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Spacciatore del dark web aiutato in un rapimento e in un’aggressione da 40.000 dollari
Tempo di lettura: 3 minuti. Durante la sentenza, il giudice ha detto che l’imputato non avrebbe fatto nulla di buono se fosse stato mandato in prigione.
Un uomo già incarcerato per aver importato droga attraverso il dark web è tornato davanti ai giudici per il suo ruolo nel rapimento e nella tortura di un uomo per un debito di 40.000 dollari che non esisteva. Benjamen Belmont aveva solo 20 anni ed era uno studente universitario quando fu incarcerato per la prima volta nel 2014 per una serie di accuse di droga, tra cui l’importazione di MDMA (ecstasy), cocaina, LSD e cannabis acquistata da vari siti web. Nel 2016 è stato rilasciato con due anni di anticipo per quelle accuse, ma l’anno successivo è stato rimandato in prigione dopo aver aggredito la sua compagna. Oggi, il 28enne è stato condannato a 18 mesi di supervisione intensiva per il suo ruolo nel tentativo di estorcere un debito di droga di 40.000 dollari a un uomo, insieme a due complici. Un piano che, secondo l’accusa, all’inizio di quest’anno era stato architettato dalla sua complice e compagna Beverly O’Keeffe, condannata a tre anni di carcere per il suo ruolo.
Durante la sentenza di marzo, l’accusa ha dichiarato che O’Keeffe aveva saputo che la vittima era in possesso di una grossa somma di denaro e si era organizzata con gli amici Darin Field e Belmont per estorcerla. Il trio ha rapito l’uomo e lo ha portato a un indirizzo di Palmerston North, come ha appreso la corte. Lì, Belmont e O’Keeffe lo hanno preso a pugni e strangolato e lo hanno pugnalato più volte con un cacciavite alla gamba e alle natiche mentre gli chiedevano dove fosse il denaro. Ma lui non li aveva e non li ha mai avuti. “Per tutta la durata dell’aggressione lei e la signora O’Keeffe lo avete interrogato su dove si trovassero i 40.000 dollari”, ha dichiarato il giudice Lance Rowe. “Quello che è successo equivale a una tortura ed è stato fatto per estorcere denaro in relazione a un debito di droga”. Belmont se n’è andato subito dopo aver aggredito l’uomo e non ha partecipato al fatto che fosse tenuto in ostaggio da O’Keeffe e Field, che si sono rifiutati di portarlo in ospedale mentre lo interrogavano ulteriormente, dando invece alla vittima frutta, acqua e antidolorifici. L’accusa ha sostenuto che O’Keeffe, uno spacciatore locale di metanfetamine, era il capo del piano, mentre Field era solo un complice e ha ricevuto otto mesi di detenzione domiciliare per il suo ruolo. Secondo il riassunto dei fatti, Belmont era in libertà provvisoria per possesso di metanfetamina quando è avvenuto il rapimento. Il riassunto assomigliava più alla sceneggiatura di un film di Hollywood che alla vita reale. Belmont, che un anno prima aveva subito una ferita d’arma da fuoco allo stomaco in un affare di droga andato male, ricevette una telefonata da O’Keeffe che affermava di conoscere l’identità e la posizione di una persona che presumibilmente le doveva 40.000 dollari per un debito di droga. Belmont, O’Keeffe e Field hanno prelevato la vittima e l’hanno portata a un indirizzo dove è iniziata l’aggressione. A loro insaputa la polizia aveva ottenuto un mandato di sorveglianza, stavano ascoltando il telefono di O’Keeffe e la stavano osservando. La polizia ha eseguito un mandato di perquisizione nella casa dove la vittima era stata torturata e ha trovato l’uomo che barcollava nella proprietà.
Avvertimento sulla dipendenza da metanfetamine
Nel condannare Belmont a 18 mesi di supervisione intensiva, il giudice Rowe ha detto che il giovane doveva guardarsi dalla dipendenza da metanfetamine per il resto della sua vita.”Sei davanti a me pulito, sobrio, occupato e con il sostegno della tua famiglia”, ha detto il giudice Rowe. “Molto potrebbe essere annullato mandandola in prigione oggi”. L’avvocato di Belmont, Esme Killeen, ha detto alla corte che il suo cliente ha fatto progressi significativi dopo il reato e si è assicurato un lavoro, non fa più uso di droghe e ha cercato di impegnarsi nella giustizia riparativa con la vittima. Il precedente reato di Belmont è stato scoperto nel 2013, quando la dogana ha intercettato tre spedizioni di MDMA contenenti da 144 a 568 pillole, per un valore di mercato di circa 65.000 dollari. In precedenza erano stati intercettati dalla dogana anche pacchi più piccoli di cocaina, MDMA e LSD destinati all’allora studente della Massey University. Una perquisizione nell’abitazione di Belmont ha permesso di trovare pillole e un’arma da fuoco, mentre in un’altra proprietà da lui occupata sono state trovate altre dosi di MDMA, cocaina, LSD e metanfetamina, oltre a più di 80.000 dollari in contanti. Belmont aveva creato un sistema sofisticato, utilizzando diversi conti bancari, nel tentativo di evitare di essere scoperto. È stato anche scoperto che aveva più di 120.000 dollari in contanti e in vari conti bancari, la maggior parte dei quali trasferiti in bitcoin, una valuta digitale che può essere usata per il commercio online anonimo.
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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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