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Ufficiale nordcoreano di guerra cibernetica arrestato a Vladivostok mentre chiedeva asilo

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Un ufficiale di rango in una delle unità militari d’elite di guerra cibernetica della Corea del Nord è detenuto in un luogo segreto nell’estrema Russia orientale dopo che gli agenti di Mosca hanno sventato il suo tentativo di disertare.

Il maggiore Choe Kum Chol, uno specialista di tecnologia dell’informazione (IT) nell’esercito popolare nordcoreano (KPA), è stato trattenuto dal consolato generale della Corea del Nord a Vladivostok da settembre dopo essere stato arrestato dalla polizia russa a Razdolnoe, una città a circa un’ora di macchina dalla città portuale dell’Oceano Pacifico. Choe, 33 anni, si era nascosto a Razdolnoe per evitare le autorità nordcoreane che gli davano la caccia da luglio, quando ha lasciato il suo posto a Vladivostok dopo aver deciso di chiedere asilo all’ufficio di Mosca dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), secondo più fonti in Russia che conoscevano Choe.

Il servizio coreano di VOA ha verificato la credibilità delle fonti che hanno fornito informazioni su Choe ed è stato in contatto con loro per diversi mesi. Per proteggere le loro identità, il servizio non può fornire ulteriori informazioni su di loro. Le fonti si sono avvicinate a VOA sperando di generare interesse internazionale sul caso di Choe. Hanno fornito una copia del passaporto di Choe, screenshot di messaggi di testo che Choe ha scambiato con diversi di loro, e altri documenti.

Vladivostok ha a lungo mantenuto le connessioni della Russia con la Corea del Nord. Nonostante i divieti delle Nazioni Unite di impiegare i nordcoreani, molti lavorano ancora nella zona e mandano a casa i loro salari in rubli a un regime affamato di valuta forte. E, secondo il giapponese Kyodo News, un gruppo di esperti informatici nordcoreani si è trasferito da Hong Kong a Vladivostok per eludere la risoluzione 2397 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), approvata nel dicembre 2017, che vieta ai paesi di autorizzare permessi di lavoro ai lavoratori nordcoreani e richiede la loro partenza dai lavori all’estero entro dicembre 2019.

Il servizio coreano di VOA ha contattato gli uffici regionali di Mosca e d’Europa dell’UNHCR e il ministero degli Esteri russo, chiedendo se erano a conoscenza dei tentativi di Choe di chiedere asilo. Solo l’ufficio dell’UNHCR di Mosca ha risposto, dicendo martedì: “Si prega di notare che l’UNHCR non fornisce commenti su casi individuali“.


Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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