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Sicurezza Informatica

NSO e Pegasus: Parlamento Europeo lancia commissione di inchiesta

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Il Parlamento europeo si sta preparando a lanciare una commissione d’inchiesta sullo scandalo dello spyware Pegasus, dopo che sono emerse le prove che gli oppositori del governo in Polonia e Ungheria sono stati presi di mira con il software di sorveglianza.
L’organismo trasversale cercherà testimonianze dai servizi segreti degli stati membri, dai politici eletti e dagli alti funzionari.

E’ la mossa più significativa da parte di Bruxelles da quando un gruppo di organizzazioni di media ha rivelato che il software Pegasus è stato utilizzato contro giornalisti, attivisti e politici in numerosi paesi del mondo compresa l’Europa.

Questa iniziativa segue l’inchiesta che ha colpito il governo israeliano sull’utilizzo di Pegasus da parte della polizia contro i suoi cittadini. I media locali hanno affermato che la lista degli obiettivi includeva persone coinvolte nel processo di corruzione dell’ex primo ministro Benjamin Netanyahu.

Pegasus permette ad un operatore di prendere il controllo del dispositivo mobile di un bersaglio, accedere a tutti i dati anche dalle app di messaggistica criptata e attivare la registrazione audio o video.

L’indagine di 16 organizzazioni giornalistiche si era basata sull’analisi forense dei telefoni e su un database trapelato di 50.000 numeri, compreso quello del presidente francese Emmanuel Macron, del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e di altri capi di stato e alti funzionari governativi, diplomatici e militari di 34 paesi. La società israeliana che produce il software, NSO Group, ha precedentemente detto che la cifra di 50.000 era “esagerata” e che la lista non poteva essere un elenco di numeri “presi di mira dai governi che utilizzano Pegasus“.

L’analisi dei telefoni in Europa ha mostrato che giornalisti, attivisti e avvocati in Ungheria erano stati presi di mira con Pegasus.
Un alto funzionario del governo ungherese sembra aver confermato che il software era stato acquistato dallo stato, seppur questa notizia sia stata smentita ed i ministri hanno rifiutato di commentare.

I giornalisti ungheresi hanno intenzione di intraprendere un’azione legale contro lo stato e NSO.

In Polonia, una commissione del Senato ha visto dei documenti a gennaio che suggerivano che l’Ufficio Centrale Anti-Corruzione del paese (CBA) aveva acquistato Pegasus nel 2017 utilizzando fondi del ministero della giustizia.

Diritto e Giustizia, il partito principale della coalizione di governo, ha boicottato la commissione nel senato guidato dall’opposizione. Il Parlamento europeo ha lanciato una commissione d’inchiesta solo in poche occasioni e la proposta ha già ricevuto il necessario sostegno politico di un quarto dei deputati e l’approvazione dei capi dei gruppi politici. È stato spinto dal gruppo politico Renew Europe nel parlamento in cui siedono i deputati de La République en Marche di Macron, e ci si aspetta che sia formalmente approvato in una sessione plenaria a Strasburgo la prossima settimana.

In caso di esito positivo, la commissione dovrebbe sedersi per 12 mesi a partire da aprile, durante i quali terrà sessioni pubbliche e richiederà documenti pertinenti e testimonianze orali e scritte. NSO Group non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento sull’inchiesta.

Ha anche insistito che i suoi strumenti sono stati pensati solo per l’uso contro i criminali e i terroristi, e non dovrebbero essere utilizzati su dissidenti, attivisti o giornalisti.

Il presidente del gruppo Renew Europe, Stéphane Séjourné, ha detto: “Lo scandalo Pegasus non è solo un assalto alle libertà individuali. È un attacco dei regimi autocratici all’essenza delle nostre democrazie europee. Quando un software sviluppato per colpire i terroristi viene usato contro i politici dell’opposizione dai governi europei, questo è davvero molto grave.”

Una volta che la commissione avrà completato la sua indagine, presenterà un rapporto ai governi nazionali e alla Commissione europea, che ha già fermamente condannato in precedenza le attività collegate allo spionaggio dei dissidenti politici e dei giornalisti.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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