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Hacker voyeur: viola migliaia di iCloud per collezionare immagini di donne nude

Tempo di lettura: 1 minuto. 4.700 vittime a cui ha violato gli iCloud ed ha scambiato le immagini di nudo

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Un uomo californiano che è entrato in migliaia di account iCloud per rubare nudi di giovani donne è stato condannato giovedì a nove anni dietro le sbarre, come hanno annunciato i procuratori federali.

Hao Kuo Chi, soprannominato “icloudripper4you“, ha rubato foto e video privati violando illegalmente gli account Apple, secondo l’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Centrale della Florida.

L’hacker 41enne ha poi condiviso le immagini sul suo sito web, ormai defunto, noto per aver compiuto atti di “revenge porn” sulle vittime.

Le autorità hanno detto che Chi ha “condotto una campagna di terrore” mentre cercava immagini di nudo online che chiamava “vittorie“. Una volta ottenute illegalmente, le scambiava con altre persone che incontrava sul suo sito web, Anon-IB.

Chi si è dichiarato colpevole lo scorso ottobre di cospirazione e frode informatica. Avrebbe potuto rischiare 20 anni di carcere.

Quest’uomo ha condotto una campagna di terrore dal suo computer, causando paura e angoscia a centinaia di vittime“, ha dichiarato David Walker, agente speciale dell’FBI in carica a Tampa.

Gli account di posta elettronica di Chi contenevano le credenziali iCloud di circa 4.700 vittime e hanno rivelato che ha inviato contenuti rubati ai complici per oltre 300 volte, secondo quanto dichiarato dall’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti.

Alcuni di questi complici hanno poi diffuso pubblicamente le immagini.

Ha inoltre tenuto per sé molte immagini – collegate a 500 vittime – immagazzinando ben 3,5 terabyte di dati su iCloud e su supporti fisici. Un terabyte equivale a 1.024 gigabyte.

Chi ha vittimizzato centinaia di donne in tutto il Paese, facendole temere per la loro sicurezza e reputazione“, ha dichiarato il procuratore degli Stati Uniti Roger Handberg in un comunicato. “Questa sentenza riflette la determinazione dell’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti a ritenere i criminali informatici responsabili dei loro crimini“.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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