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Deepdotweb è morto definitivamente: 8 anni di carcere al suo fondatore

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L’amministratore del portale DeepDotWeb è stato condannato a 97 mesi di reclusione perchè ritenuto colpevole di aver preso denaro da mercati illegali del dark web che pagavano per pubblicizzare i loro siti.

Nel 2019, l’FBI, Europol e le forze dell’ordine in Germania, Israele, Paesi Bassi e Brasile hanno condotto un’operazione congiunta che ha portato alla chiusura di DeepDotWeb. Il sito parlava di notizie sul darknet e ne catalogava le risorse. Questa “guida” veniva aggiornata quotidianamente, segnalava tempestivamente la chiusura di alcune risorse, forniva nuovi indirizzi e parlava di altri problemi delle piattaforme di trading.

DeepDotWeb ha pubblicato gratuitamente collegamenti a qualsiasi risorsa, inclusi i mercati sul dark web, dove armi, droghe, virus informatici, informazioni rubate, pornografia e molto altro vengono venduti e acquistati.

Dopo aver smascherato gli amministratori del sito, è apparso chiaro che ricevevano una “commissione” per reindirizzare il traffico verso siti illegali. Uno dei due detenuti era Tal Prikhar, 37 anni, cittadino israeliano che viveva in Brasile ed è stato accusato di amministrare DeepDotWeb.

Le autorità statunitensi hanno affermato che Prihar, insieme al 34enne Michael Phan, israeliano anche lui, ha utilizzato un complesso schema di pubblicazione dei collegamenti a mercati sul loro sito che ha fruttato circa 8.155 bitcoin, che al momento delle transazioni erano circa 8,4 milioni di dollari USA: denaro successivamente riciclato per nasconderne l’origine.

Prihar si è dichiarato colpevole di riciclaggio di denaro nel marzo 2021. Secondo il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, ha ricevuto una condanna a 97 mesi (8 anni) di carcere. In totale, l’imputato ha rischiato fino a 20 anni di carcere.

Il suo partner Michael Phan è stato arrestato in Israele, ma continua a combattere l’estradizione negli Stati Uniti.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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