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La Spagna nega di aver spiato esponenti dei Catalani.

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Il governo spagnolo ha negato di aver spiato illegalmente i leader indipendentisti catalani, ma non ha detto se ha intrapreso una sorveglianza elettronica approvata dal tribunale, dopo che un gruppo per i diritti ha scoperto che decine di telefoni dei separatisti sono stati presi di mira.

Il gruppo canadese Citizen Lab ha detto che sulla scia di un tentativo fallito di indipendenza nel 2017, più di 60 persone legate al movimento separatista catalano, compresi gli attuali ed ex leader regionali, sono stati bersagli di spyware “Pegasus” prodotto da NSO Group di Israele.

Il governo non ha nulla da nascondere“, ha detto il portavoce Isabel Rodriguez dopo una riunione settimanale di gabinetto martedì, aggiungendo che il governo di Madrid avrebbe cooperato pienamente con qualsiasi indagine sulle accuse.

La Spagna è uno stato democratico con un pieno stato di diritto e qualsiasi limitazione dei diritti fondamentali richiede un’ingiunzione o un ordine del tribunale“, ha detto Rodriguez ai giornalisti.

Citizen Lab ha sempre sostenuto che non poteva attribuire direttamente le operazioni di spionaggio, ma che prove circostanziali indicavano le autorità spagnole.

Alla domanda se la Spagna si fosse mai impegnata in una sorveglianza elettronica legalmente autorizzata dei leader catalani o se Madrid avesse accesso a Pegasus, che può essere utilizzato per entrare in remoto negli iPhone, Rodriguez ha rifiutato di rispondere direttamente.

Ci sono argomenti che, poiché coinvolgono la sicurezza nazionale, sono protetti dalla legge, e questioni classificate e segrete di cui non posso parlarvi“, ha detto.

Citizen Lab è noto come uno dei principali gruppi di ricerca sullo spyware mercenario all’interno dell’industria della cybersicurezza.

Ha anche rivelato questa settimana di aver avvertito i funzionari britannici che i dispositivi elettronici collegati alle reti governative, compresi l’ufficio del primo ministro e il ministero degli esteri, sembravano essere presi di mira con Pegasus.

Il gruppo ha iniziato la sua inchiesta spagnola nel 2020 dopo che i ricercatori che lavorano con il servizio di messaggi istantanei WhatsApp di Facebook hanno avvertito diversi legislatori catalani, tra cui l’ex speaker parlamentare Roger Torrent, che i loro telefoni erano stati violati.

A quel tempo, un tribunale di Barcellona ha aperto un’indagine dopo che Torrent e un altro membro del parlamento hanno intentato una causa contro il governo spagnolo.

Il giornale El Pais ha riferito mercoledì che l’indagine è stata in stallo per oltre un anno, poiché il tribunale era in attesa di una risposta dal governo israeliano.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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