Vi ricordate l’intervista saltata a Skino di #facciamorete ?
Dopo aver evaso un’altra domanda, si è verificato quanto previsto da noi di matricedigitale. La storia è raccontata da una denuncia pubblica di Debora Attanasio che ha ringraziato pubblicamente Orlowski per aver trovato i suoi haters a dispetto della Polizia Postale a cui aveva segnalato i presunti haters senza però aver avuto delle risposte concrete. Questa notizia non è passata inosservata a Francesca Totolo di Primato Nazionale, in prima linea nella battaglia mediatica sui bot tra la fazione di destra e quella di sinistra nel mondo del giornalismo, che ha riportato così la vicenda:
Quello che ha aperto uno scenario più chiaro e limpido circa le aderenze della Attanasio, è stato certamente il tweet, uno di molti, di @sonoclaudio che ha fatto notare come la detrattrice della Polizia Postale sia collegata a #facciamorete e quindi a Orlowski e Skino.
La domanda allora la ripetiamo ai due dei tanti componenti di questo movimento spontaneo, composto da una catena umana di antifascisti e antirazzisti:
Molte persone hanno inserito l’hashtag nel loro nome, possiamo considerarvi effettivamente una setta social? E soprattutto, cosa che mi è capitato personalmente, alcuni di questi non sempre osservano atteggiamenti corretti quando non sono in modalità “facciamo rete”. Come ti poni dinanzi a queste evenienze?
La risposta, almeno questa volta, risiede nel tweet cancellato, ma non nell’esclusione dell’hashtag dal profilo della Attanasio.
Qui si apre una riflessione, se dietro ai bot di Meloni e Salvini c’è una regia unica spesso violenta, qual è invece la giustificazione dinanzi all’odio social proferito dagli umani di #facciamorete ?
Non venitemi a dire l’antifascismo, perchè non è certamente con altrettanti metodi fascisti che si risolve la piaga dell’hate speech sui social, anzi.