gas.

Al netto delle dichiarazioni che possono essere condivise o meno, c’è un fenomeno che si sta configurando nel nostro paese ed è quello del Ministero della Verità di Orwelliana memoria, su indicazione dell’Europa che ha avallato sovrastrutture di analisi e valutazione delle attività editoriali sul suo spazio cibernetico, dove si consolida un fronte di giornalisti e fact checker con profili ben definiti non solo di professionalità, ma anche di aderenze ideologiche.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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