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Calano i Malware sul mobile, ma crescono quelli bancari. Corea del Sud e Europa le più a rischio

Il numero di attacchi di malware mobile ha visto un calo significativo nel 2021, seppur gli attacchi siano stati più sofisticati, secondo l’ultimo rapporto sul malware mobile di Kaspersky.
I prodotti della società di cybersicurezza hanno rilevato quasi 3,5 milioni di pacchetti di installazione dannosi sui dispositivi mobili nel 2021, molto meno dei 5,7 milioni rilevati l’anno precedente. Tuttavia, vale la pena notare che il numero registrato nel 2021 è quasi esattamente lo stesso del 2019.
La maggior parte di questi tentativi di infezione ha preso di mira gli utenti dei paesi asiatici, con Iran, Cina e Arabia Saudita che rappresentano le percentuali di attacco più alte.
Non sorprende che la maggior parte dei pacchetti bloccati da Kaspersky abbia consegnato adware e software potenzialmente indesiderati.
Quando si tratta di trojan bancari, che hanno rappresentato meno del 3% degli attacchi (97.000 pacchetti di installazione dannosi), queste minacce hanno preso di mira soprattutto gli utenti dei paesi più ricchi, come Giappone, Spagna, Turchia, Francia, Australia, Germania, Norvegia, Italia, Croazia e Austria.
Trojan bancari mobili
Per quanto riguarda il ransomware mobile, il numero di tentativi di infezione è sceso da circa 20.000 nel 2020 a 17.000 nel 2021. Questi attacchi hanno preso di mira soprattutto gli utenti in Asia.
Mentre il volume degli attacchi sembra essere diminuito, Kaspersky avverte di un aumento della sofisticazione, sia in termini di funzionalità del malware che di vettori di attacco.
In alcuni casi, il codice maligno è stato caricato in popolari app mobili attraverso SDK pubblicitari (ad esempio il trojan Triada). I criminali informatici sono anche riusciti in molti casi a consegnare il loro malware e le applicazioni truffaldine attraverso Google Play e altri app store ufficiali.
“I trojan bancari hanno acquisito nuove capacità nel 2021“, ha detto Kaspersky. “Il banker Fakecalls, che si rivolge agli utenti coreani, fa cadere le chiamate in uscita verso la banca della vittima e riproduce risposte pre-registrate dell’operatore memorizzate nel corpo del trojan“.
Ha aggiunto: “Il Sova banker ruba i cookie, consentendo agli aggressori di accedere alla sessione corrente dell’utente e al conto bancario mobile personale senza conoscere le credenziali di accesso. La backdoor Vultur utilizza VNC (Virtual Network Computing) per registrare lo schermo dello smartphone; quando l’utente apre un’app che è di interesse per gli attaccanti, possono monitorare gli eventi sullo schermo“.
Tuttavia, il “malware” mobile più notevole rimane lo spyware Pegasus di NSO Group, che ha utilizzato quello che Google ha descritto come l’exploit tecnicamente più sofisticato mai visto.
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Attacco ransomware ad Acea: tornano online i sistemi
Tempo di lettura: < 1 minuto. Panico durato 24 ore circa, ma sembrerebbe che il peggio è passato

Il gruppo Acea è stato colpito da un attacco ransomware della gang Black Basta che non ha risparmiato la società dal pretendere un riscatto. Il gruppo è stato colpito nei suoi sistemi ed il sito Internet risulta essere offline.
Sembrerebbero esserci buone notizie secondo quanto riferito da una fonte interna alla società interpellata da Matrice Digitale:
da ieri sera (3 febbraio ndr) funzionano di nuovo i sistemi. è stato un problema serio lavorare senza sistemi per gestire l’operatività tuttavia, non sono riusciti ad acquisire i dati degli utenti.
Il sito Internet è ancora offline, ma l’attacco ha portato un disservizio tecnico a dipendenti e clienti senza intaccare i dati con una violazione.
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PlugX, il malware si diffonde via USB. A rischio anche PC air gapped
Tempo di lettura: 3 minuti. Una volta caricato e decrittografato in memoria, il malware infetta l’host e tutti i dispositivi USB rimovibili collegati

L’Unit 42 incident response team di Palo Alto Networks avrebbe scoperto di recente una nuova variante del malware PlugX distribuita tramite dispositivi USB rimovibili e prendendo di mira i PC Windows.
La scoperta sarebbe avvenuta durante l’analisi di un attacco ransomware Black Basta rilevando diversi campioni e strumenti malware sui dispositivi delle vittime: il Tool ted-teaming Brute Ratel C4, il malware GootLoader e un vecchio campione PlugX.
Il malware PlugX
Come precisato dai ricercatori, il malware PlugX esiste da più di un decennio ed è stato utilizzato da molti gruppi di criminalità informatica nation-state. In particolare PlugX è stato osservato in molti attacchi informatici di alto profilo, come quello del 2015 responsabile della violazione dell’Office of Personnel Management (OPM) del governo degli Stati Uniti.
La specialità di PlugX è il DLL side loading ovvero lo sfruttamento di file legittimi per ottenere l’esecuzione di codice arbitrario.
In questo caso, gli attori delle minacce hanno deciso di dirottare un popolare e gratuito strumento di debug open source per Windows chiamato x64dbg utilizzato per analisi e reverse engineering.
In questo caso, gli attori hanno utilizzato il debugger a 32 bit di x64dbg. All’esecuzione di x32dbg.exe, Microsoft Windows cercherà tutti i file necessari per eseguire l’applicazione. In questo attacco DLL side loading è una copia non firmata della DLL X32bridge.dll legittima ad essere caricata per cercare localmente il file payload crittografato x32bridge.dat ovvero il malware PlugX.

https://unit42.paloaltonetworks.com/plugx-variants-in-usbs/
Una volta caricato e decrittografato in memoria, il malware infetta l’host e tutti i dispositivi USB rimovibili collegati.
La tecnica utilizzata per nascondere file nelle USB
Una volta che un dispositivo USB viene infettato, tutti i nuovi file scritti nella cartella principale del dispositivo USB dopo l’infezione vengono spostati in una cartella nascosta all’interno del dispositivo stesso.
La tecnica utilizzata dal malware PlugX per nascondere tali file prevede l’utilizzo di un determinato carattere Unicode. Ciò impedisce a Windows Explorer e ai comandi shell di visualizzare la struttura della directory USB e qualsiasi file, nascondendoli alla vittima.
Il carattere Unicode utilizzato per le directory sarebbe “00A0″(un carattere chiamato no-break space). Tale carattere impedisce al sistema operativo Windows di eseguire il rendering del nome della directory, nascondendolo.
“Per ottenere l’esecuzione del codice del malware dalla directory nascosta, viene creato un file di collegamento di Windows .lnk nella cartella principale del dispositivo USB“, si legge nel rapporto.
In pratica il malware crea un file “desktop.ini” nella directory nascosta per specificare l’icona del file .lnk nella cartella principale, facendolo apparire come un’unità USB per ingannare la vittima. Nel frattempo, una sottodirectory chiamata “RECYCLER.BIN” ospita copie del malware sul dispositivo USB.

Conclusioni
“Grazie a questa capacità di eludere il rilevamento, il malware PlugX può continuare a diffondersi e potenzialmente passare a reti con air gapped.“, commentano i ricercatori Unità 42 Mike Harbison e Jen Miller-Osborn e concludono, “La scoperta di questi campioni indica che lo sviluppo di PlugX è ancora vivo e vegeto tra almeno alcuni aggressori tecnicamente esperti e rimane una minaccia attiva.”
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Cybertech Global, il Vice Direttore di ACN è speaker a Tel Aviv

Il Vice Direttore Generale, dott.ssa Nunzia Ciardi, partecipa come speaker al Cybertech Global di Tel Aviv, evento di portata mondiale che raggruppa le industrie del settore e al contempo i decision-maker pubblici e privati. L’intervento della dott.ssa Ciardi ha avuto come tema “Leadership e coordinamento: due ingredienti per una buona cooperazione internazionale in materia di cybersicurezza”.
“Gli attacchi informatici si stanno evolvendo, diventando sempre più pervasivi e insidiosi in tutti i settori della società. In termini di cooperazione internazionale dobbiamo agire sulla base della consapevolezza condivisa che queste minacce informatiche necessitano di una risposta coordinata perché mettono in pericolo istituzioni, organizzazioni e individui in ogni paese – ha detto nel corso del suo intervento – In questa prospettiva, cerchiamo di affrontare le minacce e gli attacchi informatici adottando un approccio globale alla sicurezza informatica che preveda il coinvolgimento, e il contributo attivo, di tutte le parti interessate. Ciò implica una maggiore cooperazione a livello internazionale perché il Cyber è una dimensione senza confini e altamente interconnessa che richiede di superare una visione miope, concentrata sulle sole realtà nazionali”.
Il Cybertech Global è un momento di confronto sulle ultime novità tecnologiche, le sfide e le soluzioni per combattere le minacce cyber.
Il Piano di Implementazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza contiene delle misure (dalla 75 all’81) dedicate alla cooperazione internazionale. L’Agenzia mira a creare un solido ecosistema cyber con i partner mondiali e a rafforzare il partenariato pubblico-privato nell’ottica della prevenzione e gestione degli incidenti cyber.
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