Notizie
Jack Dorsey: è il repubblicano Paul Elliot Singer ad aver creato la censura su Twitter
Tempo di lettura: 3 minuti. Una ricostruzione possibile che non assolve Dorsey se si analizza il contesto storico dove la sua amministrazione è stata palesemente politicizzato
Scoppia ancora lo scandalo Twitter e non ad opera di Elon Musk. A detonare una grande bomba, dopo diversi giorni nei quali sono state pubblicate tantissime testimonianze di fonti interne alla società dove sono state descritte le procedure utilizzate per censurare alcune idee e politici di una determinata area di pensiero, il fondatore e primo amministratore delegato della società Jack Dorsey ha parlato di cosa non è andato in questi anni. La sua prima colpa sarebbe stata quella di aver fatto crescere troppo velocemente l’azienda senza tenere conto degli effetti collaterali che una crescita così veloce avrebbe comportato nella gestione.
Elon Musk lo abbia scagionato pubblicamente dicendo “Jack ha un cuore puro”, anche perchè il fondatore di Twitter ad oggi sembrerebbe dedicarsi anima e corpo alla missione di portare la digitalizzazione nei paesi africani non solo dal punto di vista imprenditoriale bensì come base di una nuova filosofia di vita autonoma e decentralizzata dalle maglie della schiavitù occidentale degli ultimi secoli. Non a caso, Dorsey è un fervente credente del Bitcoin come moneta universale che nulla ha che vedere con il mercato delle criptovalute altamente speculativo e con aspetti molto più simili alla finanza centralizzata rispetto alla decentralizzazione promessa dalla prima moneta virtuale coniata al mondo. All’interno della lettera di accusa che lo stesso Dorsey fa nei suoi confronti, dove cita le sue incapacità gestionali, è presente un’accusa mirata ad un ipotetico ingresso nell’asset societario nell’anno 2020 di un’attivista, ovviamente facoltoso imprenditore, che ha iniziato a muovergli una battaglia per portarlo alle dimissioni avvenute nel post elezioni di Biden. Quello che sconvolge molto la narrazione dei giorni precedenti è essenzialmente il fatto che quello che Dorsey definisce un “attivista” non è collegato al Partito Democratico, o almeno apparentemente, essendo considerato un grande attivista del mondo LGBTQ+ ed è possibile intuire che sia lui perchè è l’unico personaggio noto che nel 2020 ha acquistato una quota di un miliardo di dollari delle azioni societarie. Secondo i media statunitensi si tratta di Paul Elliot Singer, riferimento del fondo internazionale conosciuto al pubblico italiano come Elliot, da sempre riconosciuto come un repubblicano, seppur fortemente in contrasto a Donald Trump con posizioni più progressiste perchè vicino alle lotte degli attivisti per i diritti civili di genere.
Barba finta e pederasta: ecco il censore di Trump, ma non dei pedofili su Twitter
Twitter Files: dirigenti factchecker e ban ombra per gli utenti con la regia dell’intelligence USA
Questo dettaglio enunciato da Dorsey apre uno scenario diverso dalle narrazioni che hanno consentito di circoscrivere un determinato tipo di attività politica del Partito Democratico statunitense per rimuovere dalla piattaforma Donald Trump. È anche vero che lo stesso ex POTUS, sotto accusa dell’FBI, non è stato molto gradito a coloro che storicamente si definiscono repubblicani. Inoltre c’è da precisare il rapporto conflittuale tra lo stesso e Paul Singer e l’ex presidente Usa, apparentemente risolto dopo la riunione di inaugurazione della campagna elettorale, seppur non tolga adito alla teoria che sia stato lui stesso ad escluderlo partecipando al gioco dei democratici, con il fine di spianare la strada alla nutrita corrente storica dei repubblicani che ad oggi scongiura un ritorno dello stesso Trump sulla scena politica delle elezioni del 2024.
Non è dato invece sapere quanto sia veritiera la narrazione dello stesso Jack dorsey sul tema dell’influenza negativa che il fondo Elliott ha avuto nei confronti delle policy dell’azienda, a maggior ragione del fatto che lo stesso Paul Singer è stato presentato da Dorsey Ceo di Twitter come un investitore senza il potere di poter incidere sulle policy della piattaforma, già oggetto a suo tempo delle ire di Donald Trump per gestiva il profilo sia presidenziale sia personale. Se fosse vera la ricostruzione fornita da Dorsey non stupirebbe appunto leggere una sorta di regolamento interno nel partito repubblicano dove un presunto amico di Donald Trump in realtà sia stato colui che ha deciso di farlo fuori dal social attraverso la sua influenza su molte aziende sponsor. La domanda però che Dorsey non si è posto è se un eventuale sua rimozione da parte di un repubblicano illuminato sia stata necessaria per riequilibrare quanto da lui consentito, o subito, descritto attraverso i twitter files dove è stato svelato un gioco interno in favore del PD di Biden, di dirigenti politicizzati e di almeno tre sigle dell’intelligence USA.
Notizie
Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
Notizie
Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
Notizie
USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
- Notizie2 settimane fa
Australia ed USA arresti contro sviluppatori RAT Hive – Firebird
- Cyber Security2 settimane fa
Dove studiare Sicurezza Informatica in Italia: Guida alle migliori opzioni
- Inchieste1 settimana fa
Banca Sella: il problema che i detrattori del Piracy Shield non dicono
- Notizie2 settimane fa
Intensificazione delle operazioni di influenza digitale da parte di Cina e Corea del Nord
- Notizie1 settimana fa
LightSpy: APT41 minaccia Utenti iPhone in Asia
- Notizie1 settimana fa
Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
- Notizie1 settimana fa
USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
- Cyber Security1 settimana fa
Come Nominare il Responsabile per la Transizione Digitale e Costituire l’Ufficio per la Transizione Digitale