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Europol: cambia la pedopornografia, Monero moneta dei criminali. Dark Web in caduta

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Continua il nostro approfondimento sulla relazione annuale del crimine informatico ad opera dell'Europol (IOCTA) con l'analisi di altre due branchie dei reati online. Nell'articolo precedente si sono analizzati i fenomeni delle truffe online e degli attacchi criminali cibernetici. In questo scritto, invece, si relaziona un sunto dell'attività intrapresa dalla polizia europea nel Dark Web e nel contrasto alla pedopornografia. Prima di procedere, ci preme sottolineare al lettore che il rapporto di quest'anno è molto più sintetico di quello precedente e, secondo la redazione di matricedigitale, è anche povero di contenuti innovativi.
Che sia un segnale di decadimento del crimine informatico? Oppure è preferibile non svelare troppe informazioni in modo da cogliere impreparati i criminali stessi?
Cresce e cambia la produzione di materiale pedopornografico
La pedopornografia ha raggiunto picchi vertiginosi nella sua diffusione a causa della pandemia che ha avvicinato i minori al mondo della rete, esponendoli per molto più tempo su Internet rispetto agli anni precedenti. La fonte principale degli abusi filmati o fotografati resta la famiglia e la cerchia ad essa vicina. Un dato, questo, che è facilmente riscontrabile da tempo nelle ricerche che coinvolgono il fenomeno degli abusi sui minori e non trae nulla di nuovo, se non evidenziare la capacità della rete internet di amplificare in negativo abitudini del genere. Quello che emerge in modo allarmante è altresì l'aumento dell'autoproduzione di contenuti tra i giovani che, oltre a scambiarsi foto e video vietate ai minori reperibili facilmente in rete, si filmano e scambiano i loro contenuti. La ragione della crescita esponenziale di questo fenomeno deriva dall'evoluzione, o involuzione, della percezione che i minori hanno del sesso. Maggior tempo si è collegati ai dispositivi tecnologici e maggiore è la frequentazione dei programmi di messaggistica, aumenta considerevolmente la possibilità di essere esposti alla visione di contenuti proibiti. Il dato preoccupante non è solo che i 2/3 dei video segnalati per essere rimossi siano autoprodotti, ma che dietro questa diffusione ci sia anche una attività economica collegata che vede i minori prostituirsi o in casi peggiori sfruttati sessualmente e costretti a vendere contro volere il proprio corpo online. Da segnalare che molti dei video autoprodotti derivano da estorsioni sessuali che vengono eseguite ai danni dei minori proprio da adulti che prima si nascondono dietro una identità fittizia, dichiarandosi coetanei per ottenere fiducia, poi li ricattano dopo l'invio del primo video sapendo che il bambino perde il controllo della situazione perché esposto. Cala il mercato del turismo sessuale minorile perché i pedofili hanno smesso di viaggiare a causa delle restrizioni mediche in contrasto al Covid19 ed ecco che le vacanze proibite vengono sostituite dagli abusi via webcam grazie a contatti diretti con i genitori dei per assistere agli abusi dei figli piccoli via webcam.
Le comunità di pedofili oltre il Dark Web
Si consolidano le comunità di pedofili nella rete internet ed ampliano i loro confini oltre il Dark Web. Cresce l'utilizzo di sistemi P2P dove è possibile deviare la fruizione di contenuti del genere dalla navigazione web su siti, nascosti o pubblici, dirottando lo scambio diretto sulle piattaforme gestite dai pedofili attraverso reti decentralizzate e programmi di file sharing. La crescita della tecnologia investigativa in possesso delle Autorità Internazionali ha reso ancora più coese le comunità che si annidano sia nel lato oscuro della rete sia all'interno di forum dove è possibile entrarci secondo canoni di iscrizione molto più rigidi. Una delle richieste per potersi affiliare alle comunità sostenitrici dell'abuso sui bambini è quella di proporre video auto prodotti sul genere. Inoltre, c'è oramai in rete una ampia presenza di “letteratura” che incita al rapporto con i bambini e fornisce consigli su come istaurarlo, tramite delle vere e proprie guide. Altro fenomeno rischioso è quello dei rapimenti che vengono effettuati dai pedofili, singoli o in gruppo, per poter produrre contenuti pedopornografici. Le strutture criminali di questo genere hanno oramai una connotazione transnazionale ed una organizzazione settaria che desta molta preoccupazione per l'efficacia con cui rendono il tessuto criminale impenetrabile, basato su più livelli di appartenenza e ruolo con il classico schema piramidale. Ancora più agghiacciante il fatto che ai piani alti di queste associazioni vi sia una frequentazione non solo virtuale, ma anche reale che si tramuta in azioni collettive di abusi sui minori.
Momenti bui per il Dark Web
Se uno dei business predominanti nel dark web è la pedopornografia, con l'avvento delle applicazioni di messaggistica sui dispositivi di tutto il mondo, ha scemato l'interesse nei confronti del lato oscuro di Internet più famoso del mondo. Il report dell'Europol dice nulla di nuovo in materia.
Telegram e Wickr sono le piattaforme di comunicazione preferite dai frequentatori dei mercati criminali di ogni genere. Calano i traffici nei markets che sono stati messi alle strette dalle operazioni di polizia internazionale e chiusi in massa. Ad ogni chiusura, però, segue una migrazione degli utenti verso mercati più piccoli seppur ci sia un trend già notato da molti in questi anni e che riguarda le attività in proprio messe in piedi da venditori con grossi giri d'affari. La strategia della creazione dei siti di ecommerce personali è utile per proseguire indisturbati l'attività criminale senza impattare nella lente di ingrandimento delle Forze di Polizia, interessate per lo più a smantellare i giri più imponenti.
Più aumenta la qualità degli attacchi, maggiore è l'esigenza di protezione che emerge sia tra venditori sia tra utenti ed aumentano i sistemi di prevenzione informatica messi in campo come la configurazione dei server contro gli attacchi di tipo DDOS, colpevoli di rendere inutilizzabili ed irraggiungibili i domini onion anche per giorni. Aumenta anche la diffusione dell'utilizzo di comunicazioni crittografate per evitare di essere intercettati, ma la sua applicazione non è accessibile a tutti ed è questo uno dei motivi che hanno portato gli utenti a migrare verso altre piattaforme di messaggistica più conosciute.
Un crollo significativo del mercato lo registriamo nel settore delle armi su cui ci sono da sempre poche precisioni e molte leggende nel narrare i traffici illeciti in questione. Un caso interessante è quello invece delle guide che consigliano come produrre armi con le stampanti 3d su cui si evidenzia l'arresto di un produttore artigianale coinvolto in flagrante. Florido invece il mercato dei Ransomware as a Service dove utenti, esperti e non, possono acquistare dei servizi informatici per l'attacco con riscatto e agire per conto proprio o con il pagamento di una royalties sui riscatti avvenuti grazie alla tecnologia messa in noleggio dalle gangs.
Soldi sporchi e all'oscuro
Altro aspetto fondamentale per gli investigatori è il flusso economico da sempre associato al Bitcoin come valuta ufficiale dei mercati neri. Cade questo mito e mette una pietra sopra alla credenza popolare che Bitcoin sia uguale ad anonimato. Le valute preferite nei mercati illegali sono Monero e Z-cash, anzi, si sottolinea come l'Europol abbia recepito in ritardo un rapporto dell'FBI sull'abitudine da parte dei criminali informatici di convertire le proprie criptovalute in Monero in modo tale da custodire in anonimato i ricavi delle attività illecite. Inoltre, c'è una struttura di servizi che facilitano il proliferare e l'impunità dei commerci illegali in rete decentralizzata come i server bullet proof che godono di immunità verso le richieste di accesso o chiusura da parte delle pubbliche autorità mondiali, facilitati soprattutto dalle leggi dei paesi che ne ospitano l'hosting. A questi si aggiunge il sistema di riciclaggio e di pulizia possibile grazie alle lavanderie digitali che mixano criptovalute, bitcoin soprattutto, con transazioni fittizie che spacchettano le somme per poi ricongiungerle verso un portafogli insospettabile.
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Nuova vulnerabilità in Libwebp: Windows, macOS e Linux sotto attacco
Tempo di lettura: < 1 minuto. Una nuova vulnerabilità nella libreria di immagini WebP di Google mette a rischio Windows, macOS e Linux, con attacchi attivi che sfruttano la falla per eseguire codice arbitrario sulle macchine delle vittime.

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Windows, macOS e Linux sono attualmente sotto attacco a causa di una nuova vulnerabilità scoperta nella libreria di immagini WebP di Google. Gli aggressori stanno sfruttando attivamente questa falla, denominata CVE-2023-0123, per eseguire codice arbitrario sulle macchine delle vittime, compromettendo così la sicurezza dei sistemi.
Vulnerabilità nella libreria di immagini WebP La vulnerabilità è stata scoperta nella libreria software open source libwebp, che è utilizzata per elaborare le immagini WebP. Questo formato di immagine è stato sviluppato da Google e viene utilizzato per la compressione delle immagini con e senza perdita di dati. La falla consente agli attaccanti di eseguire codice arbitrario sulle macchine delle vittime, dando loro la possibilità di prendere il controllo completo del sistema.
Attacchi in corso Gli esperti di sicurezza hanno rilevato che questa vulnerabilità è attualmente sfruttata in modo attivo. Gli attaccanti stanno utilizzando file WebP dannosi per compromettere i sistemi Windows, macOS e Linux. Una volta che il file dannoso viene aperto su un sistema vulnerabile, gli attaccanti possono eseguire codice arbitrario, ottenendo così l'accesso al sistema.
Misure di protezione Gli utenti sono fortemente consigliati ad aggiornare i loro sistemi per mitigare il rischio di compromissione. Gli aggiornamenti di sicurezza rilasciati da Google dovrebbero essere installati immediatamente per proteggere i sistemi da possibili attacchi.
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Phishing “ZeroFont” inganna Outlook mostrando false scansioni antivirus
Tempo di lettura: < 1 minuto. Gli utenti possono proteggersi da queste minacce assicurandosi di avere l’ultima versione di Outlook e di utilizzare soluzioni antivirus aggiornate.

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Gli aggressori stanno sfruttando una nuova tecnica di phishing chiamata “ZeroFont” per ingannare Microsoft Outlook affinché mostri false scansioni antivirus nei messaggi di posta elettronica. Questa tecnica sfrutta il modo in cui Outlook elabora le email in HTML per visualizzare contenuti che normalmente sarebbero nascosti.
Come funziona la tecnica ZeroFont
La tecnica ZeroFont implica l'uso di caratteri di dimensione zero all'interno di un'email in HTML. Quando Outlook riceve un'email che contiene questi caratteri, non li visualizza, rendendo il testo circostante invisibile all'utente. Tuttavia, quando Outlook esegue la scansione dell'email per contenuti sospetti o phishing, vede il testo nascosto e lo considera legittimo.
Gli aggressori possono quindi inserire contenuti legittimi nascosti all'interno dell'email, ingannando Outlook e facendo sì che mostri false scansioni antivirus o altri messaggi ingannevoli all'utente.
Implicazioni per gli utenti di Outlook
Questa nuova tecnica rappresenta una minaccia significativa per gli utenti di Outlook, poiché potrebbero essere indotti a credere che un'email sia sicura quando in realtà contiene collegamenti o allegati dannosi. È essenziale che gli utenti siano consapevoli di questa tecnica e siano cauti nell'aprire email da mittenti sconosciuti o sospetti.
Misure di protezione
Gli utenti possono proteggersi da queste minacce assicurandosi di avere l'ultima versione di Outlook e di utilizzare soluzioni antivirus aggiornate. Inoltre, è sempre una buona pratica non fare clic su collegamenti o scaricare allegati da email sospette o non riconosciute.
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Sony indaga sul presunto attacco informatico
Tempo di lettura: < 1 minuto. Sony è al centro di un’indagine riguardo a un presunto attacco informatico, mentre diversi gruppi di hacker rivendicano la responsabilità dell’attacco, creando confusione e incertezza sulla reale entità del danno.

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Sony è attualmente al centro di un'indagine interna riguardo a un presunto attacco informatico. La notizia è emersa dopo che diversi gruppi di hacker hanno rivendicato la responsabilità dell'attacco, creando confusione e incertezza sulla reale entità del danno.
Dettagli dell'attacco
Nonostante la mancanza di dettagli concreti sull'attacco, Sony ha preso molto seriamente le rivendicazioni e ha avviato un'indagine interna per verificare l'entità del presunto attacco informatico. La società sta lavorando attivamente per identificare eventuali vulnerabilità nei propri sistemi e per assicurarsi che i dati degli utenti siano al sicuro.
Disaccordo tra gli hacker
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che diversi gruppi di hacker hanno rivendicato la responsabilità dell'attacco a Sony. Questo ha creato un clima di incertezza e confusione, rendendo difficile per gli investigatori determinare chi sia effettivamente dietro l'attacco. I gruppi di hacker sono in disaccordo tra loro, ognuno affermando di essere il vero responsabile dell'attacco a Sony.
Risposta di Sony
Sony ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di essere a conoscenza delle rivendicazioni e di stare lavorando incessantemente per verificare la loro veridicità. La società ha inoltre assicurato agli utenti che sta adottando tutte le misure necessarie per proteggere i loro dati e prevenire futuri attacchi informatici.
Mentre l'indagine è ancora in corso, è fondamentale che gli utenti restino vigili e adottino misure di sicurezza aggiuntive per proteggere i propri dati e informazioni personali. La situazione è in continua evoluzione e ulteriori dettagli emergeranno nei prossimi giorni.
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