Categorie
Sicurezza Informatica

Protesta nel Metaverso contro estradizione di Julian Assange

Tempo di lettura: < 1 minuto. Sostenitori di Julian Assange organizzano un’azione di protesta nel Metaverse contro la sua prevista estradizione negli USA. Scopri i dettagli dell’evento e le possibili conseguenze per il fondatore di Wikileaks.

Tempo di lettura: < 1 minuto.

Julian Assange, fondatore di Wikileaks, potrebbe presto dover affrontare un processo in un tribunale statunitense, nonostante abbia combattuto per anni contro la sua estradizione. Nel Metaverso, i sostenitori hanno organizzato un’azione di protesta contro l’estradizione prevista.

Protesta nel Wistaverse

L’evento di protesta è stato organizzato dalla “Don’t Extradite Assange Campaign” e si è svolto recentemente nel Metaverse non-profit chiamato Wistaverse. Quest’ultimo è specializzato in proteste e opera nell’ecosistema Sandbox sulla blockchain Polygon. Durante l’evento, sono state tenute delle orazioni da Stella Assange, moglie di Julian Assange, e da Kristinn Hrafnsson, co-fondatore di Wikileaks. Inoltre, è stato invitato il politico britannico Jeremy Corbyn. L’obiettivo della campagna è aumentare la consapevolezza sul caso Assange e mobilitare più persone a partecipare alle azioni di protesta. Per il protesto nel Metaverse, è stata scelta una sala virtuale progettata come le Royal Courts of Justice di Londra, dove, secondo Cointelegraph, avrà luogo l’ultimo appello del fondatore di Wikileaks nel Regno Unito.

Decisione del tribunale britannico

Pochi mesi fa, la Corte Suprema britannica ha deciso che non ci sono obiezioni o preoccupazioni riguardo all’estradizione di Assange negli Stati Uniti. Anche la ministra dell’Interno, Priti Patel, ha approvato la richiesta. I tribunali britannici non hanno rilevato che l’estradizione sia repressiva, ingiusta o un abuso del processo.

Possibili conseguenze per Assange

Se Julian Assange dovesse effettivamente essere estradato, potrebbe essere condannato a una pena che va fino a 175 anni di prigione. È accusato in 18 capi d’accusa, tra cui spionaggio. Molti critici dubitano che avrà un processo equo. L’organizzazione “Reporter senza frontiere” ha descritto il processo come una “pura misura di ritorsione” e teme che una condanna potrebbe creare un pericoloso precedente in relazione alla pubblicazione di informazioni segrete.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version