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Violenze sui bambini: arrestato soldato russo. L’orrore pubblicato sui social

Tempo di lettura: 2 minuti.

Un soldato russo ha pubblicato su Telegram i suoi trofei di guerra. Neonati e bambini sono stati aggrediti sessualmente ed il giovane ha pubblicato i suoi contenuti prima su Telegram per rimbalzare su Twitter e finire in pasto al grande pubblico. La notizia ha destato molto scalpore, dinanzi a questo caso di orrore gratuito, tanto che l’esercito russo ha provveduto ad identificare il soldato pedofilo e lo ha spostato fuori dall’Ucraina, punendolo. La notizia ha sconvolto molti utenti che fino a ieri non usavano Telegram e che non hanno mai messo piede nel dark web dove contenuti del genere sono desiderati da molti pervertiti.

Un aspetto purtroppo da non sottovalutare, quello della diffusione sui social di video del genere, proprio perché oltre al culto delle morti, si può avvicinare qualsiasi persona a quello delle violenze di ogni genere e spesso, quando il contenuto diventa virale, non è possibile nemmeno scegliere se vederlo o meno ed il danno di tale diffusione si amplifica quando arriva nei dispositivi dei minorenni che non dovrebbero nemmeno conoscere l’esistenza di certe amenità.

La notizia nella bolla social russa non è stata comunque accettata di buon grado, la presenza di pedofili nelle truppe è un fenomeno diffuso tanto che la base americana a Manila fu chiusa proprio per i numerosi casi di violenze da parte dei soldati nei confronti dei bambini filippini.

Inoltre, è stata diffusa una notizia di altre violenze ai danni di una bambina, la cui fonte però non è possibile verificarla perché è stata fornita da un uomo a cui l’hanno raccontato persone terze che non ci sono più e sono assenti testimonianze dirette e prove fotografiche.

Da una notizia vera ad un’altra “leggenda” il passo è breve, ma l’unica cosa che si può affermare con fermezza è che la guerra è colma di orrori ed i bambini ne sono le prime vittime.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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