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Sicurezza Informatica

CISA bannata dal coordinarsi con i social media per limitare la disinformazione

Tempo di lettura: 2 minuti. La Corte d’Appello del Quinto Circuito proibisce alla CISA di coordinarsi con i social media per limitare la diffusione di informazioni errate.

Tempo di lettura: 2 minuti.

La Corte d’Appello del Quinto Circuito degli Stati Uniti ha modificato una sentenza del mese scorso, aggiungendo l’Agenzia per la Sicurezza delle Infrastrutture e della Cybersecurity (CISA) all’elenco delle entità governative statunitensi proibite dal lavorare con le piattaforme di social media per limitare la diffusione di informazioni errate.

Dettagli della decisione

La decisione, emessa ieri, ha modificato una sentenza di settembre che stabiliva che la Casa Bianca, il chirurgo generale, i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie e l’FBI avevano oltrepassato la loro autorità richiedendo a siti come Twitter e Facebook di limitare o rimuovere post degli utenti contenenti disinformazione su elezioni o COVID-19. La CISA è stata aggiunta all’elenco delle entità federali degli Stati Uniti che, secondo gli Stati del Missouri e della Louisiana, avevano violato i loro diritti del Primo Emendamento alla libertà di parola.

La Corte ha affermato che la CISA era il “principale facilitatore” delle interazioni dell’FBI con le piattaforme di social media e ha lavorato in stretta collaborazione con l’FBI per spingere le piattaforme a modificare le loro politiche di moderazione per coprire i contenuti “hack-and-leak”.

Reazioni e dichiarazioni

La CISA ha dichiarato di non voler commentare sul contenzioso in corso, ma ha fornito una dichiarazione del Direttore Esecutivo Brandon Wales in cui sostiene che la CISA non censura il discorso o facilita la censura e che qualsiasi affermazione in tal senso è falsa. Wales ha sottolineato l’impegno dell’agenzia nel ridurre i rischi per le infrastrutture critiche degli Stati Uniti, proteggendo nel contempo la libertà di parola, i diritti civili e la privacy degli americani.

Prossime tappe: la Corte Suprema

Dopo la decisione del Quinto Circuito del mese scorso, è sorta confusione sul caso. Ciò ha portato l’amministrazione Biden a cercare l’aiuto della Corte Suprema per ottenere l’ordine originale che vieta alla stessa amministrazione di comunicare con i siti di social media. Gli esperti ritengono che la questione finirà davanti alla Corte Suprema, e ora sembra molto probabile.

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