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Gas Italiano: tra attacchi hacker e prezzi pazzi siamo diventati tutti investitori di borsa
Tempo di lettura: 4 minuti. Non solo contratti di luce e gas simili ai mutui a tasso variabile, ma anche attacchi malware al gestore di servizi sono il cappello ad una frenesia dovuta al caro bollette
Il caro bollette sta impazzando dopo le sanzioni inflitte alla Russia a causa dell’invasione in Ucraina e l’Italia si è ritrovata alla canna del gas. Nonostante le rassicurazioni che in questi mesi sono giunte dai giornalisti e dai tecnici, il prezzo è aumentato e non solo si parla di bollette triplicate, addirittura decuplicate, ma anche di razionamento del gas.
Intanto Franco Bernabè, responsabile del Governo Draghi sulla questione dell’Ilva di Taranto, ben tenuto in considerazione sulle questione energetiche perchè considerato tra i migliori esperti italiani, ha dichiarato a suo tempo che il problema si sarebbe risolto verso fine 2023. Nonostante questo, l’Italia ha preferito ignorare la previsione di mercato, trovandosi a gestire il bubbone “dell’improvvisa crisi“.
Nei giorni scorsi, Matrice Digitale ha dedicato ampio spazio a due previsioni di due professionisti, uno stimato economista e un noto giornalista, che con il senno di poi non si sono avverate, anzi, il risultato è quello peggiore che potesse succedere con il razionamento invocato dalla Von der Leyern.
Avete provato a fare un nuovo contratto Gas e Luce?
Chi in questi giorni si è sposato ed ha deciso di mettere su famiglia oppure cambia abitazione guadagnando la media di 1200 euro con figli a carico, sarà costretto a cambiare condizioni contrattuali oppure accettarne nuove secondo la congiuntura economica del momento. In data 28 agosto, il sito facile.it proponeva solo una ditta che offriva due tipologie di contratto diverse e precisamente una bassa “prezzo indicizzato” e prezzo alto “tariffa fissa“.
Avendo accettato la tariffa fissa, l’unica ditta che si poteva scegliere, dopo diversi giri fisici in Eni e altri gestori andati a vuoto perchè hanno proposto offerte a condizioni molto sfavorevoli, arriva la comunicazione che non è possibile procedere con il contratto per un cavillo burocratico. Si chiede se è possibile superarlo e la risposta è “sul sito internet è impossibile modificare l’impostazione da nuova attivazione a subentro“.
Suona strano per una compagnia che stipula obbligatoriamente contratti su Internet ed ha una piattaforma dedicata che si presenta in linea con gli standard moderni. Dopo una settimana in attesa, si ritorna su Facile.it e per fortuna la situazione è diversa in termini di offerta:
Una pagina piena di offerte proposte da compagnie diverse che partono dai 196 euro al mese nella combo luce-gas, fino a 361 euro e la differenza di prezzo sta tra prezzo indicizzato ed il prezzo fisso la cui differenza sta quando il costo del kWh o il costo Smc sono fissi, significa che il prezzo della luce e/o del gas sarà sempre lo stesso per tutta la durata dell’offerta. Viceversa, il costo indicizzato prevede un prezzo luce e gas che cambia durante il corso del tempo.
Quest’ultimo aspetto porta le bollette ad essere diverse tra loro perché con il prezzo fisso si paga quanto si deve per il consumo per due anni solitamente, diversamente quando il prezzo è indicizzato, ogni tre mesi c’è la possibilità che il gestore non solo applichi la variazione di costo, ma allo stesso tempo subentra la questione dello spread.
In sintesi, fare un contratto è come stipulare un mutuo variabile che solitamente è sconsigliato nei medi e lunghi periodi perché la percentuale può subire modifiche vertiginose nei tassi di interesse soprattutto in momenti di indecisione come questi. L’aspetto interessante, per le compagnie ovviamente che erogano il servizio, è che il costo dello spread viene in alcuni casi addebitati agli utenti. Un pò come il pizzaiolo che ha aggiunto i contributi per il taglio della pizza oppure degli aumenti di luce e gas nello scontrino erogato al cliente.
Perchè siamo arrivati a questo?
Il prezzo del gas in Europa viene fuori dalle negoziazioni sul mercato di Amsterdam. Abbiamo preso una materia prima e l’abbiamo data letteralmente in mano ai privati. Ora, per far comprendere il livello di speculazione in atto, il Natural Gas che scambia a New York, totalmente scollegato dal mercato europeo, vive la stessa salita del prezzo del gas di Amsterdam nonostante negli Usa le scorte siano in aumento e i consumi in diminuzione. Questo perchè la stessa materia prima, indispensabile alle società moderne, è collegata al mercato speculativo dove gli Hedge Fund speculativi stanno tirando al massimo i prezzi perché hanno posizioni long molto forti come scommessa. La guerra in Ucraina, secondo alcuni, c’entra nulla o poco. Gli unici due paesi in Europa che hanno un prezzo del gas contenuto rispetto agli paesi UE sono Spagna e Portogallo semplicemente perché hanno messo un tetto al prezzo di acquisto di gas. La Francia che vive anche di energia nucleare paga un kWh maggiore dell’Italia e questo dimostra che, seppur ci sia una migliore produzione energetica, il prezzo non cambia perchè è soggetto alle stesse speculazioni. La soluzione sarebbe quella di trattare direttamente con i paesi fornitori il prezzo di mercato e concordare i modi di consegna della materia prima, ma questo interrogativo è difficile da approfondire seppur l’intervento migliore dell’Europa sembrerebbe quello di rivolgersi direttamente come gruppo di acquisto all’estero senza passare per un mercato altamente speculativo dove, però, gli stessi fondi di investimento che tengono in piedi l’economia finanziaria europea sono coinvolti nel giro di denaro.
L’attacco malware al GSE
In questi giorni, tra caos bollette, proclami dei politici in campagna elettorale, l’Italia non si è fatta mancare un attacco malware al GSE, l’agenzia italiana per l’energia Gestore dei Servizi Energetici SpA occorso e nella notte tra domenica e lunedì mattina. I sistemi informatici e i siti web del GSE sono stati chiusi per proteggere i dati, si legge nel comunicato. Il ruolo dell’agenzia come acquirente di gas di ultima istanza per la rete elettrica italiana non è stato ostacolato. La polizia italiana e le autorità di sicurezza informatica stanno ancora valutando l’entità dell’attacco e il tipo di dati compromessi, ha dichiarato una portavoce del GSE. Tra le altre funzioni, il GSE è una delle agenzie governative incaricate della gestione del mercato elettrico italiano.
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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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