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Propagandista russo su Telegram. Arrestato cittadino tedesco

Tempo di lettura: 2 minuti. Non solo sostegno alla guerra morale, ma avrebbe provato ad arruolare combattenti per la guerra in corso

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Un presunto simpatizzante del Cremlino, sospettato di diffondere propaganda filorussa online e di cercare di reclutare persone per combattere in Ucraina, è stato arrestato in Germania.

I procuratori di Amburgo hanno dichiarato che il 31enne cittadino tedesco era il proprietario di un account Telegram “National Bolshevist” che sosteneva apertamente l’invasione dell’Ucraina.

Hanno detto che aveva programmato di recarsi in Bielorussia, un alleato della Russia, il 18 agosto ed era sospettato di aver violato una legge tedesca che impedisce di sollecitare reclute per conto di forze straniere.

Sui suoi account di social media, che includono anche Facebook e il sito web russo VK, avrebbe usato il simbolo filorusso “Z” in sei occasioni, in un’apparente dimostrazione di sostegno alla guerra.

Sebbene di origine incerta, la “Z” è diventata un emblema pro-guerra che è stato avvistato sui carri armati russi in Ucraina ed è considerato dalla polizia tedesca come un’approvazione per una guerra di aggressione.

L’uomo avrebbe anche posato per una foto con un fucile AK-47, un’arma di progettazione sovietica, sollevando il sospetto che stesse anche violando le leggi sulle armi.

L’AK-47 non è stato trovato quando gli investigatori hanno perquisito la sua casa ad Amburgo giovedì, ma sono stati recuperati diversi coltelli, pezzi di hardware per computer e altri oggetti.

I procuratori non hanno detto cosa pensavano che avesse intenzione di fare a Minsk, ma il Paese è uno stretto alleato del Cremlino ed è sottoposto a sanzioni per aver aiutato le truppe russe a condurre una guerra dal suo territorio.

L’irruzione nella sua casa è avvenuta dopo aver ricevuto un mandato di perquisizione e di arresto da un giudice, si legge in un comunicato.

Il sostegno ai crimini di aggressione è un reato previsto dalla legge tedesca. L’invasione della Russia è stata ampiamente condannata come una guerra di aggressione volta a impadronirsi del territorio e a fermare la deriva filo-occidentale dell’Ucraina.

L’affermazione del Cremlino di agire per autodifesa e in difesa di due repubbliche secessioniste non riconosciute nell’Ucraina orientale è stata poco accettata.

Più della metà dei Paesi del mondo, 141 in totale, ha sostenuto una risoluzione dell’Assemblea Generale a marzo che affermava che la guerra era una violazione della Carta delle Nazioni Unite. Solo cinque hanno votato con la Russia.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha accusato la Russia di un’ulteriore violazione del diritto internazionale per l’apparente massacro di civili a Bucha, vicino a Kiev, che ha definito un crimine di guerra.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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