Categorie
Sicurezza Informatica

Le fake news istituzionali sul Covid che i fact checkers non hanno smentito

Tempo di lettura: 2 minuti. Prima la Verità, poi Stramezzi e Fuori dal Coro con la Gismondo confermano che il mondo del factchecking non chiede mai conto alle istituzioni mostrandosi di parte.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Mario Giordano torna in tv da poco ed è subito covidmania. L’argomento più in voga del momento è quello di chiedere conto a chi in questi mesi per ragioni personali ed istituzionali si è esposto dispensando consigli e nozioni scientifiche fortemente appoggiate dalla dirigenza politica del paese, che ha fissato misure impopolari come il greenpass e l’obbligo vaccinale.

Lo stesso Andrea Stramezzi, nel pieno della sua campagna elettorale, ha pubblicato un post su Twitter che ha racchiuso tutte le bufale diramate in questi mesi dalla scienza, dalla politica, avallate da un lavoro certosino dei factcheker nello smontare tutte le tesi avverse a queste, tranne poi ritornarci per correggere quando di falso sostenuto.

Matrice Digitale si è già occupata della vicenda della ricerca sulla Tachipirina e vigile attesa interpretata, dinanzi all’evidenza scientifica che ne smentisce l’efficacia del protocollo, come una scelta in capo ai medici di famiglia. Nell’articolo dove si spiegava il meccanismo fallace di questa teoria dove si apprezzava il lavoro di ricostruzione di Puente, noto fact checker italiano, ma si evidenziava il ragionamento parziale in virtù di linee che consigliavano ai medici di famiglia di non spingersi oltre dal perimetro della tachipirina e vigile attesa.

Conferma all’analisi di Matrice Digitale l’ha data la dottoressa Gismondo proprio a Fuori dal Coro, dove ha confessato di aver consigliato agli amici l’uso dei FANS per il trattamento della malattia e che un collega le ha consigliato di non dirlo in giro.

Il metodo dei fact checkers di non avere memoria li rende meno credibili

Quando ci si concentra nel dare riscontro alle teorie più strampalate, la cui diffusione seppur in modo negativo ne amplifica la diffusione, si ottiene l’obiettivo di guadagnare maggiore visibilità e di trovarsi un pubblico ostile, perchè alla base ignorante, che torna utile nel creare quell’alone alone di rischio che, indipendentemente dalla fondatezza, richiede sempre massima attenzione.

Come più volte abbiamo evidenziato, nella verità ricostruita a botte di ricerche scientifiche, forbita dichiarazioni di soggetti titolati nel settore accademico, manca spesso il rendere conto delle dichiarazioni che una parte istituzionale formula soprattutto quando lo fa per avallare scelte politiche.

Ed è qui il vero problema che non rende credibile l’attività di chi dovrebbe informare i cittadini e svolgere verifiche su altri organi di stampa, se consideriamo che la prima fonte di notizie false deriva proprio dal governo e tutti fanno finta di non saperlo, tenendone il gioco, attaccando gli altri.

Siamo sicuri che non si tratti di un assist alla propaganda invece che alla verità oggettiva?

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version