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Il metaverso di Facebook sta ampliando la superficie di attacco
Trent’anni fa, la Paramount ha registrato il nome “Holodeck”. Artefatto di Star Trek: The Next Generation, il ponte ologrammi era un mondo magico, generato dal computer, in cui i personaggi vivevano in un altro regno – un luogo storico o un dominio completamente fittizio, basato su vecchi film, libri o sull’immaginazione di un personaggio. Come in molta fantascienza, il funzionamento interno del ponte ologrammi non veniva mai spiegato, tranne quando si trattava di un malfunzionamento: i protocolli di sicurezza smettevano di funzionare, un alieno prendeva il controllo, un personaggio fittizio fuggiva, tutte situazioni che mettevano a rischio la vita di uno o più personaggi.
Inoltre, trent’anni fa, Gartner pubblicò il rapporto di ricerca “Client Server and Cooperative Processing”. Il rapporto descriveva il modello alla base del client/server computing e descriveva le forme che potevano assumere semplici architetture a due livelli. Come effetto collaterale, il rapporto descriveva il motivo per cui l’informatica client/server ha senso (rispetto al fare tutto su una sola macchina). I diversi tipi di computer hanno un diverso rapporto tra potenza di calcolo e dati disponibili. Storicamente, i mainframe tendono a essere ricchi di dati (regolati per funzionare al 100% di utilizzo del processore) e poveri di MIPS, mentre i PC tendono a essere ricchi di MIPS (raramente superano un utilizzo significativo del processore) e poveri di dati – di un fattore pari a circa 3.000. Se il problema computazionale comporta molti dati ma una potenza di elaborazione relativamente bassa, un computer di tipo mainframe fa al caso nostro. Se il problema comporta molta elaborazione ma pochi dati, un PC ha senso. E se il problema richiede molti dati e molte elaborazioni, allora è il caso di dividere il problema in due parti e di mettere la parte ad alta intensità di dati in una e quella ad alta intensità di calcolo nell’altra.
Entrare nel metaverso
Il ponte ologrammi è il caso limite di un problema computazionale che richiede molti dati e molta elaborazione. Possiamo essere certi che viene implementato utilizzando un’architettura a più livelli. Questo ci porta al metaverso, la nostra versione reale del ponte ologrammi. Il metaverso fornirà un’esperienza ricca e immersiva quando l’utente indosserà occhiali e guanti AR con feedback aptico (elaborazione client locale per i compiti ad alta intensità di calcolo) di fronte a una rete di server riccamente connessi che contengono grandi quantità di dati sullo sfondo, il paesaggio, gli avatar e la fisica dell’ambiente virtuale.
Dal punto di vista della sicurezza, il metaverso presenta ogni possibile superficie di attacco. I componenti IT primari si connettono tramite IP, ma i numerosi dispositivi necessari a creare l’illusione eseguiranno una moltitudine di protocolli di sistemi di controllo industriali. Le pressioni sui costi spingeranno i fornitori che costruiscono l’infrastruttura a procurarsi componenti IIoT a basso costo, che non dispongono ancora di controlli di base sulla sicurezza e sulla privacy. Anche nel ponte ologrammi, l’autenticazione avanzata era facilmente falsificabile. Gli attacchi man-in-the-middle prolifereranno. La privacy sarà inesistente, perché le persone reagiscono agli input sensoriali più velocemente di quanto non sappiano, e l’hardware del client locale rileverà e ricorderà tali reazioni. Mentre le persone esplorano il loro mondo virtuale, il mondo virtuale monitora e valuta costantemente i gusti, i desideri e le preferenze dell’individuo. La montagna di dati sul profilo renderà il marketing molto più persuasivo, non solo per i prodotti di consumo ma anche per la pubblicità politica. Vance Packard sarebbe stupito dalla potenza del metaverso.
La sicurezza garantisce convenzionalmente che i dati non vadano persi, alterati o divulgati inavvertitamente. L’aggiunta del mandato di sicurezza dei sistemi di controllo industriale ci porta a un nuovo modello di cybersicurezza adatto alle minacce che il metaverso scatenerà. Poiché una cybersicurezza efficace combina la tecnologia con la politica e l’educazione degli utenti, siamo ancora lontani dal mettere in sicurezza il metaverso. L’architettura sta venendo alla luce solo ora. Le procedure adeguate sono ben lontane da una prima bozza e le normative sono in ritardo di un decennio. Per ora, il legame più forte rimane quello delle persone che lo utilizzano. Fate attenzione e riflettete su ciò che volete condividere e su come manterreste un segreto in questo nuovo mondo virtuale. “Arco!” non funziona ancora.
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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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