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Phoenix: il malware che svuota i portafogli cripto dei partigiani informatici pro Ucraina

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Un malware che promette di infastidire obiettivi russi sta facendo il giro, travestito da uno strumento informatico pro-Ucraina che invece genererà un effetto boomerang devastante.

Cisco Talos ha descritto una campagna che ha osservato in cui un attore di minacce stava offrendo un presunto strumento di denial-of-service distribuito (DDoS) su Telegram, che è presumibilmente destinato a colpire i siti web russi.

In realtà, il file è in realtà l’infostealer Phoenix che ruba credenziali e informazioni di criptovaluta, secondo i ricercatori.

Phoenix è un keylogger che è emerso nell’estate del 2019 e che, nel giro di pochi mesi, si è trasformato in un infostealer a tutti gli effetti con potenti moduli anti-rilevamento e anti-analisi.

“Siamo lieti di ricordarvi il software che usiamo per attaccare i siti russi!”

Questo è il messaggio che invoglia i contestatori di Putin a scaricare il file per sferrare attacchi, ma che in realtà si avvinghia sugli utenti ignari in modo da dissanguarli delle criptovalute memorizzate nei portafogli, soprattutto su MetaMask (un software portafoglio di criptovalute comunemente associato a token non fungibili [NFT]).

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Microsoft rimuove Copilot da Windows Server: admin esultano

Tempo di lettura: 2 minuti. Microsoft ha rimosso Copilot da Windows Server 2025: entusiasmo degli amministratori di sistema preoccupati per l’uso delle risorse

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Microsoft ha deciso di rimuovere Copilot da Windows Server 2025, come rivelato da uno screenshot condiviso da Bob Pony su X. Questa decisione sembra aver riscosso l’approvazione della comunità degli amministratori di sistema, che avevano espresso perplessità sull’utilità di Copilot in un contesto server, sottolineando come la sua presenza consumasse risorse e energia in modo non necessario.

Copilot: aiuto non richiesto per Windows Server

Mentre Copilot ha guadagnato popolarità su Windows 11, facilitando l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle attività quotidiane, il suo impiego su Windows Server non ha incontrato lo stesso entusiasmo. Gli amministratori hanno infatti segnalato che le caratteristiche di Copilot non risultavano particolarmente utili in un ambiente server, dove l’efficienza delle risorse e la stabilità sono prioritarie.

La Rimozione di Copilot

La notizia della rimozione di Copilot da Windows Server 2025 emerge dalla Build 26085, anche se il post ufficiale di Microsoft non menziona esplicitamente questa modifica. Questo solleva interrogativi su se l’inclusione di Copilot fosse un errore iniziale. Microsoft non ha ancora fornito conferme ufficiali in merito alla permanenza di Copilot nelle future versioni di Windows Server.

Reazioni della Comunità

La reazione positiva degli amministratori di sistema sottolinea la necessità di adattare le funzionalità software alle esigenze specifiche degli utenti in contesti diversi, come quelli server rispetto agli ambienti desktop. La presenza di Copilot in Windows Server sembrava non aggiungere valore significativo, portando alla decisione di eliminarlo da questa particolare versione del sistema operativo.

La rimozione di Copilot da Windows Server 2025 segna un passo indietro da parte di Microsoft nell’integrazione dell’IA in tutti i suoi prodotti. Resta da vedere come questa decisione influenzerà le future strategie dell’azienda in termini di sviluppo di software e integrazione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.

Windows 11: Copilot per account locali e interfaccia rinnovata

Microsoft ha recentemente rilasciato l’Insider Preview Build 26090 di Windows 11 ai partecipanti dei canali Dev e Canary, portando miglioramenti significativi in termini di funzionalità per gli account locali e perfezionamenti dell’interfaccia utente.

Integrazione di Copilot con account locali

Una delle novità più rilevanti di questa build è l’integrazione dell’assistente AI Copilot con gli account locali di Windows. In precedenza, l’accesso a Copilot era riservato esclusivamente agli utenti con account Microsoft. Con l’aggiornamento, gli utenti che utilizzano account locali potranno sfruttare le capacità di Copilot, sebbene con un limite di 10 interazioni prima di richiedere il login con un account Microsoft o Entra ID. Questo ampliamento suggerisce una potenziale apertura verso una maggiore compatibilità di Copilot con gli account locali nel futuro.

Miglioramenti dell’interfaccia utente

Un altro cambiamento degno di nota è la rimozione della filigrana che solitamente appare sullo sfondo del desktop nelle build non definitive, indicando un avanzamento nello sviluppo della Build 26090. Inoltre, Microsoft sta testando una nuova barra di navigazione laterale sinistra per i widget, allo scopo di semplificare la navigazione tra widget e strumenti integrati come Microsoft Discover, migliorando così l’esperienza e la scopribilità per l’utente.

Ottimizzazioni e stabilità

La build include anche miglioramenti alla stabilità, risolvendo potenziali bug e problemi. È importante notare che tutte le funzionalità presenti nella Build 26090 sono attualmente esclusive per gli iscritti a Windows Insiders e saranno integrate nei futuri aggiornamenti pubblici di Windows 11.

Questo aggiornamento sottolinea gli sforzi continui di Microsoft per arricchire l’esperienza utente su Windows 11, dimostrando un impegno sia verso la funzionalità che verso l’estetica. Con ulteriori test e sviluppi, queste nuove caratteristiche hanno il potenziale di migliorare significativamente l’esperienza complessiva su Windows 11 per un pubblico più ampio.

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FTX, 25 anni di carcere per Sam Bankman-Fried: lavatrice dem di Biden

Tempo di lettura: 2 minuti. Sam Bankman-Fried riceve 25 anni di carcere per frode FTX, segnando un momento cruciale nelle indagini su criptovalute e frodi finanziarie.

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Sam Bankman-Fried, co-fondatore dell’exchange di criptovalute FTX, è stato condannato a 25 anni di carcere per sette accuse legate al crollo dell’exchange da lui avviato. Il giudice Lewis Kaplan ha emesso una sentenza di 240 mesi per quattro delle accuse, più 60 mesi per altre due, e ha ordinato a Bankman-Fried di cedere oltre 11 miliardi di dollari, come raccomandato dai pubblici ministeri.

Dettagli della sentenza e del Processo

La sentenza è stata inferiore ai 40-50 anni richiesti dalla procura, ma superiore ai sei anni e mezzo proposti dagli avvocati di Bankman-Fried, e molto al di sotto della massima sentenza possibile di 110 anni. Durante il processo, il giudice Kaplan ha evidenziato che Bankman-Fried era consapevole dei rischi a cui esponeva FTX, dell’uso improprio dei fondi dei clienti e del fatto che le sue azioni fossero sbagliate. La giustificazione delle sue azioni come scommessa sul valore atteso è stata descritta come “il gioco” da Kaplan.

Le prove presentate durante il processo hanno rivelato che FTX falsificava i numeri per apparire più sicura di quanto non fosse e concedeva privilegi speciali al fondo di trading Alameda Research, consentendogli di utilizzare i fondi dei clienti di FTX. La difesa di Bankman-Fried durante il processo si è rivelata disastrosa, con Kaplan che è dovuto intervenire durante l’esame diretto e l’esame incrociato che ha svelato diverse dichiarazioni pubbliche dimenticate o negate da Bankman-Fried.

Le conseguenze della condanna

La condanna al carcere riflette la gravità dei crimini commessi da Bankman-Fried e la sua mancanza di rimorso, nonostante le affermazioni degli avvocati sulla sua profonda tristezza per il danno causato. Attualmente detenuto al Metropolitan Detention Center (MDC) dal 11 agosto 2023 per violazione delle condizioni di cauzione, tra cui tentativi di manipolazione dei testimoni, la condanna di Bankman-Fried segna un capitolo significativo nella storia delle criptovalute e delle frodi finanziarie.

Una lavatrice del PD USA

I soldi della truffa sono stati utilizzati anche per finanziare il PD statunitense alle ultime elezioni di Joe Biden e la madre di Sam Bankman-Fried è risultata la seconda donatrice dopo il magnate Soros come raccontato nell’inchiesta di Matrice Digitale. Oltre alla politica, FTX ha donato diversi milioni di euro a Zelensky appena subito l’attacco russo all’Ucraina e lo ha fatto in criptovalute.

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Attacchi di password spraying su VPN Cisco e tanti aggiornamenti di sicurezza

Tempo di lettura: 2 minuti. Cisco avverte di attacchi di password spraying su VPN e rilascia aggiornamenti di sicurezza per proteggere i dispositivi dalle minacce.

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Cisco ha emesso un avviso per i suoi clienti a seguito di attacchi di password spraying mirati ai servizi VPN (Virtual Private Network) configurati sui dispositivi Cisco Secure Firewall. Questi attacchi sembrano fare parte di attività di ricognizione e hanno colpito anche altri servizi VPN di accesso remoto. Durante un attacco di password spraying, un avversario tenta la stessa password su più account per cercare di effettuare l’accesso.

Indicazioni e mitigazione

Cisco ha identificato alcuni indicatori di compromissione (IoC) utili a rilevare e bloccare questi attacchi, tra cui l’impossibilità di stabilire connessioni VPN con Cisco Secure Client (AnyConnect) quando è abilitata la Postura Firewall (HostScan) e un numero insolito di richieste di autenticazione registrate dai log di sistema.

Le raccomandazioni di Cisco per difendersi da questi attacchi includono:

  • Abilitare la registrazione su un server syslog remoto per migliorare l’analisi degli incidenti e la correlazione.
  • Securizzare i profili VPN di accesso remoto predefiniti indirizzando i profili di connessione predefiniti inutilizzati verso un server AAA sinkhole per prevenire accessi non autorizzati.
  • Utilizzare il TCP shun per bloccare manualmente gli IP maligni.
  • Configurare ACL (Access Control List) del piano di controllo per filtrare gli indirizzi IP pubblici non autorizzati dall’iniziare sessioni VPN.
  • Utilizzare l’autenticazione basata su certificati per i RAVPN, che fornisce un metodo di autenticazione più sicuro rispetto alle credenziali tradizionali.

Cos’è il Password Spraying?

Il password spraying è una tecnica di attacco informatico che appartiene alla categoria dei brute force attacks. A differenza degli attacchi brute force tradizionali, che tentano molte password su un singolo account utente, il password spraying utilizza un numero limitato di password molto comuni e le prova su molti account utente. Questo approccio riduce il rischio che l’attacco venga rilevato dai sistemi di sicurezza che monitorano i tentativi di login falliti, perché ogni account viene provato solo una o poche volte. Gli attaccanti si affidano a password comuni come “123456”, “password” o altre facilmente indovinabili, sperando che almeno alcuni account utilizzino queste credenziali deboli.

Collegamenti alla Botnet Brutus

Il ricercatore di sicurezza Aaron Martin ha suggerito che l’attività osservata da Cisco è probabilmente collegata a una botnet di malware non documentato che ha chiamato ‘Brutus’. Questa botnet, che si basa su 20.000 indirizzi IP in tutto il mondo, inizialmente prendeva di mira gli apparati SSLVPN di Fortinet, Palo Alto, SonicWall e Cisco, ma ora include anche app web che utilizzano Active Directory per l’autenticazione.

La botnet Brutus è un network di dispositivi compromessi (principalmente computer con sistema operativo Windows), gestiti da un attaccante tramite il malware Brutus. Questo malware, scritto interamente in Python, trasforma i dispositivi infetti in “bot” che possono essere controllati a distanza. Gli attaccanti possono utilizzare Brutus per una serie di attività malevole, inclusi attacchi DDoS, furto di dati, diffusione di ulteriori malware e molto altro. Un aspetto distintivo di Brutus è la sua capacità di dare agli aggressori il controllo completo sulla macchina della vittima, consentendo una vasta gamma di operazioni dannose. La botnet Brutus è un esempio dell’aumento delle minacce alla sicurezza informatica rappresentate da reti di dispositivi infetti controllati a distanza.

Aggiornamenti di Sicurezza da Cisco

Contemporaneamente, il Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) ha annunciato che Cisco ha rilasciato aggiornamenti di sicurezza per vari prodotti per mitigare le vulnerabilità sfruttate dagli attacchi di password spraying e altre minacce.

Questi aggiornamenti mirano a rafforzare la sicurezza dei dispositivi Cisco e a proteggere gli utenti da potenziali compromissioni.

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