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Sicurezza Informatica

Hong Kong bloccherà Telegram? Cresce la paura nel paese

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Le autorità di Hong Kong stanno valutando se limitare l’accesso pubblico al servizio di messaggistica Telegram, secondo quanto riportato dal Sing Tao Daily, facendo riemergere il timore che l’ex colonia britannica si stia avvicinando ai controlli su internet in stile Pechino.

Il Commissario per la privacy dei dati personali sta prendendo in considerazione la possibilità di invocare per la prima volta delle norme per limitare l’accesso a una piattaforma che ha scoperto essere dilagante di doxxing, ha riferito martedì il quotidiano locale. Il doxxing diffuso ovvero l’esposizione online di dati sensibili e personali era rivolto sia a funzionari governativi sia a cittadini, ha dichiarato il giornale, citando persone non identificate.

Se intrapresa, un’azione del genere potrebbe alimentare i timori che la legislazione sulla sicurezza nazionale promulgata nel 2020 invada ulteriormente le libertà civili, come parte di un continuo sforzo da parte di Pechino di esercitare la propria influenza sulla città. Il rapporto giunge pochi giorni dopo la nomina di un nuovo leader, sostenitore della legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina. Un rappresentante del governo di Hong Kong non ha risposto immediatamente alle richieste di commento.

Una revisione delle istituzioni politiche di Hong Kong negli anni passati ha già schiacciato il movimento pro-democrazia della città e ha alimentato l’allarme di una fine dello status di hub commerciale libero. Finora, però, le autorità hanno evitato di imporre restrizioni a Internet come in Cina, dove una pletora di servizi stranieri, da Facebook a Google e Twitter, sono vietati da quello che è noto come il Grande Firewall.

Non è chiaro come il garante della privacy intenda portare avanti un’azione del genere. Il blocco di siti o applicazioni internet spesso richiede la collaborazione dei fornitori di servizi locali, come nel 2021 quando la polizia di Hong Kong ha invocato la legge sulla sicurezza nazionale per bloccare l’accesso a HKChronicles. Le autorità potrebbero scegliere di bloccare completamente l’accesso al pubblico o di eliminare l’app dagli store della città, ha aggiunto il giornale, citando persone non identificate.

Se Hong Kong dovesse procedere, sarebbe l’ultima di una serie di misure adottate dalle autorità per reprimere il doxxing, dopo che i dettagli di agenti di polizia e altri funzionari pubblici sono stati resi noti da manifestanti del 2019. A settembre, Hong Kong ha rafforzato le leggi sulla privacy dei dati per prevenire il doxxing, una mossa che ha spaventato i grandi colossi tecnologici.

I funzionari prenderanno in considerazione le opinioni dell’opinione pubblica prima di prendere una decisione, ha dichiarato il giornale. I canali Telegram sono ancora ampiamente utilizzati per aiutare i residenti a rimanere aggiornati sui casi giudiziari che coinvolgono gli attivisti pro-democrazia, un mezzo per i sostenitori delle proteste anti-governative del 2019 per rimanere in contatto in un contesto di repressione del dissenso da parte delle autorità.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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