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L’Agenzia delle Dogane è l’esempio di come la PA sia una bomba informatica in attesa di scoppiare

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Nei mesi precedenti siamo stati costretti a redigere un tutorial per consentire agli utenti che ci avevano scritto di installare il software dell’Agenzia dell’Entrate. Dinanzi a quella richiesta da parte del pubblico si celava effettivamente un software che gira su piattaforme obsolete e che promette dei requisiti tecnici molto scadenti per la sua installazione.

Da un lato l’aspetto della leggerezza rappresenta un modo per rendere il software fruibile a tutti, ma è cosa ben nota che, se non aggiornato l’impianto software, c’è un rischio maggiore di presentare eventuali vulnerabilità.

Il problema del software in sintesi era che, essendo dipendente da Java, nella versione 64 bit dava continui errori delle classi e degli oggetti e l’unica soluzione alla fine era quella di installare la versione a 32 bit anche sui nuovi pc che sappiamo essere oramai da anni capaci di ospitare le versioni a 64 bit.

La segnalazione di oggi invece riguarda l’Agenzia delle Dogane e dei pc che fornisce ai propri utenti. Il ricercatore @sonoclaudio ha stilato un thread su Twitter nel quale mette in evidenza l’attrezzatura informatica messa a disposizione dei dipendenti e la scoperta è stata deludente, ma di certo non inaspettata.

Il Pc dato in dotazione ai dipendenti presenta un sistema operativo oramai deprecato come Windows7, un browser web Internet Explorer con l’ultimo aggiornamento risalente al 2020, prima di essere sostituito dal nuovo Edge, un software di gestione file compressi come 7zip, buono, ma russo e quindi contro le ultime disposizioni del Governo. In poche parole, la PA non solo deve adeguare le proprie infrastrutture alle moderne tecnologie per evolversi e migliorare il ventaglio di servizi offerti, ma deve evitare ulteriori minacce informatiche mitigando i potenziali rischi.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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