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Bossware: come le aziende “hackerano” i propri dipendenti con malware e spyware

Tempo di lettura: < 1 minuto. Lo smart working aumenta l’utilizzo di programmi spia. Cosa fare?

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Probabilmente avete sentito parlare di spyware e malware per computer e non conoscete il “bossware“, ma è necessario conoscerlo.

Questa nuova forma di spyware fa molto di più che indirizzarvi con qualche pubblicità, perché viene inserita nel vostro dispositivo dal vostro datore di lavoro.

Secondo un articolo del The Guardian, un numero crescente di aziende sta installando dispositivi di monitoraggio sui propri computer aziendali.

Il rapporto afferma che questi programmi coincidono con il recente passaggio al lavoro da casa, in modo che le aziende possano vedere se i loro dipendenti stanno lavorando, o facendo il bucato, portando a spasso il cane, o persino lavorando a un’attività secondaria mentre sono in servizio.

Sì, alcune persone svolgono segretamente un secondo lavoro e lavorano da casa durante l’orario di lavoro del loro datore di lavoro principale.

Secondo il Guardian, i bossware possono registrare i tasti premuti, scattare foto di siti web e persino attivare webcam e scattare foto dell’utente che, se ha un punteggio basso, potrebbero essere licenziati o addirittura denunciati.

Alcuni di questi programmi creano un “punteggio di produttività” per mostrare quanto si lavora rispetto ai colleghi.

Secondo il Guardian, alcuni di essi inviano al vostro capo un punteggio giornaliero, in modo che sappia se stavate lavorando per lui o per prenotare la vostra prossima vacanza.

Quindi cosa è consigliabile fare?

Usare un telefono o un portatile personale per pianificare la vacanza…. e coprite la webcam se non avete una riunione con lo zoom.

Una soluzione più semplice?

Fare i propri affari personali sul proprio telefono personale. In questo modo non ci si mette nei guai e non si spreca denaro.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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