Un cittadino bielorusso e cipriota di 42 anni, con presunti collegamenti con la defunta borsa di criptovalute BTC-e, è accusato di riciclaggio di denaro e gestione di un’attività di servizi monetari senza licenza. Aliaksandr Klimenka, arrestato in Lettonia il 21 dicembre 2023, è stato estradato negli Stati Uniti. Se condannato, rischia una pena massima di 25 anni di prigione.
Cos’è BTC-e?
BTC-e, operativa dal 2011, è stata sequestrata dalle autorità giudiziarie alla fine di luglio 2017, in seguito all’arresto di un altro membro chiave, Alexander Vinnik, in Grecia. Si presume che la borsa abbia ricevuto depositi per un valore di oltre 4 miliardi di dollari, con Vinnik che avrebbe riciclato fondi provenienti dall’hacking di un’altra borsa digitale, Mt. Gox, attraverso vari scambi online, inclusa BTC-e.
L’accusa
I documenti del tribunale affermano che la borsa era un “importante ente di cybercriminalità e riciclaggio di denaro online”, consentendo ai suoi utenti di scambiare bitcoin con elevati livelli di anonimato, attirando così una base di clienti impegnata in attività criminali, inclusi hacking, truffe ransomware, schemi di furto di identità e reti di distribuzione di narcotici.
I server di BTC-e, mantenuti negli Stati Uniti, erano presumibilmente uno dei principali modi in cui BTC-e e i suoi operatori realizzavano il loro schema, server che erano stati affittati e mantenuti da Klimenka e Soft-FX, una società di servizi tecnologici controllata dall’imputato.
BTC-e è stata anche accusata di non aver istituito un processo di anti-riciclaggio di denaro o una verifica dell’identità del cliente (KYC) in conformità con le leggi federali degli Stati Uniti.
La notizia dell’incriminazione di Klimenka arriva mentre il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato Noah Michael Urban, un 19enne di Palm Coast, Florida, di frode tramite filo e furto di identità aggravato per reati che hanno portato al furto di 800.000 dollari da almeno cinque vittime diverse tra agosto 2022 e marzo 2023.