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Russia fa disinformazione in Africa mentre l’UE lotta online

Tempo di lettura: 2 minuti. Un’indagine di Microsoft rivela che la Russia sta sfruttando l’instabilità in Africa per lanciare campagne di disinformazione, mentre un nuovo studio mette in dubbio l’efficacia del DSA dell’UE nel contenere la disinformazione online sponsorizzata dal Cremlino.

Tempo di lettura: 2 minuti.

La Russia sta sfruttando l’instabilità politica in diversi stati africani per ampliare la sua influenza attraverso campagne di disinformazione mirate, secondo un’indagine condotta da Microsoft. Nel frattempo, un nuovo studio mette in discussione l’efficacia del Digital Services Act (DSA) dell’UE nel contenere la disinformazione online, in particolare quella sponsorizzata dal Cremlino.

Campagne di disinformazione russe in Africa

In seguito ai colpi di stato in Mali, Guinea, Burkina Faso, Niger e Gabon, la Russia ha lanciato media simpatizzanti, corteggiato il sostegno pubblico anti-francese e creato false organizzazioni della società civile in questi stati africani turbolenti. Questi sforzi includono la diffusione di contenuti pro-russi mirati a fomentare il sentimento anti-francese, lodando i leader dei colpi di stato e trasmettendo messaggi di sostegno da nazioni amiche della Russia.

Il gruppo militare privato finanziato dallo stato russo, Wagner Group, ha giocato un ruolo significativo in queste campagne, promuovendo propaganda pro-russa e messaggi pro-colpo di stato attraverso gruppi Facebook. Nonostante la morte del leader del Wagner Group, Yevgeny Prigozhin, in agosto, l’entità e l’influenza del gruppo sul continente rimangono incerte.

L’UE e la lotta contro la disinformazione online

Parallelamente, un nuovo studio indipendente ha messo in dubbio la capacità del DSA dell’UE di controllare efficacemente le piattaforme online molto grandi (VLOP) nel contenere la disinformazione globale online, in particolare quella sponsorizzata dal Cremlino. Nonostante gli impegni presi dalle piattaforme di social media per mitigare la portata e l’influenza delle campagne di disinformazione, il loro successo è stato limitato.

Il rapporto rivela che l’ingaggio delle reti pro-Kremlin è aumentato del 22% in media su tutte le piattaforme online tra gennaio e maggio 2023. In particolare, Twitter (ora conosciuto come X) ha visto un aumento del 36% dell’ingaggio con le informazioni errate russe dopo che il CEO Elon Musk ha deciso di revocare le misure di mitigazione sui conti sostenuti dal Cremlino.

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