Categorie
L'Altra Bolla

Minacce a Meloni e Crosetto: è Conte il mandante? Errore nella propaganda di destra

Tempo di lettura: 2 minuti.

Hanno fatto scalpore le due minacce rivolte al ministro della Difesa Guido Crosetto e alla premier Giorgia Meloni. L’offesa a Crosetto proviene da un pacifista che per “motivare la pace” ha utilizzato un tono da guerra in piazza: un paradosso che ha non solo creato sgomento per le parole utilizzate, ma affossato anche l’immagine della parte credibile che da mesi è mossa da sentimenti pacifisti. Il caso della Meloni invece è molto più grave perché è l’ennesimo episodio di odio che si consuma sulle piattaforme social. Un utente, rintracciato come un siracusano di 27 anni, ha iniziato ad inveire su Twitter con diversi commenti dove non solo minacciava la Meloni ma prometteva di voler colpire anche la figlia Ginevra. Inutile dire che dinanzi a parole che hanno toni di violenza e simili alla comunicazione utilizzata dai terroristi in giro per il mondo, oltre alla dovuta solidarietà da parte di tutta la società civile si apre a diverse considerazioni. La prima riguarda la stupidità di colui che ha emesso una vera e propria sentenza di morte su una piazza virtuale che ha portato subito alla sua identificazione e questo dovrebbe fa riflettere molto sulla necessità auspicata da molti nel fare accedere sulle piattaforme social i cittadini attraverso strumenti che ne possano rintracciare la identità come ad esempio lo SPID. Altro aspetto che preoccupa dal punto di vista politico e che, essendo il motivo di violenza nei confronti del primo ministro italiano la rimozione a breve del reddito di cittadinanza, invece di stringersi unicamente attorno alla solidarietà per la premier, la coalizione di centrodestra ha iniziato ad additare Giuseppe Conte come una sorta di mandante morale perché aizza le folle. Nonostante la battaglia di Conte sul reddito di cittadinanza, che ha rappresentato in questi anni un ottimo serbatoio di voti per il Movimento 5 stelle, bisogna sicuramente tener presente anche il fattore emotivo di una cittadinanza in aree depresse del paese come la città la Sicilia, che ad oggi non vede alternative possibili al reddito di cittadinanza che ha salvato una buona parte della nazione dalla povertà nei periodi del Covid e della pandemia. Non bisogna certo giustificare l’autore dell’aggressione verbale nei confronti della Meloni, il cui suo profilo è già stato sospeso e le indagini nei suoi confronti sono avviate, ma nemmeno indicare eventuali mandanti morali di quella che invece è la responsabilità personale di un indagato per un crimine. Perché altrimenti si commetterebbe la stessa strategia messa in piedi e condannata allo stesso tempo in questi anni contro la premier da parte di Roberto Saviano, Furio Colombo e Rula Jebreal perché, citando Bruno Vespa : l’attribuzione di un fatto grave è molto più pericoloso e criminale di una offesa. Questo poi, rappresenterebbe uno dei motivi per i quali si insinua nella popolazione un sentimento mosso dalla clasica propaganda del “chi è contro le politiche del Governo è un terrorista perchè contro gli interessi dello Stato  

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version