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Sicurezza Informatica

Iran, l’uso di VPN non autorizzate diventa illegale

Tempo di lettura: 2 minuti. L’Iran vieta l’uso di VPN non autorizzate, intensificando la censura e la sorveglianza su Internet e minacciando ulteriormente la libertà

Tempo di lettura: 2 minuti.

L’Iran ha introdotto una nuova normativa che rende illegale l’utilizzo di servizi VPN, a meno che non si disponga di un permesso legale. La decisione, emanata martedì 20 febbraio 2024 dal Centro Spaziale Virtuale Nazionale del paese e approvata dal Leader Supremo Ali Khamenei, aggrava ulteriormente la già precaria situazione di internet aperto in Iran. Gli iraniani stanno lottando contro una crescente censura online imposta dal governo, il rallentamento della velocità di connessione e la sorveglianza.

La paura del potere di Internet

“Rendendo illegale l’uso non autorizzato di VPN, il regime dell’Iran non solo viola il diritto umano fondamentale alla libertà di espressione, ma isola anche il popolo iraniano dal resto del mondo, privandolo dei benefici dell’era digitale,” ha dichiarato Azam Jangravi, analista di sicurezza delle informazioni presso CitizenLab e attivista per i diritti delle donne.

L’Iran vive da tempo in uno degli ambienti internet più restrittivi al mondo, con innumerevoli siti web bloccati o filtrati quotidianamente dal governo in un continuo sforzo di controllare le informazioni accessibili ai cittadini. I blackout dei social media sono particolarmente evidenti in periodi di agitazione politica, come le proteste che hanno attraversato il paese nel 2022 e nel 2023.

VPN come strumento di resistenza

Una VPN, o rete privata virtuale, è un software di sicurezza che maschera l’indirizzo IP di un utente per consentire l’accesso a contenuti altrimenti geo-restrittivi online e cripta le connessioni internet, consentendo agli iraniani di contrastare la crescente sorveglianza governativa.

“Le VPN sono uno dei pochi strumenti che consentono agli utenti iraniani di accedere all’internet globale ed esprimersi liberamente sui social media,” ha affermato Jangravi.

Impatti economici e sulla libertà digitale

I commentatori temono che il nuovo divieto possa infliggere un altro colpo all’economia del paese e alle libertà digitali dei cittadini. Imprenditori e persino politici si sono rivolti alle app VPN per accedere ai contenuti bloccati online. Le piccole imprese sono state paralizzate dalle quotidiane riduzioni della velocità di internet e dal filtraggio web. A seguito di queste “autoinflitte” interruzioni, internet in Iran è tra i peggiori al mondo per connettività.

Jangravi ha espresso la speranza che la comunità internazionale e le aziende tecnologiche sostengano la lotta del popolo iraniano per i diritti digitali e la democrazia.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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