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Sicurezza Informatica

Porno al Senato. Un Hentai da Nobel su piattaforma Zoom. Ecco come ha fatto l’ “hacker”

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In questi giorni ha fatto scalpore la notizia del porno diffuso in diretta streaming durante un convegno organizzato nel Senato italiano. La malcapitata moderatrice è Maria Laura Mantovani, senatrice del Movimento Cinque Stelle, che ha provato a contenere l’imbarazzo ed a nascondere la delusione mentre l’hacker AlexSpence, connessosi alla piattaforma Zoom abusivamente, ha mandato in diretta un porno hentai.

Un cartone animato hard nell’istituzione più importante dell’Organo Legislativo del Paese con un ospite d’eccezione presente dinanzi alla scena vietata ai minori di 18 anni: il nobel Giorgio Parisi.

Nel mentre una buona parte della stampa si è sbizzarrita nel sorridere della vicenda, strumentalizzandola anche politicamente con il Movimento Cinque Stelle gestito da Conte ai minimi storici secondo gli ultimi dati, molti esperti informatici si sono lamentati della scarsa cibersicurezza delle istituzioni italiche.

Hacker o Negligenza della gestione di Zoom?

Quanto accaduto non dovrebbe essere causato da un “hacker” con grandi capacità perché è evidente che il buontempone, sarebbe troppo definirlo criminale informatico, aveva accesso al link per connettersi alla piattaforma di videocalling Zoom, evidentemente con permessi di accesso diretto e senza protezione di una password o del parere favorevole dei gestori.

A quanto pare è stato proprio così ed Andrea Lazzarotto ha trovato le prove che avvalorano questa tesi.

Una volta entrato, AlexSpence, ha spiazzato l’amministratore della videoconferenza, che ha impiegato più tempo nel buttarlo fuori. Il problema questa volta sembrerebbe essere collegato allo stesso problema che affligge la maggioranza della popolazione: scarsa cultura digitale.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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