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Gamification dell’hacking etico e degli sport di hacking

Tempo di lettura: 3 minuti. Joseph Carson, Chief Security Scientist e Advisory CISO di Delinea, spiega perché le piattaforme gamificate e gli hacking esports sono il futuro.

Tempo di lettura: 3 minuti.

Sebbene l’hacking etico non sia affatto una pratica nuova o innovativa, la portata delle iniziative intraprese da organizzazioni e singoli individui continua a intensificarsi, soprattutto in considerazione di eventi recenti come la vulnerabilità di log4j.

Tradizionalmente, l’ethical hacking viene intrapreso dalle organizzazioni che cercano di scoprire le lacune di sicurezza presenti nella rete aziendale e sui dispositivi aziendali. È un processo che può aiutare a identificare le aree che necessitano di patch o rimedi immediati, riducendo in ultima analisi la superficie di attacco e mantenendo i dati aziendali al sicuro da aggressori malintenzionati. Tuttavia, questo è solo uno dei vantaggi dell’hacking etico. Un altro vantaggio è la formazione e l’aggiornamento dei professionisti della sicurezza informatica.

Come persona che ha trascorso gli ultimi vent’anni a creare contenuti per contribuire a educare la comunità della sicurezza informatica sui rischi e le minacce più recenti, posso dire onestamente che una delle sfide più grandi che persistono nel nostro settore è continuare ad accelerare il percorso di apprendimento dei professionisti della sicurezza informatica, al di là dell’università e dell’autoformazione. La realtà è che i libri di testo sulla sicurezza informatica diventano obsoleti quasi subito.

Emergono nuove tecnologie con controlli di sicurezza unici e i criminali informatici continuano a crescere di numero e a diventare più discreti e mirati. È per questo che dobbiamo imparare e aggiornarci costantemente per essere in grado di difendere le organizzazioni da questi aggressori ed è qui che la gamification dell’hacking etico può entrare in gioco.

Tenere i team IT e di sicurezza sulle spine

I programmi e i software di hacking etico gamificati sono strumenti fondamentali per le organizzazioni, che possono aiutare a mantenere i team IT e di sicurezza aggiornati e veloci nell’identificare e risolvere le potenziali minacce. Le piattaforme gamificate sono interattive ma stimolanti e spesso richiedono ai partecipanti di pensare fuori dagli schemi. Imparando per tentativi ed errori, gli utenti delle piattaforme di hacking etico spesso conservano le competenze meglio di coloro che partecipano a una formazione da manuale con una serie di esercizi a caselle.

Quindi, come possono le organizzazioni utilizzare la gamification hacking per migliorare e potenziare le competenze del proprio team di sicurezza?

Uno degli aspetti più interessanti delle piattaforme di hacking gamificate è che possono aiutare a migliorare le competenze e l’esperienza in materia di sicurezza in aree specifiche e altamente mirate. Ad esempio, le organizzazioni possono pianificare percorsi formativi in aree quali la risposta agli incidenti, l’escalation dei privilegi di Windows, la sicurezza del cloud e la digital forensics o in qualsiasi altro ambito in cui possano sussistere lacune di conoscenza.

Anche la creazione di diversi concorsi interni di tipo “cattura la bandiera” per i team di sicurezza può contribuire a migliorare le competenze degli sviluppatori aziendali e degli analisti SOC. Anche questi eventi possono essere personalizzati per affrontare aree specifiche. Questi eventi non solo sono educativi, ma servono anche come esercizi di team building divertenti e interattivi.

Un altro modo eccellente, ma spesso non sfruttato, di utilizzare le piattaforme di gamification a proprio vantaggio è il processo di reclutamento, di onboarding e di formazione successiva. Le piattaforme di gamification possono aiutare le organizzazioni a determinare rapidamente le competenze e le capacità dei potenziali candidati, fornendo anche un modo economico e pieno di risorse per formare i nuovi assunti. Stimolando le vulnerabilità in questi ambienti controllati e gamificati, i dipendenti possono mettere alla prova le loro capacità ed esercitarsi a ridurre i rischi in tempo reale.

Colmare le lacune di competenze

Mentre le organizzazioni ricorrono a piattaforme di hacking gamificate per colmare il loro continuo gap di competenze, negli ultimi anni abbiamo visto l’hacking diventare una sorta di e-sport.

I giocatori online e gli streamer su piattaforme come YouTube sono un fenomeno globale sui social media, con gli spettatori che vogliono conoscere le loro tecniche segrete per passare al livello successivo. La popolarità continua, con i top gamer che guadagnano milioni in commissioni e sponsorizzazioni. L’hacking sta seguendo un percorso simile. Alcuni dei migliori hacker del mondo stanno trasmettendo in streaming le loro abilità di hackeraggio online, mostrando nuove tecniche e metodi su come aggirare la sicurezza e superare il punto d’appoggio iniziale, per poi elevare i privilegi. Gli hacker sono anche in competizione tra loro su piattaforme interattive, alla ricerca dello status di L33T per essere in cima alla classifica. Si tratta sicuramente di una nuova tendenza che continuerà a proliferare quest’anno, e potremmo persino vedere l’hacking diventare uno sport EL3T3 per cui gli spettatori pagheranno per assistere all’hacking degli hacker.

Le piattaforme gamificate e gli sport di hacking sono il futuro. Questo creerà un modo completamente nuovo di addestrare e preparare meglio i team di sicurezza ad affrontare le future minacce informatiche, in quanto consente ai team di sicurezza di un’organizzazione di esercitarsi e imparare le stesse tecniche utilizzate dai criminali informatici. Queste piattaforme saranno utilizzate anche per trovare professionisti di talento che aiuteranno l’organizzazione a difendersi dagli attacchi informatici.

Joseph Carson per Threat Post



Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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