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Garante Privacy Europeo “l’Europa viola i diritti umani con la scusa della lotta alla pedofilia”

Tempo di lettura: 2 minuti. La proposta è quella di setacciare preventivamente tutte le comunicazioni per scovare contenuti illeciti

Tempo di lettura: 2 minuti.

Il supervisore europeo della protezione dei dati, Wojciech Wiewiórowski, ha criticato la proposta di legge per combattere la diffusione di materiale di abuso sessuale su minori come un tentativo di nascondere violazioni dei diritti fondamentali, in una riunione a porte chiuse con i legislatori dell’UE. La proposta, pubblicata dalla Commissione europea a maggio 2022, include la possibilità per i giudici di emettere ordini di rilevamento per i servizi di comunicazione interpersonale. Secondo la proposta, se un’autorità giudiziaria ritiene che ci sia un rischio significativo che un’app di messaggistica o un servizio di posta elettronica venga utilizzato per diffondere materiale di abuso sessuale su minori, potrà richiedere ai fornitori rilevanti di mettere in atto uno strumento per scannerizzare le comunicazioni e rilevare automaticamente contenuti sospetti.

Questa misura ha suscitato preoccupazioni da parte dei difensori della privacy, che l’hanno accusata di essere sproporzionata e di fatto violare la crittografia end-to-end, una tecnologia in cui solo mittente e destinatario delle comunicazioni possono vedere il contenuto. Il supervisore della privacy dell’UE e il Consiglio europeo per la protezione dei dati hanno rilevato che la portata ampia di questi ordini di rilevamento, che potrebbero riguardare l’intero servizio di comunicazione e fino a due anni, porterà in pratica a una sorveglianza generale e indiscriminata anziché mirata.

L’Europa si unisce nella lotta alla pedofilia

Wiewiórowski ha affermato che questo tipo di scansione indiscriminata delle comunicazioni private “sarebbe sempre illegale ai sensi della Carta dei diritti fondamentali (e probabilmente anche di diverse leggi costituzionali nazionali)”, secondo una versione scritta della dichiarazione di apertura ottenuta da EURACTIV. Inoltre, il supervisore della privacy dell’UE ha sostenuto che la proposta “crea un’illusione di legalità introducendo numerosi “salvaguardie” procedurali che, tuttavia, non cambiano sostanzialmente la sostanza”.

Wiewiórowski ritiene che la proposta offuschi la differenza tra il criminale sconosciuto, il fornitore di servizi e gli utenti innocenti i cui diritti fondamentali sono violati. “Quando l’essenza di un diritto fondamentale viene violata, non è possibile rimediare e garantire la proporzionalità adducendo garanzie”, ha aggiunto il supervisore, facendo riferimento a precedenti giuridici come le sentenze della Corte di giustizia dell’UE Tele2 Sverige e Digital Rights Ireland.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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